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Tragedia in Pakistan: il racconto del capo spedizione

di - 10/06/2016

Il Messaggero Veneto scrive le parole rilasciate da capo spedizione sulla disgrazia accaduta sul Laila Peak.

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“Eravamo praticamente arrivati al campo intermedio, a quota 5320. Mancavano solo i cento metri del traverso e una leggera salita per raggiungere le tende. In quel punto Leo è scivolato.” Erano arrivati ad un soffio dalla vetta e, durante la discesa, avevano quasi raggiunto nuovamente il campo base.

“Per la cima mancavano circa duecento metri. Ci trovavamo sul punto in cui la cresta incomincia a spianare, alla fine del tratto ripido e difficile. Abbiamo tentato di proseguire, ma c’erano più di sessanta centimetri di neve fresca e con la neve oltre la vita proseguire era come scavare una trincea. Troppo faticoso, troppo tardi: era un rischio raggiungere la vetta. Alle undici, ad una quota di circa 5900 metri, ci siamo ritirati”.

“Quasi al termine della discesa poi, all’inizio del traverso finale, Leonardo era rimasto ultimo. Mentre stava attraversando, Zeno Cecon lo ha visto cadere. Le code degli sci si sono impigliate in una “rigola” ghiacciata facendogli perdere l’equilibrio all’indietro. Di tratti così ne avevamo passati diversi lungo la discesa e Leo non aveva avuto nessuna esitazione. Le temperature erano basse e la neve è rimasta dura tutta la mattina, senza mai mollare.”

Al momento dell’incidente Zeno ha raggiunto i compagni che erano quasi alle tende ed è partito subito assieme ad Enrico per andare a cercare Leo, mentre Carlo Così ha avuto il compito di smontare il campo e portare giù tutto il materiale al Campo Base. Oggi, i 3 ragazzi torneranno Skardu, per poi ripartire per l’Italia, mentre il recupero del giovane alpinista triestino avverrà nei prossimi giorni. Per maggiori informazioni sulla dinamica cliccare su messaggeroveneto.gelocal.it