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8 giorni di trekking a 6 zampe fra Liguria, Francia e Valle d’Aosta

di - 22/02/2023

Se anche voi avete un cane non potete non conoscere Clara, la sua fedele Gea e l’amore che le unisce. Clara e Gea passano ogni momento libero a camminare in qualche posto sulle alpi e questa volta ci propongono 8 giorni di trekking a 6 zampe fra Liguria, Francia e Valle d’Aosta.

 

Il progetto a cui Clara ha aderito

Voyage Experiénce di Allure Alps è un progetto italiano realizzato con fondi europei a cui hanno partecipato nove influencer e sportivi, selezionati per la loro esperienza in trekking e biking. Hanno percorso in otto giorni i luoghi outdoor più significativi dello spazio Alcotra, in un itinerario che si è concluso tra le montagne della Valle d’Aosta. I diari social di viaggio e le riprese video, realizzati dai partecipanti con la collaborazione della società organizzatrice, saranno protagonisti di una mostra fotografica allestita nel quadro del Salone del Gusto di Torino, e durante l’evento finale del PITEM M.I.T.O. a Gréoux Les Bains. Clara Donghi e la sua fedele amica a quattro zampe Gea ci raccontano in esclusiva la loro avventura.

Foto: Aiace Bazzana

Diario di viaggio (di: Clara Donghi)

Giorno 1

Nella mattinata di domenica 11 settembre, il gruppo Voyage Experience si ritrova a Molini di Triora (IM). Siamo nove persone diverse, con età, vite ed interessi diversi, ma legate dallo stesso amore per l’outdoor, la natura e lo sport; ed è proprio questo, ciò che ci porta ad essere nel posto in cui ci troviamo. La cornice delle presenza mia e di Gea qui è il progetto PITEM MITO, il filone legato alla comunicazione dell’offerta Outdoor riqualificata dai fondi europei INTERREG ALCOTRA.

Per una settimana percorreremo nuovi sentieri, valuteremo in prima persona la cartellonistica, rincorreremo i nostri passi sulla terra fresca di territori che ci raccontano la storia delle transumanze; Gea ed io, presenteremo il nostro puntuale rapporto per quanto riguarda l’offerta legata al turismo a sei zampe. Alle 11.00 tagliamo il traguardo, durante la sagra della Lumaca e sotto gli occhi curiosi di tutto il paese… diamo inizio a questa settimana! Primo drop off di moltissimi a venire – ma ancora non lo sapevo. Dedichiamo la prima parte del pomeriggio alla visita della Città Vecchia di Imperia, sotto il dettaglio:

1. Porto: Porto Maurizio di Imperia è uno dei più grandi scali turistici del Mediterraneo e punto di riferimento per la nautica moderna. Oggetto di un progetto di ampliamento e ammodernamento dell’esistente porto turistico, aggiunge nuove strutture inspirate a principi avveniristici ed innovativi, mantenendo comunque un impatto ridotto con il paesaggio circostante. A completamento del progetto ambizioso di riqualificazione marittima, è stata predisposta anche una spiaggia sabbiosa.

2. Borgo Parasio: Il promontorio del Parasio è il centro storico medievale di Porto Maurizio, uno dei simboli che caratterizzano la città di Imperia. Offre a chi lo visita scorci mozzafiato che solo un borgo affacciato sul mare possiede: è ricco di opere architettoniche, tra cui chiese, antichi palazzi e caratteristici vicoli tipicamente liguri (carrugi). Visitiamo il Duomo e la sua piazza neoclassica, l’Archivolto della Tina, Porta Martina, Palazzo Strafforello e piazza Raineri, i resti dell’antico Duomo, le Logge di Santa Chiara (uno dei punti panoramici più affascinanti della città – il convento di Santa Chiara è fondato nel 1365 come claustro per le giovani ragazze nobili della città).

Foto: Aiace Bazzana

La Passeggiata degli Innamorati: unisce Borgo Foce a Borgo Marina, romantica, scenografica e a picco sul mare. Raggiungiamo Borgo della Marina e la spiaggia sabbiosa e con piacere noto una non comunissima segnaletica. “DOG BEACH”, in Liguria. Nuova. Nel giro di 2 minuti Gea era già in acqua, ed io con lei. L’ho trovata bella perché: • Pulita e priva di rifiuti (vetri, ferri); • Presenza di Dog Shower per togliere la salsedine; • Ciotole sparse ovunque a disposizione di tutti, • Dispenser con sacchetti per pulire; • Ombre e angoli verdi riservati • È una dog beach pubblica! Non un club! Trovare una spiaggia libera per cani non è un’impresa semplice, trovarne una cosi è praticamente impossibile. E invece, ci toccherà tornare. Trasferimento oltre confine per entrare in Francia e passare la notte a Guillames.

