Siamo stati a New York, in occasione del lancio mondiale di FUTURELIGHT, la rivoluzionaria tecnologia di The North Face, tra le aziende che hanno segnato in modo indelebile il concetto di outdoor degli ultimi 30 anni. L’iconico brand lancia sul mercato i nuovi capi rivoluzionari FUTURELIGHT, sviluppati con l’utilizzo di questo nuovo, incredibile materiale, che aumenta sensibilmente traspirabilità e impermeabilità dei capi.

Da Denver una rivoluzione epocale
La storia di The North Face, marchio leader del mondo outdoor, parte nell’oramai lontano 1966 direttamente da Denver in Colorado. Obiettivo del brand americano è sempre stato quello di preparare gli atleti outdoor ad affrontare le avventure più estreme, sviluppando prodotti e linee di abbigliamento testati direttamente sul campo dagli atleti più forti al mondo. Un’azienda che da sempre affianca alla produzione di capi leader nel mondo outdoor la salvaguardia del nostro pianeta, riducendo il proprio impatto ambientale delle varie fasi produttive, attraverso programmi mirati, che incoraggiano la sostenibilità e l’economia circolare dei materiali utilizzati.
A proposito di FutureLight
Questo tessuto, sviluppato utilizzando l’innovativa tecnologia Nanospinning sarà proposto per le giacche, pantaloni e salopette delle linee Summit Series, Steep Series e Flight Series e renderà disponibile per la prima volta la sua protezione impermeabile e traspirante.

Cos’è Nanospinning
Nanospinning è il processo di lavorazione altamente tecnologico e a dir poco rivoluzionario che The North Face ha utilizzato per produrre e sviluppare il tessuto FUTURELIGHT. Con questo processo avanzato, si riesce a dotare la membrana di microfori che, a seconda delle esigenze e del tipo di lavorazione, possono dare vita a capi di abbigliamento con elasticità, traspirabilità, impermeabilità all’acqua e una permeabilità all’aria incredibili. Praticando così dei fori a livello Nano, si assicura una porosità incredibile, pur mantenendo pressoché inalterate le caratteristiche principali di impermeabilità, e consentendo il passaggio di aria per permettere la traspirazione stessa.
Pau Capell in piena azione durante le fasi di lancio della nuova tecnologia FUTURELIGHT.
Nanospinning pesa quanto vuoi tu!
Affiancata a caratteristiche tecniche innegabili, la lavorazione Nanospinning del FUTURELIGHT permette ai progettisti e ai designer di variare e personalizzare mai come prima il peso, la traspirabilità, l’elasticità, ma soprattutto di disegnare capi unici, adattandoli in modo specifico alle singole esigenze dei differenti sport.
Fernanda Maciel, perfetta testimonial di trail running e outdoor con la nuova FUTURELIGHT jacket della LIGHT SERIES
Direttamente dall’oudoor degli atleti
Lavorando da sempre a stretto contatto con l’élite del mondo outdoor, The North Face è riuscita nell’impresa di sviluppare un materiale che può risolvere qualunque tipo di condizione meteo e performance atletica. Nato in montagna, ispirato dal team internazionale di atleti The North Face in cerca di una maggiore traspirabilità e prestazioni ottimali nei loro capi waterproof, FutureLight si pone come la nuova grande frontiera del brand americano, determinato a sfatare la convinzione che un capo waterproof debba essere inevitabilmente scomodo, rigido e pesante. FUTURELIGHT riesce infatti ad essere non solo impermeabile ma molto leggero, flessibile, comodo e resistente.
Pau Capell si diverte scendendo a palla giù da una pietraia. Il vincitore dell’UTMB 2019 è entusiasta della nuova tecnologia FUTURELIGHT.
Sviluppo e sostenibilità
Da sempre estremamente attenta alla salvaguardia dell’ambiente, anche nella produzione del nuovo FUTURELIGHT, The North Face ha curato con particolare attenzione il rapporto con l’ambiente, mantenendo uno standard di salvaguardai e sostenibilità di primissimo livello e dopo tre anni di progettazione e studi è oggi pronta a lanciare in modo definitivo questa piccola grande rivoluzione tecnologica. Con il lancio di FUTURELIGHT, The North Face punta a instaurare un nuovo standard di sostenibilità per il settore, basato su metodologie innovative nel processo di creazione dei tessuti. Grazie a questo approccio all’avanguardia, il brand mette a punto indumenti a tre strati realizzati per il 90% con materiali riciclati.
