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Ferrand Prevot, a Vallnord scrive la storia

di - 06/09/2015

La gara più attesa dei Mondiali di Vallnord, quella elite maschile di cross country, si è svolta sulla base di un canovaccio che ormai contraddistingue tutte le prove internazionali e che a dir la verità rischia di rendere un po’ noiosa la specialità, perché la superiorità dell’elvetico Nino Schurter e del francese Julien Absalon nei confronti degli altri è troppo netta. Anche la prova iridata ha visto i due battagliare l’uno contro l’altro e si è capito subito che gli altri avrebbero lottato per il bronzo. A vincere è stato Schurter, che unisce così il titolo mondiale alla Coppa del Mondo riprendendosi la maglia da Absalon, partito male ma che era riuscito a riagganciare il rivale con un’azione imperiosa, scontata però negli ultimi due giri quando Schurter ha guadagnato una decina di secondi che il francese non è più riuscito a recuperare.

Tutti attendevano il ceko Jaroslav Kuhlavy, ritiratosi già nel primo giro, ma a sostituirlo degnamente ci ha pensato Ondrej Cink, che ha fatto una gran gara resistendo al ritorno del tedesco Manuel Fumic e dello svizzero Mathias Fluckiger finiti alle sue spalle. 1’15” il ritardo di Cink, bronzo meritatissimo con Fumic a 1’22” e Fluckinger a 2’08”. La gara degli italiani ha avuto molteplici aspetti. Tiberi è partito fortissimo tanto che quando Schurter è andato via si è messo in caccia, venendo sorpassato da Cink e Absalon prima della fine del primo giro. Anche Fontana partiva bene, ottavo alla fine del giro iniziale. Mentre Fontana teneva le posizioni Tiberi andava un po’ spegnendosi mentre da dietro rinvenivano come due furie i fratelli Luca e Daniele Braidot, partiti oltre la 60esima posizione ma che continuavano a recuperare posizioni. Gli azzurri finivano così quasi per raggrupparsi con Fontana che chiudeva 13° a 4’20” davanti a Daniele Braidot, a 4’26”, Luca 16° a 4-37” e Andrea Tiberi immediatamente dietro a 4’50”. Una prova in chiaroscuro, che poco serve per il grande obiettivo delle tre presenze azzurre a Rio 2016.

Se la gara maschile non ha riservato soverchie sorprese, non altrettanto si può dire della prova femminile dove tutti attendevano Jolanda Neff,ma la svizzera ha pagato di colpo le fatiche di una stagione di fatto remando sempre nelle posizioni di retroguardia in quella che è stata la grande giornata di Pauline Ferrand Prevot, che a 23 anni entra nella storia del ciclismo per essere la prima donna in possesso contemporaneamente delle maglie iridate su strada, nel ciclocross e nella Mtb. La transalpina inizialmente si è inserita nella fuga con la canadese campionessa uscente Pendrel, la polacca Wloszczowska e l’ucraina Belomoyna, rivelazione della gara. La Neff era a una trentina di secondi in un secondo gruppetto con la norvegese Dahle e altre, la nostra Lechner viaggiava in decima piazza. Nel secondo giro Ferrand Prevot e Pendrel si avvantaggiavano, mentre da dietro risalivano Dahle e la russa Kalentieva. La Pendrel non reggeva molto, la Ferrand Prevot volava via guadagnando al quarto giro oltre un minuto e mezzo sulla canadese ripresa dalle due inseguitrici e lo sforzo le costava caro perché la Kalentieva volava via a conquistare il suo secondo argento consecutivo mentre la Belomoyna era autrice di un finale veemente che la proiettava al bronzo. 58” il ritardo finale della 37enne Kalentyeva, 1’36” della Belomoyna con la Dahle Flesjaa quarta a 2’15” davanti alla delusissima Pendrel. La Neff era solo nona a 4’57”. Per la Lechner, che per tutta la gara aveva viaggiato nei suoi pressi, negli ultimi due giri un problema tecnico costava minuti assommati che la portavano al 23° posto a 12’15”, una posizione non degna del suo blasone.

La neoiridata Pauline Ferrand Prevot in aione a Vallnord (foto organizzatori) La neoiridata Pauline Ferrand Prevot in azione a Vallnord (foto organizzatori)