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20 anni di outdoor: simbolo del successo di un intero settore

di - 10/07/2013

Friedrichshafen – Dall’11 al 14 luglio 2013 si svolgerà a Friedrichshafen la ventesima edizione della fiera OutDoor.

Agli inizi, l’importanza dell’”outdoor” si limitava in Europa ad una piccola comunità di appassionati; oggi, in vaste regioni dell’Europa, il termine è sinonimo di un movimento sportivo, del successo di un intero settore e di uno stile di vita. In questi vent’anni, OutDoor si è trasformata da piccola fiera specialistica con appena 231 espositori nel 1994 a un punto di riferimento mondiale e occasione di incontro centrale per il settore internazionale dell’outdoor con la presenza di 913 espositori. Anche il numero dei visitatori, e soprattutto la sua importanza a livello internazionale, si sono sviluppati rapidamente. “Insieme alla fiera sul Lago di Costanza, il settore ha dato un significato particolare al termine e al movimento che oggi è riconoscibile in tutto il mondo. Qui l’outdoor occupa un posto centrale, si è separato dal segmento sportivo generale diventando un settore indipendente”, spiega Klaus Wellmann, direttore della Fiera di Friedrichshafen.

L’espressione inglese “outdoor(s)” si è diffuso ormai anche in Francia, Germania e Italia. Quando alcune marche tedesche come Deuter, Big Pack, Jack Wolfskin, Lowa, Meindl, Salewa, Tatonka o Vaude dettero l’avvio alla prima edizione dell’OutDoor, si trattava di un evento che si collocava vagamente tra campeggio, escursionismo e alpinismo.

Nei tempi in cui dominavano le grandi fiere dello sport, per la community dell’outdoor mancava una platea adatta che potesse rispondere alle peculiarità e allo spirito pionieristico del settore. Fu così che il gruppo di lavoro del settore outdoor (Fachgruppe Outdoor) si mise alla ricerca di una sede adeguata per la prima edizione di OutDoor.  Ludwig Meier, che fu già allora il direttore del marketing a Friedrichshafen, ricorda: “A quei tempi l’esposizione si svolgeva ancora nell’area fieristica precedente la quale, bisogna ammetterlo, era abbastanza antiquata. Non potevamo certo vantare un’infrastruttura moderna. Invece abbiamo assunto il ruolo di coordinatori flessibili e pronti a dare una mano. Ci orientammo rigorosamente, e questo vale ancora di più oggi, alle esigenze di un settore che stava lentamente fiorendo e presentammo subito un progetto: a partire dal logo, usato ancora oggi in forma aggiornata, fino alla strategia di commercializzazione e al programma collaterale.” In un settore, in cui sono molto diffusi la voglia di fare e una buona dose di dinamismo, questa ‘ricetta’ ha avuto un buon risultato.  Infatti, Friedrichshafen è stata scelta come sede della fiera.

Quando nel 1994 fu inaugurata la prima edizione di OutDoor, 231 espositori poterono dare il benvenuto a 5.490 visitatori. Il pubblico si dimostrò molto soddisfatto della fiera. Non stupisce perciò che nei primi tre anni ci sia stata un’incredibile crescita. Già nel 1997 i padiglioni della vecchia area fieristica di Friedrichshafen erano al completo con 453 espositori, e se nel 2002 non fosse stata inaugurata la nuova fiera, l’OutDoor avrebbe dovuto cercare un’altra sede.

In concomitanza con la rapidissima ascesa della fiera OutDoor, si è assistito a uno sviluppo di tutto il movimento dell’outdoor e quindi dell’intero settore. L’escursionismo perdette la sua caratteristica di sport per anziani con i pantaloni alla zuava, la frequenza dei viaggi aumentò, dilagò una voglia di vivere la natura, che fossero le montagne locali o l’Himalaya, i Pirenei o il Perù.  La crescita delle singole marche portò anche all’internazionalizzazione dell’intero settore.

I cambiamenti politici in Europa, una catena di rifornimento sempre più globale, nonché una forte concorrenza internazionale a livello di marchio e di mercato, portarono nuove sfide per il settore emergente. Fu così che dieci anni fa si costituì l’European Outdoor Group (EOG) e il primo meeting del gruppo si svolse in occasione della fiera OutDoor. Guidati dall’idea di concentrarsi su una forte fiera europea, fu deciso di comune accordo di trasferire i diritti di marchio dell’”OutDoor” all’EOG. La focalizzazione da parte dei maggiori produttori su una fiera di riferimento del settore in Europa con l’uso della lingua inglese, oltre che l’apertura della nuova area fieristica, furono alla base della trasformazione dell’OutDoor, partita come fiera di lingua tedesca e trasformatasi in fiera di importanza mondiale.

