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Rio 2016, l’inizio di una rivoluzione?

di - 21/08/2016

Non sempre la maratona olimpica ha premiato il migliore ma a Rio del Janeiro è accaduto perché nessuno può mettere in discussione la supremazia assoluta di Eliud Kipchoge, il kenyano che dopo aver collezionato successi nelle classiche, ultima a Londra, si porta a casa la medaglia d’oro olimpica. In una gara chiaramente senza lepri, Kipchoge ha vinto da vero padrone per tutti i 42,195 km, controllando la situazione di una prova difficile, cambiando ritmo quando ha voluto.

La partenza sotto la pioggia della gara olimpica (foto organizzatori) La partenza sotto la pioggia della gara olimpica (foto organizzatori)

Il racconto della maratona parte dalla pioggia battente fino al momento del via e da una temperatura di 21° quasi inattesa per la corsa conclusiva del programma di atletica. All’inizio un gruppo enorme si è formato davanti, un gruppo nel quale Kipchoge correva davanti per evitare intruppamenti e dal quale gli azzurri hanno perso contatto quasi subito, anche se i ritmi non erano certo proibitivi. Dopo 40’ la maratona olimpica di Daniele Meucci si è interrotta per problemi a un piede, mentre Pertile era riuscito a riagganciarsi,ma la sua permanenza è durata pochissimo. Il passaggio a metà gara è stato di 1h05’50”, estremamente lento per molti dei protagonisti.

Kenyani ed etiopi hanno cominciato a spingere sull’acceleratore e il gruppo è andato perdendo pezzi importanti a ogni km. Dopo il ristoro del 30° km erano rimasti in 6 e l’etiope Feyisa Lilesa ha avuto l’ardire di chiamare Kipchoge a dargli un cambio. Il kenyano per tutta risposta ha cominciato a spingere e anche i suoi restanti compagni d’avventura hanno iniziato a perdere terreno, ultimo proprio Lilesa che Kipchoge ha irriso chiamandolo a seguirlo. A quel punto le posizioni erano stabilite con Kipchoge che è volato verso il successo regalando al pubblico assiepato al Sambodromo anche la volata finale a dimostrazione della sua freschezza atletica, per chiudere in 2h08’44”. Lilesa ha mantenuto le ultime energie per contenere il ritorno dell’americano Galen Rupp e conquistare l’argento in 2h0’54”, bravissimo l’americano che alla sua seconda maratona in carriera coglie un preziosissimo bronzo in 2h10’05”.

La maratona olimpica è stata emozionante,ma ha visto gli azzurri svolgere un ruolo di semplici comparse, decisamente inferiore alle attese, con Pertile e La Rosa pallide copie dei campioni che conosciamo. Il padovano, quarto ai Mondiali dello scorso anno, non è andato oltre il 38° posto a 8’46” dal vincitore, La Rosa ha chiuso 57° a 10’13”, il tutto in una maratona che rispetto al passato ha dimostrato come anche al di fuori dell’Africa ci sia movimento con 5 occidentali nei primi 10, una piccola rivoluzione guidata dagli Usa, che come avevano stupito fra le donne con 3 atlete nella Top 10 qui hanno colto il bronzo con Rupp e il 6° posto con un altro neofita come Ward. Ben 12 gli europei finiti davanti a Pertile, ennesimo dato di una debacle senza precedenti per la maratona azzurra.