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9+1 ragioni per scalare a Kalymnos

di - 05/12/2019

È il 1996 quando, durante una vacanza al mare con la moglie, l’arrampicatore romano Andrea Di Bari noleggia uno scooter e, in una crisi di astinenza da scalata, decide di fare un giro per vedere l’altro lato dell’isola di Kalymnos. Quando dal porto di Pothia si affaccia sul versante che guarda l’isola di Telendos, Andrea rimane folgorato: ha davanti chilometri e chilometri di stupendo calcare vergine, tutto da scalare. Solo pochi mesi dopo torna sull’isola con i suoi amici e un secchio con 300 spit. La ragione è facile da immaginare.

In pochi anni quello che era un paese abitato solo da api e capre è presto diventato una delle destinazioni preferite dagli arrampicatori in vacanza. Perché? Le ragioni sono tante e tutte decisamente fondate.

1. La roccia

Scevri da alcuna conoscenza in geologia viene da chiedersi come è possibile che un’isola così piccola ospiti così tante pareti. Queste, di dimensioni stratosferiche, sono di un calcare perfetto, che fa prudere le mani solo a vederlo. E quando lo si tocca… comincia la festa. Le prese sono delle più varie, dalle canne alle tacche passando per svase e rovesce, e la roccia non essendo aggressiva permette di scalare svariati giorni di seguito, fino quando i bicipiti non sono fuori gioco.

 

2. La varietà

Varietà di appigli, movimenti, colori. Per quanto lo stile d’arrampicata sia principalmente quello di movimento su strapiombo, ci si può sbizzarrire in tecniche diverse ogni giorno, sino a quella del sollevamento calice di birra a fine giornata.

3. Il mare

Si, perché il mare non si vede solo se ci si gira quando ci si blocca in catena: il mare lo si vive. L’acqua, pulita e fresca (alcuni diranno fredda, ma non fidatevi), richiama il tuffo immediato post-scalata. Qui, se ne si ha voglia, si può realmente fare il due in uno con una vacanza di mare e di scalata al tempo stesso. La protezione però, mettetela dopo la scalata che scalare con le mani unte non è una bella cosa.

4. Gli odori

Timo, terra bruciata, mare e odore di capra: questi odori arrivano alle narici delicatamente (tutti, tranne l’ultimo) e creano dei ricordi inaffondabili.

 

5. La vita semplice

In quest’isola dove il tempo sembra essersi fermato si fa una vita che rigenera lo spirito di chi la visita. Ci si sveglia, in uno dei cento studio bianco e blu, si sale sulla sella del motorino e si guida verso la falesia della giornata. Si scala all’ombra, si scende per uno spuntino, ci si butta in mare e si ammira il tramonto con una Mythos ghiacciata in mano. La vita, oltre ad essere semplice, è anche piuttosto economica.

 

6. La comunità

Kalymnos negli anni è diventata una meta internazionale. Qui si ha la possibilità di conoscere climber da tutti i paesi con culture e abitudini diverse dalle nostre. La bellezza è che si può andare anche da soli o in compagnia di un partner che non scala e si trova comunque un compagno di scalata. Con l’aiuto della tecnologia, adesso, è facilissimo.

7. Il cibo

Noi alla cucina mediterranea siamo abituati, ma chi proviene dall’altra parte del mondo, nei giorni di vacanza celebra la festa del palato. Pesce fresco, feta, olive, pomodori: pochi alimenti colorano la tavola, ma questi sono tutti buonissimi.

 

8. Il clima

Il meltemi soffia leggero e permette di scalare da aprile fino a novembre. In realtà ci si potrebbe scalare tutto l’anno, ma d’inverno raggiungere l’isola diventa più complicato. Piove, purtroppo per la terra ma per fortuna per noi, raramente ed il più delle volte non serve nemmeno controllare il meteo prima di partire.

 

9. Il tramonto

Forse si poteva mettere nel punto precedente, ma il tramonto che si ha il privilegio di ammirare ogni giorno merita una menzione a parte. Indimenticabile.

10. La musica

Scherzo. È vero che de gustibus…, ma a mio parere la musica greca è decisamente inascoltabile.

Già solo con queste ragioni si potrebbe convincere anche il peggiore degli scettici ma sono certa che se ne possono trovare almeno altre dieci. Vi invito a provarci

Eva è nata e cresciuta a Roma, dove ha studiato giurisprudenza per capire che è una persona migliore quando non indossa un tailleur. Ha lasciato la grande città per lasciare che il vento le scompigliasse i capelli sulle montagne delle Alpi e presto ha scoperto che la sua passione per l’outdoor e scrivere di questa, poteva diventare un lavoro. Caporedattrice di 4outdoor, collabora con diverse realtà del settore outdoor. Quando ha finito di lavorare, apre la porta della baita in cui vive per sciare, correre, scalare o per andare a fare altre gratificanti attività come tirare il bastone al suo cane, andare a funghi o entrambe le cose insieme.