La Vigorelli Ghisallo diventa una delle classiche di fine stagione, dove si incontrano agonisti, semplici appassionati, uomini, donne ma dove è la passione per il ciclismo a fare la differenza. Questo evento ha l’obiettivo di unire due luoghi che sono nella storia del ciclismo e nel cuore dei milanesi, grazie ad un percorso cicloturistico che si snoda tra le colline della Brianza. Ecco il racconto di Davide Sanzogni.

La quinta edizione
La Vigorelli Ghisallo è un evento che nasce cinque anni a dietro dalla fantasia di chi avvezzo a girare sulla pista del Vigorelli voleva sfidare con le bici fixed anche la salita alla Madonna del Ghisallo. L’itinerario, strade che si possono percorrere quotidianamente, trafficate nel corso delle giornate lavorative, collega la città alla montagna, suggestivo, a tratti emozionante, che ha il sapore dell’evasione, che tocca i luoghi simbolo del ciclismo meneghino. Su tutti: il parco nord con la sua pista all’aperto, la Villa Reale di Monza punto di ritrovo per molti gruppi che escono sulle strade brianzole e in particolare nell’area del Parco Agricolo della Valletta.

La nostra Vigorelli Ghisallo
Sono le 8 del mattino quando giungiamo al velodromo Vigorelli, un luogo che non necessita di presentazioni e che negli ultimi anni ha ripreso a vivere grazie all’impegno della ASD Comitato Velodromo Vigorelli. Il Comitato, insieme al Museo del Ciclismo Ghisallo e Upcycle – Milano Bike Café, sono i promotori della manifestazione.
Arrivati al Vigo
Il Vigo, acronimo di Vigorelli, come viene chiamato il velodromo dai suoi affezionati quasi fosse una creatura vivente, ci vengono consegnati una serie di tagliandi che ci serviranno una volta giunti al Ghisallo e siamo invitati ad entrare per fare colazione. Ci attendono tante gustose brioche e l’apprezzato caffè preparato dallo stand mobile della Faema. Un nome legato al ciclismo da oltre cinquant’anni: da Van Looy, Gaul e Merckx per arrivare all’odierna Eroica.
Nel frattempo i partecipanti iniziano ad arrivare, incoraggiati dalla luce che illumina il parquet del velodromo a dispetto delle previsioni che avevano raffreddato l’entusiasmo di molti. Bagnarsi, come avvenuto in maniera molto più intensa lo scorso anno, e’ una possibilità da mettere in conto visto il periodo. Ma correttamente la scelta di questa data consente di evitare sovrapposizioni con altre manifestazioni.

Tutti allo stesso livello
I ciclisti e i mezzi da loro utilizzati sono assai eterogenei. Gravel e ciclocross, bici da corsa ed altre pronte per il bike packing, Brompton e Graziella. Anche un tandem. Non ci sono classifiche. Noi pedaleremo su una Titici come pure agli ambassador del marchio di abbigliamento UYN e i padrini dell’evento Stefano Garzelli e Paolo Bettini. Il grillo livornese, durante una Sei Giorni, ha ufficialmente chiuso qui la sua prestigiosa carriera.
I ciclisti simbolo di una Milano da bere
In leggero ritardo il gruppone si muove. Semplice a dirsi, più complesso a farsi, perché far uscire da una metropoli come Milano un gruppo di alcune centinaia di ciclisti non e’ mai banale. La Polizia Municipale fa strada e si premura che nessuno resti indietro. Per questo motivo nel tratto di strada fino all’ingresso al parco nord non andiamo oltre i 20km/h. Superato uno dei polmoni verdi del capoluogo lombardo, l’andatura aumenta e, seppur non sia certo irresistibile, qualcuno intento a chiacchierare o attardato da qualche inconveniente, si stacca.
Non e’ un problema vista la presenza del carro scopa e dato che il percorso, ben segnalato, ci guida lungo strade prive di traffico mano a mano che ci inoltriamo nella Brianza.

Fuori dalla città lo scenario cambia
Iniziano le prime ondulazioni, qualcuno allunga ma lo spirito prevalente e’ quello cicloturistico. In questo incoraggiati anche da Bettini e Garzelli che senza fretta pedalano ricordando episodi più o meno noti della loro carriera. Presente in gruppo anche Davide Bramati e Stefano Zanini entrambi ex-professionisti alla Mapei-QuickStep ed oggi direttori sportivi rispettivamente nella Deceuninck-QuickStep e presso l’Astana.
Solo nei pressi del lago di Pusiano, all’imbocco della salita per Asso, le prime gocce che scendono da un cielo sempre più carico suonano la sveglia. Si inizia a spingere un po’ di più e, complice la salita, questo aiuta a tenersi in temperatura. In ogni caso non fa freddo tanto che superato Canzo, ove e’ posto il bivio tra il percorso breve che sale direttamente al Ghisallo e quello lungo che invece lo affronta dal versante di Bellagio, non pochi optano per il percorso maggiore.
Per tutti in vetta la possibilità di cambiarsi, grazie alle proprie sacche precedentemente affidate all’organizzazione, e di rifocillarsi. E’ venuto infatti il momento di mettere mano ai tagliandi ricevuti al mattino. Lunch box con riso e panino imbottito, acqua e soprattutto un’ottima birra contribuiscono a scaldare lo spirito, anche se una leggera brezza spira sotto la tensostruttura saggiamente allestita per accogliere i partecipanti.

Ghisallo e Museo qualcosa di unico
Un altro caffè caldo dalla Faema storica, un gusto particolare e una situazione che ci rimandano in qualche modo ad epoche passate. Un contesto storico e moderno al tempo stesso, un ambiente dove c’è sempre qualcuno, eppure ovattato: questa è la Modonna del Ghisallo. Noi approfittiamo degli ultimi due tagliandi, rispettivamente per l’ingresso al Museo del Ciclismo e per il ritiro del gadget, un utile ed elegante cappellino sotto casco dedicato all’evento cui abbiamo preso parte.
Abbiamo indugiato a lungo all’interno dell’esposizione del museo prima di dirigerci al bike parking per recuperare la bici: si rientra in bici a Milano. Si, un’altra particolarità della Vigorelli Ghisallo è la gestione autonoma dei partecipanti per il rientro, a Milano, a casa, verso la propria abitazione o luogo di ritrovo. Qualcuno opta per scendere fino alla Stazione di Asso, poco lontano, per farsi scarrozzare dal treno. Molti si mettono ulteriormente alla prova rientrano in bici affrontando il percorso in senso contrario rispetto alla mattina.

La Vigorelli Ghisallo ci dà appuntamento al prossimo anno, confidando anche in una giornata serena che consenta di godere maggiormente dei panorami offerti dal triangolo lariano.

a cura di Davide Sanzogni, redazione tecnica
foto di Davide Sanzogni e Mattia Ragni
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