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La Rampage vista da Andreu Lacondeguy

di - 29/10/2015

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I pensieri degli eroi

Non c’è un evento di mountain bike al mondo che calamita così tanta curiosità ed emozioni come la Red Bull Rampage. Certo, ci sono corse contro il tempo che consacrano gli atleti più allenati e veloci. E ci sono epiche prove di resistenza, pensate per testare cosa è in grado di sopportare un essere umano. Più vicino alla Rampage ci sono gli eventi slopestyle, che mettono in mostra i rider più stilosi e tecnici lungo un tracciato magnificamente costruito. E poi c’è la Rampage.

La Rampage, e la sua ambientazione unica, è speciale per la capacità di toccare le corde e stimolare la fantasia di tutti i biker. No, il biker che indossa la tutina attillata tutti i weekend, il cui obiettivo è tenere entrambe le ruote a terra, non ha nulla da spartire con il famoso Canyon Gap. E il ragazzino che ha appena imparato a girare nel trail dirt probabilmente non è ancora in condizione di cogliere la difficoltà di alcune delle linee più ripide e tecniche. Ma tutti quelli che scoprono e approcciano la Rampage possono realmente relazionarsi anche solo con una parte di quello che stanno osservando. Apprensione e talento sono esperienze relative, e universali.

Vi siete mai chiesti cosa stanno realmente pensando gli eroi della Rampage? Come si sentono durante le loro run, di fronte ai giudici e all’evento nel suo complesso?

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Ecco le domande, e le risposte, a uno dei rider più forti e stilosi, il catalano Andreu lacondeguy, secondo quest’anno dopo il trionfo del 2014.

SRAM: Descrivi la Rampage con una parola.

Andreu Lacondeguy: Tostissima!

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SRAM: Vota il tuo livello di nervosismo 1-10 (10 è più nervoso) quando eri in cima poco prima dell’inizio della prima run.

AL: Di sicuro ero nervoso – basta vedere il vento e le bandiere in movimento! Darei un 9 al mio livello di nervosismo. 

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SRAM: Come hai conseguito la tua migliore run?

AL: Ho girato solo una volta e non è stato male. Pensavo di fare un po’ meglio nella seconda ma non era il caso di rischiare così tanto considerato quanto era intenso il vento a mezzogiorno, proprio come gli ultimi 3 anni. Sono soddisfatto!!!

SRAM: Descrivici brevemente cosa avresti cambiato nella tua linea/run.

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AL: Direi l’assenza di vento e l’opportunità di girare come sarebbe piaciuto a me e ad Aggy (Graham Agassiz).

SRAM: Qual è stata la tua run preferita? (vale anche la propria)

AL: Me ne sono piaciute un sacco… ogni rider ha uno stile diverso e un modo differente di leggere la montagna. Alla fine, c’è un solo vincitore, ma con un formato migliore molto più rider festeggerebbero dopo la propria manche. Mi è piaciuta la linea di Semenuk e di sicuro quella di Zink! Peccato che i giudici stavano guardando altrove…

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Intervista: SRAM
Foto: Adriam Marcoux