Ultime ore prima della conclusione dei Mondiali di Pechino, un’edizione straordinaria come sempre succede quando siamo nell’anno preolimpico. Ultima giornata che fra le prove previste ha anche la maratona femminile, gara che si preannuncia incertissima e che purtroppo non vedrà al via atlete italiane, con Valeria Straneo impossibilita a difendere il suo argento di Mosca 2013 facendo parte della nutrita serie di atleti italiani infortunati e quindi assenti a Pechino, una delle cause della debacle dell’atletica italiana sulle quali bisognerebbe riflettere, ma purtroppo come spesso è successo si rimarrà nel condizionale…
La gara cinese non ha una favorita anche perché, a differenza di quanto avvenuto fra gli uomini molte delle principali atlete kenyane hanno preferito passare la mano (Ma vista la prova dei vari Kipsang e Kimetto, forse è stata la scelta giusta…). Non poteva però mancare la campionessa uscente, Edna Kiplagat che a 35 anni potrebbe compiere un’impresa leggendaria conquistando la sua terza medaglia d’oro consecutiva. La Kiplagat ama le condizioni climatiche come quelle di Pechino con grande caldo, ma lo stesso si può dire per le sue principali avversarie a cominciare dall’etiope Mare Dibaba, la più veloce quest’anno con il 2h19’52” stabilito in gennaio a Xiamen. Seconda a Boston, l’etiope appare pronta al grande colpo se saprà interpretare bene la corsa, come si è visto nella gara maschile il principale ostacolo per i corridori africani. Con lei Berhane Dibaba, prima a Tokyo e Tigist Tufa, vincitrice a Londra ma molto dipenderà dalle loro condizioni di forma. Il Kenya da parte sua presenta oltre alla detentrice del titolo Helah Kiprop, seconda Tokyo e Jemima Sumsong, 2h20’41” qa Boston lo scorso anno, entrambe al debutto in una prova titolata.Un’altra delle favorite è Eunice Kirwa, kenyana trapianta in Bahrain, oro ai Giochi Asiatici e imbattuta nelle sue ultime sette uscite, quattro delle quali in maratona tutte in terra asiatica.
Dicevamo delle difficoltà africane nella scelta della miglior strategia, un’arma in più invece per le giapponesi che nelle ultime nove edizioni hanno sempre piazzato un elemento almeno fra i primi sei. La candidata sembra essere Sairi Maeda, 2h22’48” quest’anno, ma attenzione anche a Ding Changqin, la più forte delle cinesi con un personale di 2h26’54” stabilito quest’anno aggiudicandosi il titolo nazionale. Un posto fra le prime 8 è il suo obiettivo dichiarato.
Gabriele Gentili