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Prologo Nago Evo X15 CPC

di - 16/11/2015

Prologo Nago Evo X15 CPC, non è una new entry della gamma 2016, prodotto già presente nella collezione precedente ma rimane una delle selle off road più ambite e richieste, tecnicamente più avanzate grazie allo studio delle forme e all’integrazione della tecnologia CPC (Connect Power Control).

La Evo X15 in questione fà parte della famiglia Prologo Semi Round, con una sorta di arcuatura della porzione posteriore di livello medio e dimensioni di 280×135 (lunghezzaxlarghezza). Nago Evo X15 CPC, a catalogo, è disponibile in due colorazioni differenti, a base bianca con inserti neri e rossi, a base nera con inserti grigi e rossi, senza dimenticare le due versioni, quella con carro Nack in carbonio 7×9,3 millimetri e lega Tirox con dimensioni di 7 mm.

Quella in test è la versione più esoterica, la leggera della famiglia, che in fatto di composizione della parte a contatto del pantaloncino non cambia, dotata di rivestimento in microfibra ad alta resistenza, un foam leggero e compatto e i 4 inserti CPC sulla porzione frontale e centrale.

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Durante la nostra prova, abbiamo voluto mettere a confronto la X15, con un altra sella della stessa categoria Semi Round di Prologo, la X10, due equipaggiamenti dedicati alla seduta, specifici per l’impiego xc e marathon, capaci di soddisfare un ampio pubblico e utenti ma che una volta messe sul campo offrono sensazioni differenti. Entrambe permettono avere un buon equilibrio nella seduta e una compostezza ottimale, non solo grazie agli inserti CPC ma a nostro parere proprio per il design e forma adottati.

Perchè questo paragone con la X10; la motivazione risiede nel fatto che ad oggi, la X10 è uno dei prodotti maggiormente presente sui campi gara, xc e marathon, dove la componente agonistica è presente con forza, sia per quanto riguarda il fattore peso (il valore alla bilancia), sia per quanto concerne la performance. La X15 amplia questa categoria, sella che eleva il concetto di performance pura, studiata per l’atleta di livello.

La X15 ci è sembrata leggermente più rigida nella porzione frontale, aspetto di primaria importanza, in particolare per quei piloti che amano sfruttare la seduta in tutta la sua lunghezza, dal fronte al retro e viceversa. Quando si pedala in punta di sella, gli inserti CPC donano una sorta di effetto smorzante ma la sella, inteso come pacchetto completo, non flette, non perde di prestazione offrendo un’interfaccia ottimale, un vero e proprio punto di riferimento.

Nonostante le dimensioni dei due prodotti siano uguali, 280×135, la sensazione è quella di avere maggiore libertà di movimento con la X15, in particolare (per chi come noi), adotta un gesto della pedalata profondo, sfruttando la totalità del muscolo flessore posteriore e parte del gluteo.

Rispetto alla X10, l’ultima arrivata in test ha un potere ammortizzante minore ma ci sembra giusto sottolineare ancora una volta, che stiamo parlando di selle dedicate ad un pubblico di utlizzatori votati all’agonismo.

Ci sembra giusto affermare che l’agonista ha una una scelta in più.

Il Concetto CPC è un valore aggiunto che accomuna le due selle, utile ed efficace nella tenuta della posizione, non fastidioso, in grado di offrire ampia libertà di movimento e spostamento ( aspetto utile per chi, ad oggi, non ha mai avuto occasione di provare una sella dotata di CPC).