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Valle d’Aosta: dove scegliere come vivere l’outdoor

di - 12/08/2020

Sarà anche una regione piccola di dimensioni, ma la Valle d’Aosta è forse tra le più ricche d’Italia quando si parla di possibilità di praticare sport outdoor. Tra questi, vogliamo soffermarci su quelli più estivi: l’arrampicata e l’alpinismo, il parapendio e il rafting, lasciando la parola a chi – di queste attività – ha deciso di farne la propria ragione di vita.

Alpinismo e arrampicata in Valle d’Aosta: ce ne parla la Guida Alpina François Cazzanelli

Sono nato ad Aosta nel ’90 e ho iniziato a scalare quando ero molto piccolo, a 6 anni, insieme a mio papà che era Guida Alpina.

In Valle d’Aosta ogni 2 anni ci sono circa 15 nuovi aspiranti Guide Alpine, per cui credo che anche se non tutti i locali finiscano con il praticare sport di montagna, alla fine c’è sempre qualcuno di interessato e il ciclo continua. Per il momento non sono cifre esorbitanti ma sono cifre che esternano quanto il turismo outdoor sia diventato importante per la regione.

Io sono diventato Guida a 22 anni. D’estate io e le Guide del Cervino, lavoriamo maggiormente con l’alpinismo avendo parecchi 4.000 accessibili a tutti; diciamo che le guide hanno svariate possibilità qui. D’inverno sicuramente lavoriamo di più con lo sci fuoripista e con lo scialpinismo. L’arrampicata su ghiaccio invece, è un’attività un po’ d’elite, perché è difficile far avvicinare le persone a questo sport molto faticoso, che si pratica al freddo. Quando le persone provano non vogliono più smettere, ma il difficile è proprio portarle a provare.

Riguardo l’arrampicata sportiva va detto che la Valle d’Aosta ha tantissime falesie: per chi inizia consiglierei una visita ad Arnad, alla Gruviera, o alla falesia di Pontei. Ce ne sono tante altre in Valgrisenche, in Valtournenche, a Courmayeur: diciamo che l’arrampicata in falesia è la più semplice da praticare perché ogni valle ha le proprie falesie e ce ne sono per ogni livello. È un’attività, quindi, che si può fare su tutto il territorio.

Per quanto riguarda l’alpinismo classico, direi che per approcciare la scalata sui 4.000 consiglierei una salita al Breithorn, in giornata da Cervinia, per chi ha poco tempo, mentre per chi ha più giorni a disposizione l’ideale è andare a fare un giro nel Parco del Gran Paradiso, per scalare il Gran Paradiso, che è ancora una montagna dove si respira la tranquillità tipica dell’alta quota ed è uno dei 4.000 più facili delle Alpi, accessibile quasi a tutti.

Noi, come guide, cerchiamo di avvicinare le persone alle montagne e devo dire che la risposta è positiva: sempre più persone vengono in Valle d’Aosta per fare esperienza verticale.

Per chi vuole fare escursioni c’è un parco giochi infinito. Ma la cosa importante è che il territorio offre possibilità veramente per tutti e per tutto l’anno: basti pensare che in bassa valle si può camminare in tranquillità anche d’inverno, mentre in estate si va nei punti più alti della regione con la possibilità di fare bellissime escursioni con vista sui grandi massicci montuosi della Valle d’Aosta.

In fin dei conti credo siamo la regione italiana dove è più facile praticare attività outdoor, perché abbiamo tantissimi 4000, tantissime possibilità, e tutte facilmente accessibili.

Rafting Aventure Arnad, con Marco Della Valle

Mi chiamo Marco, sono responsabile del Centro Rafting Aventure Arnad e, assieme alle guide Jordi e Elodie, e con il supporto del nostro fotografo e navettista Nacho, gestiamo le attività fluviali della base valle, mettendo a disposizione professionalità e divertimento per farvi trascorrere la vostra discesa in Dora Baltea.

Dopo circa 20 anni di “splendido nomadismo” alla ricerca di nuovi corsi d’acqua e linee nei più bei fiumi dei 5 continenti, 3 anni fa ho deciso di aprire un piccolo centro rafting.

La parola centro mi ha subito fatto pensare a un punto di riferimento per le attività fluviali in un territorio ancora non frequentato. Così ho incominciato a guardarmi intorno per trovare un posto dove far partire questa attività.

