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Veronica Inglese, hai stupito tutti…

di - 03/05/2016

Ha destato molto clamore l’impresa di Veronica Inglese che a Palo Alto (Usa) ha corso i 10000 in 31’42”02 staccando il biglietto per i Giochi Olimpici di Rio de Janeiro. Il risultato della 25enne barlettana assume grande rilievo per molteplici fattori: erano 16 anni che un’italiana non correva così forte sulla distanza, tanto che il suo tempo è il quarto di sempre nel nostro Paese e la cosa deve far riflettere proprio per come in questi anni la disciplina, e nel complesso il mezzofondo, sia stato in perenne attesa di nomi in grado di rilanciarlo (vedi la nostra disamina dei giorni scorsi qui). Il suo tempo è il 14° al mondo, ma va considerato che ben 8 atlete hanno ottenuto un risultato migliore nella stessa sede e le altre tre atlete hanno corso a Dubai il 23 aprile (compreso il miglior tempo dell’anno dell’etiope Belaynesh Oljira in 31’04”59) e una proprio in Italia, il 31’37”99 dell’ugandese Juliet Chekwel a Rubiera nella fase regionale dei Societari, ma d’altro canto i 10000 si corrono molto poco, sono divenuti come la maratona, quindi vanno programmati per tempo e su poche uscite all’anno.

Un fermo immagine della prova di Palo Alto con la Inglese che guida il gruppo all'inseguimento delle tre fuggitive (foto FB) Un fermo immagine della prova di Palo Alto con la Inglese che guida il gruppo all’inseguimento delle tre fuggitive (foto FB)

Per la Inglese si schiudono ora le porte olimpiche: a Rio il suo compito non sarà certamente quello di correre per le medaglie, ma arrivare più avanti possibile e considerando che le gare femminili sono meno tattiche di quelle maschili ma più improntate sul ritmo, puntare migliorare ancora il tempo, anche se l’orario di gara, previsto nella sessione mattutina, non è certamente dei più propizi.

Andando a riesaminare la gara americana, si nota come davanti all’azzurra ci sia solo un’europea, la norvegese pluripremiata a livello giovanile Karoline Bjerkeli Grovdal. Se la vittoria della kenyana Irene Chebet Cheptai, che è di stanza in Turchia e che punta apertamente alla selezione per Rio, era pronosticabile, ha impressionato la giapponese Ayuko Suzuki, rimasta sempre a contatto della coppia kenyana per chiudere in uno stratosferico 31’18”16, ampiamente suo personale,ma è proprio il distacco di meno di 3 secondi dalla vincitrice (anche lei al PB di 31’15”38) a far intendere che a Rio potrebbe avere un ruolo importante. Molto staccata dall’azzurra la francese Clemence Calvin, che per metà gara ha cercato di tenere il passo della Inglese pagando dazio nella seconda parte. Per chi non lo ricordasse è la vicecampionessa europea e questo ci porta al discorso sulla rassegna continentale di Amsterdam, dove la Inglese aveva preannunciato di rinunciare alla mezza maratona (ricordiamo che è stata la migliore europea ai Mondiali di Cardiff) per puntare ai 10000 per il minimo olimpico. Minimo che ora c’è, che cosa fare quindi?

Il meeting di Palo Alto è diventato un vero happening del mezzofondo, prendendo il posto di quello che nel secolo scorso era Bruxelles come riunione dedicata con grande dedizione alla distanza. La prova maschile ha riproposto ai massimi livelli il pluricampione del mondo di mezzofondo veloce Bernard Lagat, il kenyano naturalizzato americano che alla bella età di 42 anni si permette il lusso di correre in 27’49”35, tempo eccezionale per la sua fascia di età, staccando nel finale il giapponese Suguru Ozako (27’50”27) e il connazionale di chiara origine africana Futsum Zeinasellassie (27’52”70). 8 gli atleti sotto i 28 minuti, niente di che sul piano assoluto, ma tempi che in Italia ricordiamo come quasi estinti. E a proposito di tempi, va segnalato il nuovo record europeo femminile Under 23 stabilito ai Campionati Turchi di Mersin da Yasemin Can, in 31’30”70, anche lei la rivedremo a Rio.