Giorno 2

Risveglio in Francia, con i programma trekking nel Parco delle Gorges di Daluis. Programma della giornata: escursione lungo le Gorges di Daluis, considerato il canyon francese, ha falesie con più di 300 metri di altezza, acqua scintillante, vegetazione contrastante: un paesaggio da mozzare il fiato. Nel cuore del Parco europeo Alpi Marittime Mercantour, partendo da Guillames camminiamo controcorrente rispetto al fiume Var e giungiamo al Pont de la Mariee. La cartellonistica della zona è impeccabile:

• Cartelli in legno appena riverniciati, con indicazioni sempre presenti e chiare;

• Pannelli illustrativi con approfondimenti su flora e fauna locale;

• sentieri puliti;

• Regolamentazione per l’accesso ai cani: sono benvenuti ma vanno tenuti al guinzaglio per salvaguardia degli animali della zona. Il sentiero passa sempre alto e non ha alcun accesso al corso d’acqua principale e non si incontrano rii secondari: da tenere in considerazione nei giorni soleggiati per il cane. Trasferimento per passare la notte a Greux les Bains.

Foto: Aiace Bazzana

Giorno 3

Transfer verso Digne les Bains: oggi battiamo i sentieri de La Routo. Di cosa si tratta? “Dall’occitano far la routo, transumare, è un progetto franco-italiano avente per obiettivo lo sviluppo dei territori interessati dalla transumanza e dall’itineranza. Risultato di oltre dieci anni di scambi tra la Maison de la Transhumance (Salon-de-Provence) e l’Unione Montana Valle Stura (Piemonte italiano), mira ad attuare e animare un itinerario e una rete transfrontaliera che collega la pianura della Crau alla valle della Stura.

L’itinerario escursionistico a lunga distanza GR®69 La Routo® collega le pianure della Bassa Provenza alle valli alpine del Piemonte avvalendosi degli antichi tratturi, sulle tracce delle greggi ovine che praticavano la grande transumanza estiva. ”Percorriamo chi a piedi, chi in bicicletta, sentieri e tappe diverse del Vallone di Laverq, giungendo a fine giornata tutti a la Barcellonette. Bellissima escursione che attraversa ambienti naturali molto diversi, contrastanti tra loro, quelli tipici delle alpi.

 

Da sentiero dolce nella foresta, a piccolo tracciato che sale inerpicandosi tra pietrisco e larici, al passo spoglio, la discesa tra torrenti e funghi, poi il bosco fitto fino a Saint Barthlemy: segnaletica presente lungo tutto il percorso, sia cartelli gialli appena posizionati, che vernice fresca su rocce e cortecce (molto visibile). Si leggono sempre i nomi dei paesi raggiungibili più velocemente ed i relativi tempi di percorrenza. I cani sono ammessi sui sentieri senza restrizioni e la traccia nella sua totalità non presenta pericoli: attenzione maggiore nei pressi della prima discesa dopo il passo per la possibile presenza di cani da pastore.

Non dimenticate di portare acqua in abbondanza perché non incontrerete alcun corso/fonte. Dopo l’alpeggio e prima della discesa di fine tappa il sentiero si addentra in un bosco ombroso con parecchi alberi caduti “appoggiati” su altre cortecce in non ottimo stato: potrebbe essere pericoloso per gli escursionisti. Trasferimento a La Barcellonette per la notte.