I due modelli della FLIGHT SERIES con tecnologia FUTURELIGHT, a sinistra nella versione da donna e a destra da uomo.
La parola a The North Face
– Scott Mellin, Global General Manager Mountain Sports di The North Face –
“L’innovazione di prodotto, l’impegno a superare i limiti e il coraggio di uscire davvero dagli schemi, sono parte integrante del DNA di The North Face sin da quando l’azienda è stata fondata, più di 50 anni fa. Per troppo tempo, siamo stati costretti ad adattarci a ciò che indossavamo e alle condizioni ambientali ma con l’avvento di FUTURELIGHT possiamo finalmente offrire capi che si adattano realmente alle esigenze di chi li indossa. Il lancio di questo tessuto rappresenta una svolta epocale per il nostro marchio, per il mercato dell’abbigliamento tecnico e per i consumatori che non dovranno più scendere a compromessi tra comfort, traspirabilità e protezione impermeabile. Oggi iniziamo da giacche e abbigliamento outdoor ma non ci fermeremo qui. FUTURELIGHT può potenzialmente rendere qualunque cosa traspirante e impermeabile e, per la prima volta, confortevole. Questa tecnologia apre la strada a un nuovo futuro per i tessuti tecnici e rappresenta infinite possibilità di applicazione nelle varie linee di prodotto The North Face”.
Testato sull’Everest
Il tessuto FUTURELIGHT è nato in montagna, ispirato dal team internazionale di atleti The North Face in cerca di una maggiore traspirabilità e prestazioni ottimali nei loro capi waterproof. Il materiale è poi stato testato durante le loro spedizioni sulle vette più impervie e nelle condizioni più estreme come quelle del Lhotse e dell’Everest in Himalaya. Jim Morrison, membro del team The North Face, ha messo alla prova FUTURELIGHT scalando e sciando tre 8.000 lo scorso anno, tra cui Everest e Cho Oyu e portando a termine la prima discesa integrale con gli sci del Lhotse Couloir insieme a Hilaree Nelson.
In foto due modelli di giacca della STEEP SERIES.
La parola agli atleti
– Hilaree Nelson, Team captain di The North Face –
“Nel corso degli ultimi due anni, gli alpinisti, gli scalatori, i trail runner e gli snowboarder del team hanno testato rigorosamente FUTURELIGHT in ogni tipo di disciplina per mettere alla prova questa tecnologia a seconda dei diversi climi e delle condizioni meteo di tutto il mondo. In tutti gli anni passati tra le montagne, non ho mai sperimentato un prodotto in grado di offrire prestazioni pari a quelle di FUTURELIGHT. Si tratta di un nuovo paradigma che cambia completamente le mie aspettative nei confronti di un materiale impermeabile”.
Altri due modelli di giacca delle STEEP SERIES con taglio snowboard.
Gli Underwriters Laboratories
Oltre al proprio laboratorio di test interno che coinvolge gli atleti, The North Face ha lavorato con esperti indipendenti come gli Underwriters Laboratories (UL), un ente internazionale di certificazione della sicurezza che ha spinto al limite il tessuto FUTURELIGHT al fine di testarne l’impermeabilità. Gli UL sono noti per la certificazione degli standard waterproof della National Fire Protection Association, l’ente statunitense che attesta la conformità dell’abbigliamento per i pompieri, gli addetti al pronto soccorso medico e i nuclei preposti alla gestione delle sostanze pericolose.
Ad un’azienda come The North Face la montagna non manca di certo. In foto alcuni capi della SUMMIT SERIES, dedicati espressamente alla montagna e all’alpinismo.
FUTURELIGHT è anche in video
Per celebrare il lancio di questa tanto attesa innovazione, il brand ha rilasciato una campagna video e fotografica con protagonisti alcuni degli atleti del suo team, tra cui la sci-alpinista Hilaree Nelson, la snowboarder Leanne Pelosi, e i climber Jimmy Chin e Andres Marin.
I capi FUTURELIGHT saranno disponibili dal 1° ottobre in esclusiva su www.thenorthface.it, nei negozi monomarca The North Face e in alcuni punti vendita selezionati.
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