Tadesse, cinquina mondiale nella mezza
In sede di presentazione avevamo avuto modo di affermare come la mancata partecipazione italiana ai Mondiali di mezza maratona a Kavarna (Bul) fosse un’occasione persa per la nostra atletica e le gare bulgare hanno confermato questa sensazione proprio perché il livello è stato elevato ma non eccelso come sempre capita quando ci sono le lepri a trascinare i più forti. Sono uscite fuori gare a ritmo molto sostenuto a dispetto di caldo e umidità, tanto è vero che ci sono stati 14 record personali in campo maschile e 15 in quello femminili, senza contare i migliori tempi stagionali, molti di più. Un consesso che avrebbe sicuramente favorito l’ottenimento di buoni risultati cronometrici e progressi, molto più che in maratonine valide solo per l’ingaggio o il “facile” ottenimento di premi solo per italiani. Sarebbe stato un test davvero utile per coloro che prima o poi ambiscono a frequentare consessi internazionali con insistenza, siano essi su pista o su strada.
Detto questo, le gare bulgare hanno bocciato ancora una volta le ambizioni kenyane, sull’onda lunga di quanto avvenuto alle maratone olimpiche di Londra. La prova maschile ha incoronato ancora una volta colui che è ritenuto il re di questa distanza, l’eritreo Zersenay Tadesse giunto alla sua quinta vittoria iridata sui 21,097 km. Inizialmente è stato il kenyano Philemon Kimeli Limo a cercare di stroncare il favorito, con l’unico risultato di bruciare ogni energia e ritirarsi anzitempo, poi è stato un monologo del campione eritreo che aveva chiuso i Giochi con un sesto posto nei 10000 che gli aveva lasciato l’amaro in bocca. Tadesse è transitato a metà gara con lo stesso Limo, ritiratosi poco dopo e gli altri kenyani Kipchoge e Kirop, poi è stato un monologo del campione eritreo. Con 1h00’19”, Tadesse che è anche il primatista mondiale della distanza ha colo la quinta vittoria, dopo il poker di successi fra il 2006 e il 2009 e il secondo posto del 2010. I kenyani, visto Tadesse andar via, hanno fatto gruppo pensando all’oro a squadre (vinto su Eritrea ed Etiopia) e su di loro è piombato l’etiope Deressa Chimsa, secondo a 32” dal vincitore. Bronzo individuale per John Nzau Mwangangi in 1h01’01” davanti ai connazionali Kirop (1h01’11”) e Stephen Kosgei Kibet (1h01’40”). Primo non africano il brasiliano Giovani Dos Santos, 14° in 1h02’32”.
Soluzione in volata nella prova femminile con l’oro conteso fra le etiopi Meseret Hailu e Feyse Tadese separate al traguardo da un secondo e con la Hailu autrice di un sensazionale sorpasso negli ultimi 15 metri. La gara si è subito messa con le africane davanti, un sestetto composto da 3 etiopi (Hailu, Tadese e Emebt Etea) e 3 kenyane (Paskalia Chepkorir Kipkoech, Lydia Cheromei e Pauline Kahenya) e si è capito subito che la nuova campionessa mondiale era fra queste atlete, mentre la favorita, l’americana Shahane Flanagan confermava la brutta prestazione della maratona olimpica e rotolava indietro fino a chiudere 24esima. Progressivamente dalla testa si sono staccate le atlete che accusavano la fatica, la Kahenya, poi la Etea, a poco più di 1 km dall’arrivo la Cheromei ha provato la soluzione lunga ma le etiopi sono presto rinvenute per poi allontanarsi e giocarsi la vittoria allo sprint. Per la Hailu, prima in 1h08’55” è il più grande successo in carriera, dove vantava la terza piazza alla Maratona di Praga di maggio ed ora punta con decisione verso la Maratona di Amsterdam fra due settimane dove vuole un tempo di valore. Seconda la Tadese a un secondo, bronzo alla Kipkoech in 1h09’04” davanti alla Cheromei (1h09’13”) e all’Etea (1h10’01”). Ottima la prova della britannica Gemma Steel, autrice di una grande rimonta nella seconda parte culminata con il 7° posto in 1h11’09”. All’Etiopia il titolo a squadre su Kenya e Giappone.
Gabriele Gentili