Foto: Aiace Bazzana

Giorno 4

Trasferimento per La condamine Chatelard, nel cuore del Parco della Valle dell’Ubaye – Alpes-de-Haute-Provence. Visitiamo l’espande, un nuovo ed appena inaugurato parco giochi educativo e di relax didattico. L’opera è parte del progetto europeo franco-italiano di sviluppo del turismo outdoor PITEM MITO (programma interreg Alcotra): è stata allestita la spianata del forte di Tournoux per renderla un sito dedicato alla pratica degli sport naturali. Il sito è suddiviso in 5 sezioni principali:

• un’area dedicata al parcheggio delle auto che comprende 26 posti, parcheggi per moto e biciclette,

• un’area di accoglienza con tavoli da picnic, panchine, prendisole e uno spazio di contemplazione, • una segnaletica di accoglienza e direzionale armonizzata,

• un sito di partenza di attività con 3 proposte: roccia da arrampicata e attrezzi ludo-sportivi

• Lo chalet stagionale di informazioni turistiche istituito dalla CCVUSP e Ubaye Tourisme è stato integrato nel nuovo spazio, favorendo così la promozione del patrimonio e della cultura della valle dell’Ubaye. Il forte non era visitabile causa chiusura straordinaria. Ci trasferiamo a Crots per la notte, con la possibilità di poterci riposare nel pomeriggio ed esplorare liberamente la zona.

Con il cane, ovviamente non sono stata in hotel ma mi sono diretta verso l’area fluviale che sfocia nel Lac de Serre Poncon: una strada pedonale/ ciclabile che descrive il perimetro completo del lago. Immersa nel verde, mantenuta bene, tantissimi tavoli da pic nic e scorci sul fiume: bella!

Foto: Aiace Bazzana

Giorno 5

Alle spalle di Crots, c’è uno spazio naturale situato a sud-ovest del Massiccio del Parpaillon, nelle Alpi francesi: la Foret du Boscodon, la nostra destinazione. Il trekking di oggi parte da qui e si dirige al Pic de Morgon (2.324 m.s.l.m) detto anche Gran Morgon, nelle Alpi Cozie.

Saliamo in vetta perché, oltre a percorrere i sentieri bellissimi del parco, vogliamo raggiungere la rosa dei venti che è stata posizionata sulla cima del Monte. L’escursione ha inizio dall’abbazia di Notre-Dame de Boscodon, un’abbazia del XII secolo. La cartellonistica è ricca e sempre presente anche qui, dalla partenza fino alla cima.

L’accesso ai cani è regolamentato da regole scritte e posizionate più volte sul percorso: per un periodo i cani non possono percorrere quei determinati sentieri per via degli alpeggi, per altri è concesso ma la circolazione impone il guinzagliò. I pascoli e i cani da lavoro sono intorno all’alpeggio e l’incontro potrebbe essere pericoloso. L’escursione non presenta nessun tratto pericoloso in particolare, ma è veramente suggestiva a livello paesaggistico. L’area pic nic dell’Abbazia è molto originale: botteghe, tavoli attrezzati, ombra e tanta natura! Ci trasferiamo a Briancon per la sera.

Foto: Aiace Bazzana

Giorno 6

Sveglia presto direzione Col du Galibier, famosa tappa del Tour de France perché è la più alta (ben 2.642 mslm). Il colle è l’ottava strada asfaltata più alta d’Europa e connette Saint-Michel-de- Maurienne e Briançon via col du Télégraphe and Col du Lautaret. Copriamo tratti diversi, chi in Gravel, chi arrampica tra i colli, chi a piedi tra i monti e chi tra i paesini che sono inclusi in questo tratto di terra spettacolare.

A sei zampe e con accompagnamento, imbocchiamo la strada pastorale che conduce al Col Du Telegraph: si tratta di un sentiero largo e sterrato, che si snoda parallelo alla strada carrabile principale ma che nonostante ciò, rimane silenzioso e immerso nella natura. Partiamo dalla località Le Col, dove troviamo subito l’indicazione per la nostra meta. Accanto ai cartelli, troviamo anche delle avvertenze per quanto riguarda la presenza di possibili cani liberi e con il comportamento da seguire in caso di incontro: lo trovo una segnalazione più che utile, soprattutto se si possiedono animali con noi.

 

Questo tipo di segnali sul sentiero, infatti, è molto importante: mantiene la soglia dell’attenzione del padrone sempre alta. In meno di un’ora, per il Passo Tre Croci, arriviamo al Telegraph: qui sono presenti alcuni pannelli illustrativi che raccontano cenni storici, geografia, collegamenti, valli adiacenti e curiosità del famoso valico. Sono davvero ben illustrati e il pubblico che si ferma a consultarli, è vasto. Dedichiamo la seconda parte della permanenza sul colle, alla visita al Fort du Telegraph (che purtroppo è in parte chiuso alle visite pubbliche). Il percorso è impeccabile: diviso in zone in base alla posizione geografica delle rovine, sono presenti cartelli che raccontano il passato del forte (da storie di persone a storie sugli armamenti). Nel pomeriggio ci spostiamo a Moncenisio, visitiamo il lago e raggiungiamo l’hotel nel quale passiamo la notte.