Per trovare dei percorsi accessibili a chi vuole iniziare questa disciplina ho iniziato a scendere tutti i tratti della Dora Baltea che costeggiano il confine della Bassa: ho iniziato in kayak, all’interno delle Gole della Monjovetta, che offrono un paesaggio mozzafiato e rapide di tutto rispetto, ma mi sono subito accorto che quel tratto rimane di difficoltà elevate, ed è chiaramente poco accessibile. Mancava qualcosa di divertente e adatto a tutti.

Dopo un po’ di ricerca ho trovato il tratto di Issogne fino al forte di Bard che rispecchiava questa aspettativa.

Sono sceso parecchie volte guardando tutte le rapide, i loro punti deboli e la loro struttura di sicurezza per un’eventuale discesa in rafting o canoa, e mi sono convinto che quel tratto ha tutte le caratteristiche per essere quello che in valle mancava: difficoltà semplice, divertente, sicuro, e panoramico. Si parte…

Mancava però il “centro”.

Sono venuto a conoscenza tramite un volantino che Rafting Aventure Villeneuve aveva fatto tempo prima alcune discese promozionali al forte di Bard, così ho contattato Danilo Barmaz, responsabile e attuale presidente della Federazione Italiana Rafting,

Avendo “guidato” anche per quel centro, subito abbiamo trovato una bella soluzione: mi propone il laghetto di Echallod.

L’area in marzo ha un’aria cupa e ancora un po’ grigia, ma ho deciso di iniziare comunque.

Così è nato il Centro Rafting Aventure Arnad, una succursale della storica base di Villeneuve in bassa valle.

Qui, sin dall’età di 6 anni si possono solcare le prime onde della Dora in tutta sicurezza fino ai piedi del forte di Bard, una discesa di circa 1.30 minuti, condita da tuffi, nuoto ed esplorazione.

Fra le altre cose, le attività di rafting su questo tratto sono accessibili anche per coloro che hanno delle disabilità.

Attualmente il centro ospita 4 gommoni, Hubert – il vecchio furgone – e diversi kayak. Grazie al laghetto, diventato un ottimo campo scuola, possiamo fare corsi di canoa, sfruttando la prima parte in lago, e poi in fiume, avendo la possibilità di scendere la Dora Baltea in un tratto didattico e assolutamente emozionante.

Da quest’anno abbiamo dei sit on top dove è possibile scendere in fiume in canoa come prima esperienza.

Proponiamo delle discese in rafting con la luna piena, con arrivo sotto lo spettacolare forte di Bard illuminato.

Dal 2019 ci occupiamo di centri estivi fluviali per ragazzi, dove, in una settimana, possono assaporare tutte le discipline del fiume, divertendosi assieme alle guide.

Il volo dell’aquila, parapendio con Jean-Claude Cavorsin

Nella valle del Cervino nasce alla fine degli anni ’80, inizio dei ’90, la prima scuola di parapendio in Valle d’Aosta; eravamo due istruttori con alcuni appassionati e abbiamo iniziato questa attività che ai tempi era considerata una cosa da pazzi; il parapendio era visto veramente come uno sport estremo. Erano gli anni di scoperta delle nuove attività: i voli erano considerati solo quelli degli aerei, dei deltaplani, mentre tutto il resto non veniva considerato. Non era ancora stata scoperta la possibilità di salire a piedi con uno zaino, partire al di fuori degli aeroporti, sfruttare le correnti ascensionali e volare, imitando il volo delle aquile, alzando i piedi con i venti che portano in quota e sfruttare queste correnti: era (ed è tuttora) un piacere al di fuori della norma perché mai si poteva pensare di poter volare al di fuori di un aeroporto.

Il periodo che segue è quello dell’esaltazione della scoperta con dei momenti di estrema emozione positiva ma anche di emozioni negative; quando si approccia un nuovo sport si fanno spesso delle esperienze un po’ al limite. C’erano alti e bassi per tutti, anche perché pochissimi ci potevano dare delle indicazioni e dovevamo fare esperienza da soli sul campo.

L’entusiasmo è presto diventata passione, che si è fatta forte. Siamo sopravvissuti (letteralmente) a questo momento delicato di inesperienza, al fatto di avere 20 anni e di avere una visione della vita diversa da adesso e a testare i materiali che si adattavano al momento. C’è stata una continua sperimentazione su noi stessi di materiali nuovi sia a livello di sicurezza che prestazione.

