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Rio 2016, la consacrazione di Schurter

di - 21/08/2016

Bronzo otto anni fa a Pechino, argento a Londra 2012 e finalmente oro a Rio de Janeiro, Nino Schurter ha completato la sua collezione olimpica conquistando l’unica vittoria che mancava nella sua carriera. Vittoria quella del campione svizzero al termine di una gara eccezionale,pienamente degna del palcoscenico a cinque cerchi, che ha detto tantissimo nel corso dei suoi 7 giri.

Schurter è stato l’unico a rimanere davanti sin dall’inizio, quando il più lesto a scattare è stato Marco Aurelio Fontana, che ha lanciato subito la gara su ritmi folli trovandosi dietro Schurter e un tizio partito col numero 50 e assente dalla Mtb da ben 8 anni: sì, parliamo di Peter Sagan, lo slovacco campione del mondo su strada e vincitore di tre tappe all’ultimo Tour de France che nel primo giro ha dimostrato di non aver dimenticato nulla del suo passato. Al primo giro la situazione per chi ama questo sport era un sogno, con Fontana pronto a sfidare lo svizzero sul suo terreno e lo slovacco vera incognita della corsa, ma una foratura ha ben presto tolto di mezzo sia l’azzurro che l’iridato su strada e Schurter ha visto cambiare i suoi compagni d’avventura perché da dietro era intanto rinvenuto a velocità doppia un altro azzurro, Luca Braidot che nella seconda tornata sembrava in grado di tenere il ritmo dello scatenato elvetico. Un sogno durato poco, perché Schurter aveva una brillantezza eccessiva e Braidot saggiamente ha scelto di lasciarlo andare mentre da dietro rinveniva il campione uscente, il ceko Kuhlavy. Schurter però era sempre lì e mentre nella sua mente si ricreavano gli spettri della sfida di quattro anni fa quando il ceko gli tolse un oro che tutti si attendevano, l’elvetico ha atteso il momento buono per forzare, viaggiando di conserva al fianco del “nemico”.

Un passaggio di Schurter nel corso della gara (foto FB) Un passaggio di Schurter nel corso della gara (foto FB)

La soluzione è arrivata nel corso del penultimo giro, sul tratto dilunga salita nella prima parte: quando Schurter ha aperto il gas, è andato via a velocità doppia e Kuhlavy ha presto capito che doveva pensare solo a mantenere il ritmo giusto per conquistare l’argento. La gara è finita lì, mentre per il bronzo la sfida è stata aperta fino all’ultimo metro fra lo spagnolo Carlos Coloma e il francese Maxime Marotte, conl’iberico che in una giornata conclusiva davvero fortunata per i colori spagnoli andava a metterci del suo staccando il rivale nel finale e conquistando uno splendido bronzo a 1’23” dal vincitore e a 33” da Kuhlavy. Braidot concludeva con un’ottima settima piazza a 2’57” da Schurter, ma la sensazione è che ne avesse ancora e che con un po’ più di coraggio potesse anche rimanere davanti, perlomeno a contatto di Coloma e Marotte. Alle sue spalle concludeva Absalon, mai realmente in lotta per il podio e per la prima volta dando la sensazione dell’inizio di una parabola discendente (e parliamo del leader di Coppa del Mondo…). Tiberi finiva 19° a 6’05”, proprio davanti a Fontana a 6’57”. Sagan terminava 35° a un giro e con dentro la consapevolezza che la sua scelta di rinunciare alla strada per la Mtb non era stata azzardata.