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Rumors dalla Vigneti d’Oltrepò Marathon

di - 10/06/2015

Il caldo da canicola sembra essere diventato il leitmotiv della manifestazione vogherese, temperature elevate che hanno caratterizzato anche questa nona edizione. Un breve cenno storico riporta la mente a quando la granfondo di Voghera si chiamava Ultrapadum, da sempre una delle più impegnative al di fuori dei comprensori alpini, una delle più longeve sul territorio italiano (sommando l’Ultrapadum con la Vigneti d’Oltrepò Marathon). Circa 1.000 iscritti in questo 2015, con percorsi leggermente variati nella prima parte (una salita in meno) e negli ultimi 30 km (una salita in più), questo per entrambi i percorsi. Questa gara a nostro parere meriterebbe di più, unione d’intenti che procede stagione dopo stagione grazie alla passione dei singoli, in parte supportati da amministrazioni locali e provincia che, nonostante il periodo poco felice, cercano comunque di dare il loro contributo. Una manifestazione come la Vigneti d’Oltrepò Marathon può avere tanti difetti (chi non li ha!) ma anche tanti pregi: il primo è l’umiltà di ascoltare, cercando di migliorare e offrire qualcosa in più, nonostante le difficoltà motivate in precedenza. Il secondo è la passione di quei granfondisti partecipanti in prima persona che vogliono proporre una loro manifestazione per gli altri, accomunati dal medesimo sfogo sportivo, rendendosi propositivi anche nei confronti di un territorio vario e variegato, sempre in grado di offrire tracciati dal tasso tecnico elevato. Qui non mancano salite con pendenze in doppia cifra, dal chilometraggio elevato e piccoli strappi, tratti vallonati in cui è necessario spingere di forza, senza dimenticare discese tortuose che mettono in mostra l’abilità di guida del mezzo. Il comitato organizzatore  deve fare i conti con le strade, da quelle più trafficate a quelle interne alle colline, con il loro manto stradale, che in queste zone non ha mai brillato per bellezza e uniformità; figuriamoci in un periodo come questo, in cui i piccoli comuni fanno fatica a rattoppare le buche causate dalle temperature invernali. Eppure i giorni antecedenti la competizione un manipolo di volonterosi ha consumato le giornate a spazzare, ramazzare le curve più pericolose, segnare con la vernice bianca i tratti dissestati, applicare cartelli che anticipavano i punti sensibili, dentro e fuori dai centri abitati, senza dimenticare il blocco per intero del viale d’arrivo il giorno della gara (non dobbiamo scordare che Voghera è una cittadina dalle notevoli dimensioni, crocevia tra Piemonte, Lombardia e Emilia, per traffico e presenze). Vogliamo segnalare la poca pazienza di alcuni automobilisti, poco rispettosi nei confronti dei cartelli di divieto di transito e protagonisti d’insulti rivolti al passaggio dei corridori; male parole scagliate non solo ai partecipanti, ma anche a chi è stato addetto al presidio degli incroci. Punti sensibili, dentro e fuori i centri abitati ben segnalati da una cartellonistica d’impatto e ben visibile a distanza, ma talvolta lasciati sguarniti da individui che, dopo aver assicurato la propria presenza, hanno bellamente creato una sorta di boicottaggio. Simpatici o antipatici, belli o brutti che siano, noi rispettiamo quegli organizzatori che cercano di promuovere e creare. La gente, prima di parlare ed esprimere valutazioni e giudizi perentori, farebbe meglio a sapere realmente cosa nasconde il risultato finale. Un plauso và rivolto a tutti quelli che lavorano per le granfondo (mediofondo), manifestazioni sportive in genere, da Nord a Sud, da Est a Ovest, sempre.