Giorno 7

Partenza all’alba con il gruppo trekking + Gea per affrontare uno dei giorni più belli dell’esperienza: Traversella e i Sentieri Selvaggi. La partenza del trekking è a Fondo, un minuscolo borgo in pietra nella valle di Traversella, appunto; il sentiero è curato molto bene, pulito nonostante il forte vento e si snoda sulla sponda sinistra di un torrente che forma pozze cristalline e cascatelle. Per il cane ottimo, perché si è potuta rinfrescare da subito. Arriviamo a Tallorno, una borgata nella quale è presente anche una Locanda: qui si dirama un crocevia di sentieri.

La via dei cannoni, sentiero dei mufloni, alpe reja di vico e bocchetta dell’oca (2.417 m.s.l.m e 3.15 h di percorrenza). Cartellonistica e segnaletica orizzontale impeccabile. Usciamo dal bosco e la via si apre sulla valle circostante, la pendenza aumenta ed alle spalle riusciamo a vedere la pianura padana. Superiamo diversi alpeggi dove sono presenti cani da pastore, che però sono richiamati costantemente dai padroni quindi non troviamo difficoltà.

La bocchetta dell’Oca è una distesa erbosa in cresta circondata da cime e guglie, davvero suggestiva. Il GTA passa di qui. Dopo una breve pausa pranzo, proseguiamo sul sentiero che ora sarà solamente in discesa per un dislivello negativo di circa 1.000 metri. Siamo sempre di fianco al torrente, ma ora la via è più stretta e lastricata: sono state installate delle catene in alcuni punti ritenuti più pericolosi, per aiutarsi. Molto utili! Arriviamo in poco più di un’ora a Piamprato, Val Soana la nostra destinazione.

Escursione bellissima, in valli ancora selvagge ed autentiche. Sono rimasta affascinata dai paesaggi ed anche dalla gentilezza degli abitanti della Valle: sanno di vivere, per me, in un luogo quasi incantato ancora lontano dal turismo di massa che talvolta è negativo. Tutti i sentieri della giornata non presentano difficoltà per i cani, né tanto meno divieti. Pernottiamo a Ronco Canavese.

 

Giorno 8

Oggi è l’ultimo giorno e dalla Val Soana, arriveremo a Pont Bozet, passando per il Col de Laris. Camminiamo sul confine del Parco Nazionale del Gran Paradiso: ne respiriamo l’aria, ma tecnicamente non siamo dentro. Questo, mi permette di essere tranquilla con Gea: il gran Paradiso non è accessibile con i cani (in alcuni periodi almeno), mentre qui non ci sono divieti. La salita al Col de Laris è tranquilla e attraversa alpeggi, prati, una piccola pietraia, qualche ruscello. Cartelli gialli, segnaletica dipinta su pietra in abbondanza. Entriamo nella valle di Champorcher e ci prepariamo ad una discesa veramente lunga: posso dire che non vedevo panorami cosi belli da tanto?

 

L’arco alpino davanti ai nostri occhi, l’appennino alle spalle e il foliage timido di fine settembre. Sentieri ben segnati, puliti, indicati, rinnovati di recente: l’esperienza non poteva concludersi in modo più maestoso. Tutto il percorso è ottimo anche per i cani, che però devono avere un po’ di allenamento alla montagna perché i dislivelli sono tanti ed i km pure. Pettorina e lunghina consigliata per presenza di animali. GRAZIE DI CUORE per averci permesso di partecipare a questo progetto: mi sono sentita veramente VIVA. Clara

 

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Diplomato in Arti Grafiche, Laureato in Architettura con specializzazione in Design al Politecnico di Milano, un Master in Digital Marketing. Giornalista dal 2005 è direttore di 4Actionmedia dal 2015. Grande appassionato di sport e attività Outdoor, ha all'attivo alcune discese di sci ripido (50°) sul Monte Bianco e Monte Rosa, mezze maratone, alcune vie di alpinismo sulle alpi e surf in Indonesia.