Passato questo momento durato 3, 4 anni abbiamo iniziato a mettere insieme quello che avevamo imparato negli anni per creare un corso per chi si avvicinava a questo sport. Abbiamo cercato di mettere insieme qualche nozione, un pochino più approfondita di quello che potevamo avere noi nel momento in cui abbiamo iniziato. Abbiamo creato i primi corsi, le prime scuole, ed è arrivata la possibilità di portare in volo persone che non erano tanto interessate a farlo come sport ma che volevano vivere in un volo tutte le emozioni che noi abbiamo vissuto negli anni. È in questo modo, con il volo turistico, che il parapendio è diventato uno sport di gruppo, non solo del singolo. Questo ha dato un impulso molto forte a propagandare il volo a chi era nuovo a queste esperienze: Il volo tandem turistico è divento una delle attività più gettonate da turisti che volevano provare. Da lì abbiamo messo su un team di persone preparate formando delle guide: nel ‘95 il parapendio è scoppiato, avevamo 7, 8 piloti in attività ogni giorno per più voli al giorno, forse anche grazie al periodo che stava passando l’Italia, a livello economico, e al boom degli sport di montagna.

Con il tempo, e con l’interesse sempre più ampio all’attività,  c’è stata una grande evoluzione in cui si sono scoperti materiali più leggeri: si è passati dai 20 kg di attrezzatura a tessuti sintetici molti leggeri intorno ai 3, 4 chili. In questo modo è scattata la voglia di scalare le montagne e scendere con parapendio, prima, per forza di cose con uno zaino così pesante, non ci si allontanava molto dal punto di atterraggio.  Quindi si è iniziato a fare trekking, arrivare, lanciarsi magari col biposto e volare in valle: questa è l’attività che abbiamo sviluppato di più.

A mio parere la cosa più interessante di questa disciplina è il potere esplorare un territorio in questo modo: Il volo dell’aquila, puro, sfruttando al massimo le condizioni che ci sono, proprio come un rapace.

Perciò per fare parapendio è necessario essere in simbiosi con la natura, per capire come e quando andare, proprio come un animale. Una volta eravamo a bere una birra al bar, dopo aver volato, ed è comparsa nel cielo una nuvola anomala sopra di noi, condizioni fuori dalla norma, con una corrente ascensionale molto forte che arrivava molto in alto. Incuriositi siamo partiti per cercare di sentirla sulla nostra pelle, non solo vederla, e quel giorno nel 2003 siamo riusciti per la prima volta a fare la punta del Cervino, sfruttando questa enorme corrente ascensionale un po’ particolare, arrivando in un punto mai raggiunto prima. Certe cose puoi farle solo se sei veramente in simbiosi con la natura e le senti sulla tua pelle.

A livello di zone, dire che la Valtournenche dà delle grandi garanzie sulla possibilità di volare quotidianamente e una varietà di posti dove si può volare e atterrare.

È bello anche in zona Monte Bianco e Courmayeur, ma magari lo facciamo ogni 15 giorni perché lì è più difficile trovare condizioni stabili. Valtournenche è riparata dai venti e lì riusciamo a volare quasi sempre. Questo contesto dà tanto a livello sia di capacità che di formazione. Qui si impara veramente.

Adesso si è passati ad avere materiali sotto il Kg, con un ingombro come una bottiglia dell’acqua e vele facili da manovrare. Vai a scalare, camminare e se vuoi e ci sono le condizioni voli. Pensa che bello salire una montagna e togliersi il rischio della discesa e il dover bivaccare. Non solo ti godi il volo: ti guadagni in poco tempo anche 3/4000 m di dislivello in discesa che dovresti fare sulle tue gambe.

Eva è nata e cresciuta a Roma, dove ha studiato giurisprudenza per capire che è una persona migliore quando non indossa un tailleur. Ha lasciato la grande città per lasciare che il vento le scompigliasse i capelli sulle montagne delle Alpi e presto ha scoperto che la sua passione per l’outdoor e scrivere di questa, poteva diventare un lavoro. Caporedattrice di 4outdoor, collabora con diverse realtà del settore outdoor. Quando ha finito di lavorare, apre la porta della baita in cui vive per sciare, correre, scalare o per andare a fare altre gratificanti attività come tirare il bastone al suo cane, andare a funghi o entrambe le cose insieme.