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Aosta-Becca di Nona, Vertical biennale raccontato da Mattia De Guio

di - 21/07/2016

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Domenica 17 Luglio, la gara di Vertical biennale Aosta-Becca di Nona si è svolta nel migliore dei modi. Dalla centrale Piazza Chanoux fino ai 3142 metri della vetta è stata lunga, ma Mattia De Guio ce l’ha fatta anche questa volta. Come sempre ha corso per se stesso, ma anche per descrivere e dimostrare a voi lettori del web quanto sia bello correre in Val d’Aosta.

 

di Mattia De Guio

“Ci sono gare che vale la pena di correre anche solo per loro rilievo, per ciò che rappresentano in una regione che vive di montagna, per poter dire di aver preso parte ad una manifestazione stupenda sotto ogni aspetto.

Mi riferisco alla Aosta-Becca di Nona; gara biennale di altissimo profilo che vede tra i vincitori delle passate edizioni anche Kilian Jornet Burgada e Tadei Pivk, oltre a campioni 100% valdostani come Bruno Brunod, Dennis Brunod, Jean Pellissier e Gloriana Pellissier.

Oggi una folla di runners colorati invade il cuore della città: oltre 500 gli iscritti per la prima riedizione di una gara storica , dopo la pausa di 3 anni.  Un appuntamento diventato biennale per questa competizione tanto bella quanto dura, che da quest’anno prevede due traguardi: 1500 D+ con arrivo a Comboé (9k), e 2500 D+ (13k) con arrivo sulla cima della Becca di Nona, montagna che domina il centro valle con i suoi 3152 metri s.l.m..

Man mano che mi avvicino al ritiro pettorali, gli atleti sbucano da ogni angolo in direzione Piazza Chanoux, pieno centro della città di Aosta nonché punto di partenza della gara. La tensione è palpabile e l’aria davvero carica di adrenalina!

In poco tempo siamo tutti pronti a partire: la cornice del centro storico è bellissima, la giornata perfetta, una folla di curiosi e tifosi circonda il gruppo di atleti e il ritmo di Eye of The Tiger sparata a manetta accompagna il countdown!

Quanto questa gara sia sentita dal popolo sportivo valdostano è dimostrato dall’atmosfera che accompagna i corridori lungo tutto il percorso, dove tifosi e appassionati incitano tutti, dal primo all’ultimo con la stessa intensità (forse anche perché sanno che salire fin lassù è un po’ più di una semplice passeggiata).

La prima parte di gara prevede circa 1 km di piano su asfalto fino a Charvensod, dove inizia lunghissima la salita alla conquista della vetta.

Da subito il sentiero si presenta ripido ma nell’ombra del bosco; il calore del pubblico è contagioso quindi il ritmo ne risente in modo positivo.

Il terreno spiana soltanto un paio di volte prima di entrare nel vallone di Comboé (al 9° chilometro, arrivo della gara corta) dove l’atmosfera è fantastica: una banda folkloristica accoglie gli atleti, tantissima gente lì a godersi la gara e il luogo davvero bellissimo.

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Panorama mozzafiato, Mattia scatta una foto dal Vallone di Comboè, Weisshorn, Cervino e Monte Rosa sullo sfondo.

Ma bisogna rimandare il relax e tenere duro ancora per 4 chilometri, che sono però i più impegnativi! Ora il sole è a picco e gli alberi ci hanno lasciato ai 2100m di Comboé. Il sentiero torna ripido e questa è la parte che fa soffrire di più, soprattutto per chi non è riuscito a conservare un po’ di energie. Quando mancano circa 500+  si intravede la cima della Becca di Nona con la bianca statua della Madonna che vigila su Aosta, ma la classica frase “sembra vicino e invece non arrivi mai” in questo caso è proprio azzeccata !

Al colle Carrel, che separa la Becca dal Monte Emilius, si svolta a sinistra e con un ultimo sforzo si raggiunge finalmente la vetta.

Lo spettacolo è sublime: sono orizzonti come questo che ci fanno alzare dal divano, mettere le scarpe, correre e faticare per ore… per poi realizzare che lo faremmo altre cento, mille volte  ma non per il cronometro o la classifica, solo per noi stessi. Per noi, qualunque sia la motivazione che ci spinge quassù ogni volta.

L’arietta fresca dei 3142m dell’arrivo e il vociare di tutti i presenti smorzano un po’ il romanticismo quindi, dopo essermi ripreso un attimo, torno giù a Comboé dove è stato allestito un abbondate ristoro con tanto di polenta e brossa! La birretta c’è e… chi ce lo fa fare di scendere al caldo!

Quest’anno sono stati Massimo Farcoz (1 ora e 54 min), giovane atleta valdostano e promessa della corsa in montagna e Chiara Giovando  (2 ore e 27 min) ad affiancare il loro nome alle leggende di questo sport.

Complimenti a tutti coloro che hanno reso possibile e organizzato così bene questo evento.

Arrivederci al 2018!”

La conclusione di Mattia non può che rendere 4Running e tutta la redazione partecipi di un successo studiato a tavolino nei minimi particolari.

 

 

Daniele Milano: spirito di montagna, anima sportiva. Nato in Valle d’Aosta circa cinquant’anni fa, Daniele cresce immerso nella natura e nello sport. Prima lo sci alpino, poi l’atletica leggera: il movimento è da sempre il suo linguaggio. Negli anni ’90, la svolta. Lo snowboard lo conquista completamente — non solo come rider, ma come narratore del mondo snow. Coordina Snowboarder Magazine, collabora con testate specializzate e guida la direzione di Onboard Magazine. Dal 2003 è anche una presenza fissa nell’evoluzione dell’Indianprk snowpark di Breuil-Cervinia. Tra penna, neve e sentieri. Maestro di snowboard e telemark, dal 2015 è il cuore editoriale di 4running magazine, dove racconta il trail, l’anima del running, il gesto sportivo come espressione di equilibrio. Correre è il suo modo di essere. Dai campi di atletica vicino casa ai boschi della Valle, per poi trasferirsi a Milano. Oggi vive tra città e montagna, ma è sempre fedele al suo credo: “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri.”