Lo sviluppo del numero degli espositori e dei visitatori della fiera è stato equivalente a quello dell’intero settore con una crescita media di circa l’8 per cento negli anni dal 2003 al 2013. Il tema dell’outdoor si è sviluppata come tema di nicchia. La ricerca della tranquillità, delle esperienze vicine alla natura e di una situazione di riequilibrio dopo lo stress quotidiano, associato a una crescente necessità di vita sana, caratterizzano favorevolmente fino ad oggi lo sviluppo del settore. La trasformazione della società portò anche all’accettazione dell’outdoor quasi come corrente alternativa al fenomeno del ‘fast fashion’. Fu soprattutto l’abbigliamento, caratterizzato da funzionalità, durata e comfort, a diventare sempre più adatto alla vita quotidiana e cittadina e a trasformarsi in simbolo di un nuovo stile di vita. Durante la crisi economica il settore ha dimostrato la sua forza ed è riuscita anche a crescere, anche se non più nelle dimensioni conosciute nel passato. “Il principale fattore di impatto è e resta il clima”, spiega il segretario generale del gruppo EOG Mark Held.

Sia la fiera sia il settore hanno raggiunto l’età adulta e sono diventati oltremodo professionali. Sono queste delle caratteristiche necessarie anche per far fronte agli sviluppi attuali: tanti dei mercati europei sono saturati con prodotti di lunga durata, gli investitori finanziari vogliono trarre vantaggio dal successo dell’industria dell’outdoor, sia da parte dell’industria sia da parte del commercio si assiste ad un processo di concentrazione, la sostenibilità e la Corporate Social Responsibility rappresentano le nuove sfide. Sono tante le domande che aspettano una risposta: Fino a che punto è possibile crescere? Come si risponderà ai cambiamenti nel mercato delle materie prime e quello del lavoro? Come è possibile unire performance e sostenibilità? Il settore riuscirà a rimanere fedele a se stesso e mantenere la propria singolarità?

«Nonostante in questi tempi economicamente difficili tutti rivolgano lo sguardo al futuro, dovremmo concederci anche di festeggiare il successo di OutDoor degli ultimi 20 anni. Questo anniversario è un momento importante sia per il Salone OutDoor sia per il settore dell’outdoor nel suo insieme. Nella storia del salone OutDoor abbiamo assistito a tanti cambiamenti e si può dire che il nostro settore si sia sviluppato bene nel tempo,» afferma il presidente dell’EOG, David Udberg. Come europei possiamo essere orgogliosi che in quei quattro giorni di luglio, in cui la regione del Lago di Costanza si trasforma in una capitale dell’outdoor, possiamo dare il benvenuto a operatori commerciali, produttori e giornalisti da tutto il mondo».  Dello stesso avviso è anche il direttore della fiera Klaus Wellmann, che punta sulla continuità: «Continueremo a orientarci incondizionatamente alle esigenze del settore.»

L’11 luglio 2013 sarà inaugurata la ventesima edizione dell’OutDoor. Si attende la presenza di oltre 20.000 visitatori e 913 espositori su una superficie fieristica complessiva di 85.000 mq a dimostrare che il settore è carico di vitalità, dinamismo e forza innovatrice. Sia l’OutDoor che il settore dell’outdoor affrontano con ottimismo il futuro nonostante le numerose sfide che li aspettano.

La 20esima edizione di OutDoor sarà aperta da giovedì 11 a domenica 14 luglio solo per gli operatori del settore (da giovedì a sabato dalle 9 alle 18 e domenica dalle 9 alle 17).

Per maggiori informazioni: www.outdoor-show.com

Diplomato in Arti Grafiche, Laureato in Architettura con specializzazione in Design al Politecnico di Milano, un Master in Digital Marketing. Giornalista dal 2005 è direttore di 4Actionmedia dal 2015. Grande appassionato di sport e attività Outdoor, ha all'attivo alcune discese di sci ripido (50°) sul Monte Bianco e Monte Rosa, mezze maratone, alcune vie di alpinismo sulle alpi e surf in Indonesia.