Mesi e mesi di lavoro per arrivare al primo grande appuntamento della stagione, l’apertura della Coppa del Mondo di cross country nel tempio di Nove Mesto e la due giorni ceka ha pienamente mantenuto le attese con un pieno di emozioni, sorprese abbinate a conferme, delusioni ma anche sorrisi, per quello che era il primo vero rendez-vous internazionale dopo l’appuntamento olimpico dello scorso agosto. Sono passati nove mesi ma il risultato non cambia, Nino Schurter non ha intenzione di lasciare neanche le briciole agli avversari. Dopo un avvio di stagione nel quale si è “tolto lo sfizio” di conquistare l’Absa Cape Epic ed è andato in America a vincere una classica senza tempo come la Sea Otter, nel tempio ceko lo svizzero della Scott ha comandato i giochi da par suo, dando sempre l’impressione di poter gestire la corsa a piacimento. I francesi hanno provato a far gioco di squadra al di là delle divisioni per team ma senza grandi risultati, la vera sorpresa è stata lo spagnolo David Valero Serrano, brillante sin dall’avvio di stagione ma mai a questi livelli, che per buona parte di gara ha messo il pungolo al campione olimpico e mondiale. Nel finale però anche l’iberico dell’Mmr Factory ha dovuto lasciar andare Schurter, primo al traguardo con 26” sullo spagnolo e 1’46” sul suo grande rivale Julien Absalon (Bmc), primo della sequenza di francesi comprendente Marotte (Cannondale, a 1’51”, Sarrou (Bh-Sr Suntour, 1’59”), Tempier (Bianchi Countervail, 2’09”) e Carod (Bmx, 2’41”). La gara ceka ha dato segnali importanti anche in chiave italiana: forse da Fontana ci si attendeva qualcosa di più, ma il 10° posto del portacolori della Bianchi Countervail a 2’51” va comunque visto con ottimismo se domenica ad Abstadt riuscirà a mostrare qualche segno di progresso. Di grandissimo pregio la prova di Gerhard Kerschbaumer (Torpado Gabogas), 16° a 4’01”, un primo risultato di peso dopo tantissimo tempo per un corridore assolutamente da recuperare ai massimi livelli, bene anche Andrea Tiberi (Team Nob Selle Italia) 19° a 4’08”. Motivi per essere ottimisti ce ne sono…
Non altrettanto si può dire nel panorama elite femminile dove scontiamo la crisi ormai lunga più di un anno di Eva Lechner (Clif Pro Team), pallida controfigura della campionessa che le gare di Coppoa era anche capace di vincerle. A Nove Mesto l’altoatesina non è mai stata in gara per le prime posizioni, arrancando fino al 22° posto a 5’42” dalla vincitrice, la danese Annika Langvad (Specialized) che fa così il bis a un anno di distanza su un percorso che le piace molto con qualsiasi condizione di tempo: lo scorso anno vinse nella pioggia, questa volta ha trionfato con il sole prendendo il largo fin dalle prime battute senza mai essere impensierita dalle avversarie. La più lesta delle quali è stata l’eterna tedesca Sabine Spitz, che a 46 anni e dopo essere dovuta emigrare fino in Turchia per trovare i fondi per un suo team ha chiuso nettamente seconda a 56” dando lezione a chi ha meno della metà dei suoi anni come la svizzera Linda Indergand (Focus) che comunque ha confermato le belle impressioni d’inizio stagione agli Internazionali d’Italia. 1’19” per lei davanti alla polacca Maja Wloszczowska (Kross) e all’ucraina Yana Belomoyna (Cst Sandd American Eagle) nell’ordine a 1’23”.
E’ dalle categorie inferiori che arrivano per il nostro Paese due piazzamenti che danno davvero linfa alle speranze azzurre, anche se sono di diverso valore, provenienza e genesi: quello di Gioele Bertolini è un quinto posto di grandissimo valore perché fa presagire come il campione del Team Nob Selle Italia possa fare anche meglio, per sua stessa ammissione, in una gara che a un certo punto sembra quasi un campionato scandinavo-baltico che alla fine ha premiato il norvegese Petter Fagerhaug, uno degli atleti messisi maggiormente in evidenza nel cammino di avvicinamento a Nove Mesto. Netta la sua vittoria con 35” sulla sorpresa lettone Martins Blums e 40” sul più accreditato danese Sebastian Carstensen Fini. Il sesto posto di Martina Berta è invece il giusto approccio alla nuova categoria dell’ex iridata junior, un risultato che acquisisce maggior valore considerando che parliamo di un’atleta al primo anno nella categoria (davanti sono tutte più grandi). La piemontese ha chiuso a 4’40” dalla vincitrice, l’americana della Specialized Kate Courtney prima davanti alla britannica Evie Richards a 1’50” e alla svizzera Sina Frei a 3’26”. E se in campo maschile la gara tedesca sarà chiamata a dire se sono realmente questi i valori n campo, la prova delle ragazze sembra il disegno di gerarchie già abbastanza consolidate.
[foto: Redbullcontentpoo.com]