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Mondiali di montagna, fanno festa le donne

di - 11/09/2016

Cinque medaglie per l’Italia nei Campionati Mondiali di corsa in montagna aSapareva Banya, in Bulgaria. Trionfa la squadra azzurra senior femminile, che vince l’oro da assoluta dominatrice e trascinata da Valentina Belotti, argento individuale dietro all’austriaca Andrea Mayr, oltre che dai piazzamenti di AliceGaggi settima e Sara Bottarelli ottava, con Antonella Confortola 22esima. Le formazioni italiane salgono sul podio in tutte e quattro le gare per team, come non accadeva da quindici anni. Per un solo punto la squadra maschile senior cede il titolo mondiale agli Stati Uniti, al primo successo della storia in questa classifica, e si mette al collo l’argento. Però gli azzurri lottano fino al termine con quattro atleti nei migliori dieci: sesto Bernard Dematteis, che per appena cinque centesimi di secondo si vede sfuggire il quinto posto in volata, poi ottavo il gemello Martin Dematteis, nono Alex Baldaccini e decimo Xavier Chevrier, seguiti da Francesco Puppi(18°) e Nicola Spada (48°). L’oro va allo statunitense Joseph Gray dopo la squalifica dell’ugandese Robert Chemonges, primo al traguardo ma accompagnato in un tratto del finale dal connazionale Joel Ayeko, vincitore della precedente gara juniores, con un’azione giudicata irregolare. Tra gli under 20, argento al team maschile con Daniel Pattis che chiude sesto, mentre al femminile arrivano una medaglia di bronzo a squadre che mancava dal 2001 e il nono posto individuale di Francesca Franchi. La Nazionale senior ha messo all’asta le 10 maglie indossate oggi, per aiutare chi è stato colpito dal terribile terremoto del centro Italia. Nel 2017 la rassegna iridata di corsa in montagna si disputerà il 30 luglio a Premana, e per la prima volta con due manifestazioni in altrettanti weekend consecutivi: la località in provincia di Lecco il 6 agosto ospiterà anche i Mondiali di lunghe distanze, sul tracciato del Giir di Mont.

SENIOR UOMINI (12,7 km – dislivello 1468 metri) – Un punto, anzi cinque centesimi. Questo è l’infinitesimo distacco cronometrato, dopo oltre un’ora di gara, tra Bernard Dematteis e il quinto posto individuale che sarebbe stato decisivo nelle sorti della classifica per nazioni, a conti fatti. Ma il risultato è comunque da incorniciare per gli azzurri, che piazzano quattro uomini nei primi dieci. Non succedeva dal 2005 e, negli anni pari dedicati alle gare di sola salita, dal lontano 1988. Per il minimo scarto l’Italia quindi non riesce a difendere il titolo vinto nella scorsa stagione, ma sfiora il colpaccio su un terreno storicamente meno favorevole, combattendo senza sosta. E pensare che nelle fasi iniziali sembrava dipingersi un quadro a tinte fosche, con Stati Uniti, Uganda e anche Messico davanti. Però gli azzurri riescono a rimanere in gara con il loro passo e lanciano la rimonta, sorpassando diversi avversari. Il migliore italiano è sempre Bernard Dematteis (sesto in 1h05:07), anche se non si trova nella strepitosa condizione di forma esibita agli Europei, invece l’altro gemello piemontese Martin Dematteis (ottavo con 1h05:26) e il valdostano Xavier Chevrier (decimo in 1h05:50) corrono insieme per un tratto, rientrando sul bergamasco Alex Baldaccini che finisce al nono posto in 1h05:36. Una vera prova di squadra, con il comasco Francesco Puppi 18esimo (1h07:31) e l’esordiente bellunese Nicola Spada 48esimo (1h11:12). Davanti lo statunitense Joseph Gray comanda la gara quasi per intero, poi viene superato nel finale dall’ugandese Robert Chemonges che arriva in testa con 1h02:07 e sei secondi di vantaggio su Gray (1h02:13). Ma la delegazione USA presenta reclamo nei confronti dell’africano, che avrebbe ricevuto assistenza irregolare da un connazionale (il campione mondiale junior Joel Ayeko) presente come spettatore nella parte conclusiva, accompagnandolo con l’andatura al lato del percorso. La giuria squalifica Chemonges e quindi oro a Gray, secondo il messicano Israel Morales (1h03:52), a lungo in fuga con l’atleta a stelle e strisce, mentre il bronzo va al turco Ahmet Arslan (1h04.49). Resta comunque invariata la graduatoria per team, almeno nelle posizioni: Stati Uniti (32 punti) su Italia (33) e Messico (69).

