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Icebug Sisu RB9X BOA Fit System: il Test

di - 10/11/2021

ICEBUG SISU RB9X BOA FIT SYSTEM, una scarpa tutta nuova, dalle caratteristiche decisamente valide, messa a dura prova dalle gambe e dalla testa di Fabio Scipioni.

Nella foto in alto le nuove ICEBUG SISU RB9X BOA FIT SYSTEM testate da Fabio Scipioni sui pendii ai piedi del Monte Cervino
Test completo e fotografie a cura di FABIO SCIPIONI 

ICEBUG SISU RB9X BOA FIT SYSTEM…tanto entusiasmo!

E’ con molta prudenza ma altrettanto entusiasmo che mi avvicino al test di questa scarpa; prima di entrare nel merito del prodotto, è fondamentale capire chi è ICEBUG, il progetto footwear e la filosofia che li contraddistingue.

Nella foto in alto, la ICEBUG SISU RB9X BOA FIT SYSTEM dimostra tutta la sua “minimalità” di forme con un drop di soli 4mm e tacchetti pronunciati che ne enfatizzano il grip anche su terreni su terreni mossi e insidiosi.

Conosciamo meglio ICEBUG

I paesi nordici sono ricchi di aziende relativamente piccole che propongono prodotti di nicchia; si contraddistinguono per il design, la qualità e soprattutto la ricerca.
La casa svedese ICEBUG non è da meno e si propone nel footwear come la prima scarpa attenta al clima; il loro impegno con la Commissione Climatica dell’UN è totale, tutti i processi produttivi sono volti alla riduzione delle emissioni di gas nel rispetto dei parametri stabiliti dall’UN. Non solo siamo di fronte ad un’azienda green, ma anche i materiali con cui si costruiscono le scarpe hanno un impatto molto ridotto sull’ambiente. Oltre a ciò, Icebug è stata la prima scarpa concepita per la corsa sulla neve con soluzioni che offrissero resistenza alle condizioni climatiche e grip; tenuta sulla neve (anche mista a ghiaccio) con soluzioni sviluppate con aziende quali Michelin. Coperture di scarpe (suole) che permettono al cliente di orientarsi anche in base alla stagione.

ESAME VISIVO…linea slim e minimal

Le Icebug sono ormai il marchio di riferimento nel mondo dell’orienteering, molto usata negli OCR e swimrun; il modello che andiamo ad analizzare è la versiamo race, concepita per le gare veloci di trail o fuoristrada.
Ad un primo impatto visivo non vi sono dubbi sulla destinazione d’uso, la scarpa è molto molto bella nella sua linea, slim e minimal, molto pulita; ogni dettaglio è perfettamente integrato nella tomaia, quasi nascosto, se non fosse per il Boa Fit System integrato nella tomaia si direbbe una calza.

Fabio in piena azione, sfrutta in tutta la sua lunghezza il grip della suola. Una scarpa molto performante che. come dice Fabio, “va gestita con attenzione e buona tecnica complessiva di corsa”

Numeri e dimensioni da vera minimal

La ICEBUG SISU RB9X BOA Fit System è decisamente bassa, con poca protezione, la suola (con la sua tassellatura importante) è alta quanto l’intersuola; il drop ridotto a soli 4 mm.

Suola

Il primo dettaglio che noto è la suola della scarpa; la parte anteriore è collegata alla posteriore da una piccola striscia di gomma rendendo praticamente vuota l’area sotto l’arco plantare.
Certamente una soluzione che conferisce alla scarpa un grande potere torsionale.

Foto: Lisa Thanner & Nicklas Elmrin

Tasselli

I tasselli non sono numerosi, di buone dimensioni; sono di disegno diverso ed inseriti nella suola con uno schema preciso ed intervallati da ampi spazi. Tradizionalmente le scarpe da trail hanno suole con più tasselli rispetto alle ICEBUG SISU RB9X BOA Fit System testate o prodotti simili per destinazione d’uso.

Conchiglia

La conchiglia che ricopre il tallone è relativamente bassa, il tendine d’Achille libero così come i malleoli; risulta molto dura, direi l’unica parte rigida della scarpa. Credo vi sia una logica in tutto questo, infatti dà stabilità all’intera tomaia che invece è morbida sia nel piegamento che nella torsione.

Linguetta

Nella parte della tomaia che ricopre il collo del piede (per capirci dove c’è tradizionalmente la linguetta), è stata cucita una membrana molto simile al neoprene.

BOA Fit System

La classica rotella del BOA FIT SYSTEM è posizionata strategicamente nella parte anteriore della tomaia, senza dare il minimo fastidio durante l’azione di corsa.

