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Paez imbattibile anche alla Sellaronda

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Paez imbattibile anche alla Sellaronda

Con questa quarta edizione, la Südtirol Sellaronda HERO entra a fare parte dell’UCI Marathon World Series, la Coppa del Mondo delle grandi distanze. Un bel traguardo raggiunto in vista del Campionato del Mondo 2015, che sarà organizzato proprio a Selva Gardena dal comitato presieduto da Gerhard Vanzi. In una splendida giornata di sole, è stato spettacolo vero sui due percorsi marathon (84 km al maschile con 4.300 metri di dislivello, 62 al femminile con 3.300 metri di dislivello), ma anche su quello “hobby” (62 km). In totale sono stati 3.013 i biker che hanno sfidato lo spettacolare tracciato della HERO: partenza da Selva Gardena con scalata di quattro passi dolomitici della catena del Sella (passo Gardena, Campolongo, Pordoi e Duron) sulla distanza degli 84 km.

Pronti, partenza, via e si parte con l’ascesa al Dantercëpies (in testa Paez e Longo del TX Active Bianchi). Il primo a transitare a Corvara è Tony Longo, seguito proprio dal campione in carica, quel Leonardo Paez che punta a confermarsi il re della Sellaronda Hero, con Ferraro terzo. Al Campolongo è sempre dominio dell’italiano e del sudamericano, compagni di squadra, separati da due secondi, mentre ora è Mensi a occupare la terza posizione virtuale davanti a Paulissen. Il duo Bianchi fa gioco di squadra con Longo che tira per innescare il successivo allungo di Paez, che prende e se ne va. Sul Pordoi, il colombiano transita per primo con Longo attardato di quasi quattro minuti e insidiato in seconda posizione da Søren Nissen dell’Elettroveneta Corratec. Dopo il Pordoi, tutti giù in picchiata verso Canazei, prima di risalire verso il Duron. Per il 31enne Paez il più è fatto. Nessuno riesce a stargli dietro. Lui pedala, affronta ad alti ritmi salite e discese per poi tagliare il traguardo a braccia alzate (4h32’08 il suo tempo). L’eroe della Südtirol Sellaronda HERO è ancora lui. Dietro, invece, è bagarre per il podio. Longo cede e finisce quarto, scalzato dal danese dell’Elettroveneta Corratec Nissen, secondo, ma anche dal campione del mondo in carica, il greco Periklis Ilias del Team Protek, terzo. Tutti accusano un ritardo pesante dal vincitore con Nissen a 8’36”, l’ellenico a 9’04” e Longo a 9’10”.
Senza storia la gara femminile. La britannica Sally Bigham era la favorita numero 1 e ha rispettato il pronostico. La campionessa del Topeak Ergon Racing si è imposta con il tempo di 4h17’37” davanti al duo azzurro formato da Elena Gaddoni e Daniela Veronesi. La 35enne ha corso praticamente da sola, trionfando sul traguardo gardenese. Così Gaddoni e Veronesi si sono contese il secondo posto, andato nettamente alla portacolori del Factory RacingTeam, giunta all’arrivo con un ritardo di quasi 13 minuti dalla vincitrice di giornata, mentre la Veronesi, che corre per il Torpado Surfing Shop, ha chiuso a 7′ dalla Gaddoni e a 20′ dalla Bigham.

La vittoria italiana arriva dalla 62 km maschile. Sul percorso “breve”, il migliore è stato il comasco Samuele Porro, classe 1988, che ha avuto ragione del duo altoatesino formato da Fabian Rabensteiner e Daniel Jung, primo un anno fa. Porro ha lasciato scatenare Fabian Rabensteiner, poi lo ha ripreso e staccato, andando a prendersi la vittoria (3h40’45). Rabensteiner, specialista del cross country, e quindi di gare molto più corte, ha lottato con Jung per la seconda piazza ed è riuscito a prevalere.

INTERVISTE
Leonardo Paez (1° classificato 84 km): “Per prima cosa voglio ringraziare il team Bianchi, è stato fantastico. Questa è una gara dura e la vittoria ripaga tutti i sacrifici fatti per essere qui ed esserci da protagonista. La concorrenza era agguerrita, eravamo in tanti in lotta per il primo posto, poi ho accelerato e ho visto che non sono riusciti a starmi dietro”.

Søren Nissen (2° classificato 84 km): “Oggi Paez ha voluto scherzare. Ha fatto davvero una grande performance. E’ stata una gara molto, molto dura. Probabilmente una delle competizioni più difficili che abbia mai disputato”.

Periklis Ilias (3° classificato 84 km): “Non sono abituato a correre a queste altezze e ho fatto fatica ad abituarmi soprattutto nella prima parte della gara. E’ stata dura all’inizio e ho provato sensazioni strane, poi alla fine sono riuscito a riprendermi e ad agguantare il terzo posto. Tante salite così dure, comunque, non ne avevo mai viste”.

Sally Bigham (prima classificata 62 km): “La Sudtirol Sellaronda Hero è una gara bella e spettacolare, dura, ma allo stesso tempo divertente. Il panorama è mozzafiato, ti toglie il respiro e il tracciato è molto impegnativo, ricco di saliscendi e orfano di tratti pianeggianti. Per questo motivo si sente la fatica nelle gambe. Questa gara era importante anche come prova generale dei Mondiali che si terranno la prossima settimana e ora devo riposarmi proprio in vista di questo appuntamento. Ora incrociamo le dita proprio per la gara iridata”.

Elena Gaddoni (seconda classificata 62 km): “Per quanto mi riguarda, è come se oggi avessi vinto. Sapevo che con la Bigham non ci sarebbe stato nulla da fare e per questo posso ritenermi veramente soddisfatta di questo secondo posto. In salita ho tenuto bene, mentre è in discesa che la Bigham ha lasciato il segno. Abbiamo affrontato un percorso duro, ma bello con discese divertenti e salite impegnative, adatte alle mie caratteristiche. Ieri ho ricevuto la convocazione per i Mondiali e vedremo di fare bene”.

Daniela Veronesi (terza classificata 62 km): “Mi mancava una gara così nel mio palmares. Abbiamo corso in luoghi stupendi. Il percorso è ricco di tratti tecnici in discesa e di salite dure, ma nonostante la fatica posso dire che mi sono divertita parecchio. Sinceramente pensavo di fare peggio. Ora ci sono i Mondiali e cercherò di portare a casa un risultato positivo”.

Samuele Porro (1° classificato 62 km): “L’inizio è stato difficile, visto che sono caduto proprio nella prima curva della prima salita. E non so neanche come abbia fatto a finire per terra. Diciamo che non è stato il modo migliore per iniziare una gara che poi fortunatamente è finita benissimo. Rabensteiner è andato veramente forte nelle battute iniziali, proprio come è nelle sue caratteristiche, visto che è uno specialista del cross country, ma alla lunga ha ceduto. L’ho ripreso sul Pralongià e poi sul Pordoi ho preso il ritmo e ho visto che perdeva contatto. Così ho proseguito col mio passo”.