Amava correre. La corsa era la sua passione e il suo lavoro. Era venuta in Italia per diventare un’atleta. E ci stava riuscendo. Ma i sogni e le ambizioni di Siham Laaraichi, 36 anni originaria di Casablanca, in Marocco, si sono spenti alle 16:15 di un assolato Ferragosto, lungo un binario ferroviario a poche centinaia di metri dalla stazione di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta. Siham è stata travolta dal treno Lecce-Roma.
Un incidente, un tragico incidente secondo la Polfer di Caserta che sta ricostruendo la dinamica dei fatti. “L’unico testimone è il macchinista del treno che l’ha investita – dice un funzionario della polizia – in quel tratto non ci sono telecamere. La ragazza stava percorrendo un sentiero che passa tra due binari che porta alla stazione, quando si è accorta che di fronte stava arrivando un Frecciargento da Roma. Il macchinista ha azionato il fischio per richiedere la sua attenzione e così la donna si è spostata sull’altro lato. Ma nel frattempo non si è resa conto che alle sue spalle sopraggiungeva un altro treno, il Frecciargento partito poco prima dalla stazione di Caserta e diretto a Roma. L’ha agganciata con la scaletta che viene utilizzata dai macchinisti per salire in cabina, e le ha tranciato di netto una gamba, che è stata poi ritrovata a cinquanta metri di distanza dal suo corpo. In quel tratto i treni raggiungono la velocità di 120/130 km orari. La donna è deceduta subito”. Dopo l’incidente, sul tratto ferroviario la linea è rimasta interrotta per più di tre ore.

“Era una campionessa, nello sport e anche nella vita – racconta Enrico Scarpone, il presidente della società podistica “Il Laghetto” di San Giovanni a Teduccio, con la quale correva Siham Laaraichi – Era venuta in Italia dal Marocco proprio per correre. In Campania ha fatto del podismo il suo lavoro, diventando una delle atlete più forti, soprattutto nei diecimila. Faceva i sacrifici per aiutare la sua famiglia e il suo sogno era quello di ritornare da loro e di aiutare le sue sorelle e sua mamma, soprattutto dopo la morte del padre. Una passione, quella del podismo – dice ancora Scarpone – che le consentiva anche di aiutare economicamente la sua famiglia a Casablanca. In Marocco ci sono molti atleti forti e così Siham, che stava con la nostra società da tre anni, aveva deciso di venire in Italia per sfruttare la sua forza e guadagnare con la corsa. Ci era riuscita, era una delle atlete più forti. Quando non arrivava prima si classificava seconda”.
Raffaele Sardo – La Repubblica