Stupefacente il sistema di allacciatura BOA Fit System; il laccio TX4 è collegato da guide ultrapiatte che scendono molto basse nella parte esterna e, nella parte più alta, ad una membrana con 4 tiranti (di colore nero) fatti con materiale gommoso che ricopre la volta plantare. Solo allo sguardo si intuisce la funzionalità, il fit è avvolgente e trasmette tanta sicurezza. La rotellina del BOA Fit System è posto in una posizione precisa, in cima al collo del piede ma di pochi gradi esterni all’astragalo.

Soletta interna

Internamente la soletta è molto fine, non più di 2 mm, per ottimizzare il feeling del piede con il terreno.

SCHEDA TECNICA

  • Tomaia:100% poliestere riciclato PET con certificazione Bluesign, cioè secondo severi criteri per il minor impatto possibile sull’ambiente e persone.
  • Intersuola: 20% EVA e schiuma bloom ( materia totalmente green prodotta dalla biomassa delle alghe essiccate )
  • Suola: RB9X ovvero Rubber 9 Extreme, gomma brevettata per garantire unitamente ad un grip estremo, lunga durata anche percorrendo tratti in asfalto. Secondo studi fatti, la gomma RB9X ha i più alti standard di tenuta in condizioni di scivolosità estrema
  • Soletta: rimovibile in schiuma Bloom EVA e ricoperta da materiale completamente riciclato e certificato Bluesign
  • Allacciatura: BOA System con laccia TX4 e rotella L6
  • Drop: 4mm
  • Peso: 239 gr nel numero 43TEST SCARPAHo utilizzato la scarpa per 150 km prima di scrivere le mie impressioni; non sono troppi ma sufficienti per capire l’indole di questo prodotto.

Le prime uscite

Le prime uscite non prevedevano dislivelli eccessivi o montagne, ho corso fuoristrada sia in aree verdi con percorsi dedicati alla corsa che in campi dedicati al cross. OLtre agli ultimi allenamenti sulle mie montagne valdostane ai peidi del Monte Cervino, per avere una gamma completa e diversificata di tutte le mie uscite, ho voluto inserire dei tratti di asfalto.

Calzata avvolgente

Calzare la scarpa è relativamente facile, il sistema boa offre sufficiente lunghezza del cavo, permettendo di allargare bene la tomaia; pochi giri della rotella e già abbiamo la prima bella sorpresa.
Il piede è ben avvolto in modo perfettamente omogeneo nella parte che va dalle falangi fino all’inizio del tallone. Sono piacevolmente sorpreso di quanta camera ci sia nella parte delle dita dei piedi. A prima vista pensavo che la parte anteriore costringesse di più, invece l’avampiede si muove bene con un’ottima torsione generale.

Standing ovation per BOA Fit System

Vorrei soffermarmi qualche istante sul sistema di allacciatura BOA Fit System, perché credo proprio che meriti una nota; le mie precedenti (molto precedenti) esperienze mi facevano dubitare, avevo il sospetto di percepire in maniera eccessiva i tiranti sul collo del piede. In fin dei conti il BOA Fit System è inserito su una tomaia di spessore molto contenuto, credo quindi legittima la mia prudenza…

Un lavoro maniacale, per un fitting ottimale

Il lavoro è stato maniacale, ogni passante ha una posizione precisa così come l’angolo di tiro dei lacci; il sistema segue perfettamente l’anatomia del piede. Stringendo la rotella, la tomaia avvolge il piede in maniera uniforme completa e contemporaneamente dalle dita al tallone. Non si avverte alcuna differenza di contatto in alcune zone del piede rispetto ad altre.

BOA vs Allacciatura classica: 1-0

A mio modesto avviso un risultato che mai potremo ottenere con l’allacciatura classica; si può obiettare che esistono modelli di scarpe (validissime) con la tomaia a calza, il vantaggio del Boa ( come proposto su queste Icebug) permette di adattare la scarpa (la sua pressione) al nostro piede e non viceversa.

La “rotellina” magica

La rotella non è in una posizione esterna al piede (vedi descrizione sopra), è ben protetta, senza rischio di poterla toccare contro qualche roccia od asperità del terreno.

Qualche perplessità: Collarino del tallone

La mia  perplessità sta nella parte attorno al tallone; una volta stretta a piacimento la rotella  del Boa, nella parte interna del collare del tallone (per capirci sotto il malleolo interno), la struttura resta un pochino staccata dal piede.
Ci sarà sicuramente una spiegazione, il lavoro torsionale di elica del piede forse è facilitato, il mio dubbio che possano entrare dei detriti.