Joseph Gray davanti, a sx si riconosce Ayeko al fianco di Chemonges (foto organizzatori) Joseph Gray davanti, a sx si riconosce Ayeko al fianco di Chemonges (foto organizzatori)

SENIOR DONNE (7,3 km – dislivello 773 m) – Al titolo europeo, la squadra italiana aggiunge l’oro mondiale schierando lo stesso formidabile quartetto. Una stagione perfetta, con Valentina Belotti che recita un ruolo di grande protagonista in questa gara. La 36enne lombarda di Temù prosegue la sua collezione di medaglie per cogliere il quarto podio individuale in carriera nella rassegna iridata, nonostante il fastidio ai tendini che l’ha condizionata nell’ultimo periodo. Soltanto la fuoriclasse Andrea Mayr riesce a precederla in 39:04, con quasi due minuti di vantaggio, e prolunga il suo regno: infatti era già la più vincente di sempre, ma conquista il sesto titolo mondiale di fila negli anni pari, quelli dedicati ai percorsi in salita. Emozionante l’arrivo con la bandiera tricolore in mano della tenace azzurra (40:47), che viene attesa e abbracciata dall’austriaca. Bronzo per la francese Christel Dewalle, campionessa mondiale di Vertical Kilometer, in 41:05 mentre la britannica Emily Collinge, seconda fino al quarto chilometro, cede progressivamente terreno e chiude nelle retrovie, sedicesima con 43:30. Non deludono le altre italiane: settima la valtellinese Alice Gaggi (42:42) tallonata da Sara Bottarelli (42:46), bresciana di Sarezzo, che finiscono nello stesso ordine degli Europei di Arco dove erano state seconda e terza. La trentina Antonella Confortola, dopo una caduta in avvio, si piazza 22esima in 44:18. Nella classifica a squadre, la supremazia dell’Italia è schiacciante con 15 punti davanti ai 32 della Repubblica Ceca e ai 36 degli Stati Uniti. Il cielo, sopra il monte Rila, è sempre più azzurro.

Il podio finale con la Belotti a sx  (foto organizzatori) Il podio finale con la Belotti a sx (foto organizzatori)

UNDER 20 UOMINI (7,3 km – dislivello 773 m) – Con tre atleti ugandesi nelle tre posizioni di vertice, non servono calcoli per assegnare l’oro a squadre. Ma subito dietro c’è l’Italia, guidata stavolta dal 18enne Daniel Pattis: l’altoatesino di Tires realizza una prestazione maiuscola e finisce sesto in 37:12 scavalcando nel finale il trentino Davide Magnini, vicecampione europeo e oggi settimo con 37:22. Entrambi conducono una splendida prova in rimonta, per risalire una decina di posizioni nella seconda parte e lasciarsi dietro uno dei favoriti, il norvegese Stian Overgaard Aarvik (ottavo in 37:35). A sigillare il risultato nella classifica per team, ci pensano i due piemontesi Riccardo Rabino, 28° in 40:28, e Andrea Rostan, 34° con 41:37, che ha accusato un malessere intestinale alla vigilia. Gli azzurri tornano così a gioire anche in questa gara, dopo la collezione di quarti posti nella scorsa edizione e l’argento europeo. Lo strapotere dell’Uganda porta la firma di Joel Ayeko (33:53), Victor Kiplangat (35:39) e Albert Chemutai (35:50) con 6 punti, il massimo risultato possibile. Non bastano alla Turchia il quarto posto individuale di Ramazan Karagoz (36:05) e il quinto di Ferhat Bozkurt (36:40), perché il ritiro di Mustafa Gozkel toglie la squadra dalla classifica. Argento all’Italia con 41 punti, terza la Francia a quota 49.

UNDER 20 DONNE (3,6 km – dislivello 531 m) – Prima di questa stagione, era dal 2001 che l’Italia non saliva su un podio internazionale con il team junior femminile, dall’edizione casalinga della rassegna iridata svolta ad Arta Terme. Dopo l’argento agli Europei di Arco, conquistato due mesi fa, ora arriva anche il bronzo mondiale per le giovani azzurre. La campionessa tricolore Francesca Franchi, trentina di Molveno, entra nella top ten individuale con il nono posto (24:51), ma poco distanti arrivano le compagne di squadra: la bresciana Federica Zanne, coraggiosa a buttarsi nella mischia e undicesima in 25:03, quindi la piemontese Lorenza Beccaria tredicesima con 25:15 e l’altra cuneese Valentina Gemetto al 29° posto in 26:59. La profondità di squadra viene confermata dal fatto che stavolta, rispetto agli Europei, non c’era la gemella Giulia Zanne (argento individuale in quell’occasione ma poi infortunata) oltre a Giulia Murada. Temperatura fresca alla partenza, con la colonnina di mercurio che segna 12 gradi, e davanti la tedesca Sarah Kistner è imprendibile, prima in 22:48 confermando il suo feeling con i tracciati di sola salita: ha vinto il titolo europeo 2015 “only up” e nella stagione precedente l’argento iridato a Casette di Massa quando era ancora allieva. La ceca Michaela Stranska, campionessa continentale, si piazza di nuovo alle sue spalle in 23:31 come nelle precedenti occasioni, bronzo per la gallese Bronwen Jenkinson (23:56). Oro a squadre per la Repubblica Ceca (19 punti) davanti a Germania (25) e Italia (33), quarta la Gran Bretagna con 50 punti.

Luca Cassai – Ufficio stampa Fidal