Qualche perplessità: Tomaia anteriore

Ai primi passi ho notato che le pieghe della tomaia tra inizio delle falangi e collo del piede si avvertono un pochino; la tomaia, per le sue caratteristiche idrorepellenti, è più rigida rispetto ad un mesh tradizionale a rete. Non spaventatevi perché dopo 2/3 uscite non lo avvertirete più.

I primi metri (circa 2 km) sono stati su asfalto; avevo una certa ansia, solitamente la risposta dei tacchetti sull’asfalto è molto plastica.
Non siamo con scarpe da strada ma vi assicuro che l’impatto non è brutale, la gomma non si sente sull’asfalto e soprattutto non ho alcuna pressione sotto la pianta del piede in corrispondenza dei tacchetti. Sembra una scarpa “piatta”, un po’ più dura.

“Non voglio creare aspettative sul rebound, la scarpa è molto reattiva, ma se fatta lavorare correttamente, con frequenze elevate ed appoggi corretti!”

Un prodotto race

E’ fuori discussione che stiamo correndo con un prodotto race, drop ridotto, protezione minima; non voglio creare aspettative sul rebound, la scarpa è molto reattiva ma se fatta lavorare correttamente.
Senza stancarvi con lezioni di tecnica, dobbiamo starci sopra con frequenze elevate ed appoggi corretti; possiamo anche avere percorrenze al km meno elevate, ma l’intensità degli appoggi va mantenuta ed allora possiamo goderla appieno.

Icebug, leader dell’orienteering

Se ICEBUG è il marchio da tutti riconosciuto nelle gare di orientamento, un motivo ci sarà; i terreni mossi e tortuosi, la terra ed il fango, l’erba sono il suo “playground” e vi assicuro che mi sono divertito tantissimo ad usarle.

Una grande sicurezza ai piedi

Macinando i km la sensazione che mi ha trasmesso è di totale sicurezza; ho percorso tratti bagnati su erba in contropendenza, provato fango, pietre, salite seguite da discese molto tecniche. Icebug è stata grandiosa.

Suola e BOA Fit System, i suoi “must”

Le sue due grandi peculiarità stanno nella suola e nel sistema Boa. Se la mescola RB9X è sorprendente per il grip, la tomaia resta incollata al piede senza avere alcun cedimento anche quando portata all’esasperazione su terreni con inclinazioni laterali molto importanti e scivolosi.

Ottimo feeling con i piedi

Inoltre mi ha piacevolmente sorpreso come resti bene a contatto anche sotto la volta plantare; infatti, come descritto, l’avampiede ed il tallone sono collegati da una piccola parte di gomma con una marcata riduzione di suola in quel punto.
La scarpa protegge bene dal bagnato, la tomaia è infatti più rigida e meno traspirante; pur non essendo in piena estate, si sente che è più “calda” rispetto ad un mesh più leggero.

A chi consiglio la ICEBUG SISU RB9X BOA Fit System

“La ICEBUG SISU RB9X BOA Fit System va sicuramente consigliata ai runners alla ricerca della prestazione assoluta, esigenti e capaci”

Le consiglio a coloro con un peso al di sotto dei 70 kg. Si tratta di una calzatura che richiede molta energia, una preparazione neuro-muscolare di un certo livello. Non sottovalutiamo il drop di 4mm al quale ci dovremmo arrivare per gradi. Non è il mio compito spiegare a livello fisiologico le conseguenze di un passaggio ad un drop ridotto senza esperienza, queso aspetto va affrontato con attenzione.

Sicuramente utilizzabile anche in allenamento, non più di 2-3 volte a settimana ed in alternanza a scarpe con maggiore protezione.

 

Daniele Milano nasce una buona cinquantina di anni fa in Valle d’Aosta. Cresciuto con la montagna dentro, ha sempre vissuto la propria regione da sportivo. Lo sci alpino è stato lo sport giovanile a cui ha affiancato da adolescente l’atletica leggera. Nei primi anni 90 la passione per lo snowboard lo ha letteralmente travolto, sia come praticante che come giornalista. Coordinatore editoriale della rivista Snowboarder magazine e collaboratore per diverse testate sportive di settore ha poi seguito la direzione editoriale della testata Onboard magazine, affiancando sin dal lontano 2003 la gestione dell’Indianprk snowpark di Breuil- Cervinia. Oggi Daniele è maestro di snowboard e di telemark e dal 2015 segue 4running magazine, di cui è l’attuale direttore editoriale e responsabile per il canale web running. Corre da sempre, prima sul campo di atletica leggera vicino casa e poi tra prati e boschi della Valle d’Aosta. Dal 2005 vive un po’ a Milano con la propria famiglia, mentre in inverno si divide tra la piccola metropoli lombarda e Cervinia. “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri”