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Il fiume Vjosa rischia rischia di diventare un nome su una mappa

di - 08/07/2025

Vjosa
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Due anni dopo la storica istituzione del primo Parco Nazionale fluviale selvaggio d’Europa, il Vjosa è ancora minacciato da attività industriali e inquinamento. È tempo di agire.

Tirana, Vienna, Radolfzell – 2 luglio 2025
Nel marzo 2023, l’Albania fece la storia istituendo il primo Parco Nazionale fluviale selvaggio d’Europa lungo il fiume Vjosa. Due anni dopo, il sogno della conservazione integrale rischia di infrangersi sotto la pressione di interessi economici e di uno sviluppo incontrollato. A denunciarlo è il nuovo rapporto “Mapping Pressures in the Vjosa Wild River National Park”, che fotografa una situazione allarmante e chiede azioni immediate per evitare che il parco diventi una semplice “etichetta”.

Vjosa

Un ecosistema sotto assedio
Il Vjosa, uno degli ultimi grandi fiumi incontaminati d’Europa, scorre libero tra canyon, foreste alluvionali e una biodiversità straordinaria: oltre 1.100 specie, di cui 13 minacciate a livello globale. Ma oggi il suo equilibrio è minato da attività estrattive, scarsa gestione dei rifiuti e un turismo sempre meno sostenibile.

Il rapporto, consegnato all’Agenzia Nazionale per le Aree Protette albanese, evidenzia cinque minacce principali:

  • Estrazione petrolifera: frequenti fuoriuscite stanno contaminando l’acqua e danneggiando irreversibilmente gli ecosistemi, nonostante il divieto previsto dal piano di gestione.
  • Estrazione e scarico illegale di bitume: la lavorazione del bitume continua in modo incontrollato, mettendo a rischio habitat unici e corsi d’acqua.
  • Prelievo idrico non regolamentato: l’eccessivo utilizzo dell’acqua per l’agricoltura, l’industria e il turismo riduce drasticamente il flusso del fiume, già messo alla prova dai cambiamenti climatici.
  • Estrazione di ghiaia: altera la morfologia fluviale e danneggia le zone di riproduzione della fauna ittica.
  • Inquinamento da rifiuti urbani e scarichi non trattati: plastica e acque reflue vengono riversate nel fiume, inquinando l’ambiente e minacciando la salute pubblica.

A queste si aggiunge la crescente pressione dell’overtourism, che, se non gestita correttamente, rischia di trasformare la valle in una meta sfruttata più che protetta.

Vjosa

Una richiesta chiara: protezione vera, non simbolica
Mentre il governo albanese punta a far riconoscere la valle del Vjosa come Riserva della Biosfera UNESCO, gli attivisti e le organizzazioni ambientaliste avvertono: senza un cambio di rotta concreto, il titolo sarà puramente simbolico. “Questo parco è stato celebrato a livello mondiale, ma la realtà sul campo racconta una storia diversa. Senza un’urgente volontà politica, il Vjosa rischia di essere protetto solo sulla carta”, afferma Olsi Nika di EcoAlbania.

Le azioni richieste alle istituzioni sono chiare:

  • Monitoraggio rigoroso e divieto effettivo per tutte le attività estrattive e inquinanti all’interno e nei pressi del parco.
  • Obbligo per le aziende responsabili dell’inquinamento di avviare progetti di ripristino ambientale, secondo il principio del “chi inquina paga”.
  • Revisione dei sistemi di smaltimento dei rifiuti e potenziamento della gestione dei reflui.
  • Controllo puntuale sul prelievo idrico e collaborazione con le autorità agricole.
  • Regolamentazione stringente dello sviluppo turistico nelle aree protette.

Una risorsa per il futuro, non solo un fiume
Il Vjosa rappresenta un patrimonio naturale unico, non solo per l’Albania ma per l’intera Europa. Un ecosistema fluente e libero, testimone di un equilibrio millenario tra acqua, roccia e vita. Preservarlo non è solo un dovere etico, ma un investimento per il futuro del turismo sostenibile, della ricerca scientifica e della qualità della vita delle comunità locali.

Perché un fiume che scorre libero è molto più di un corso d’acqua: è un simbolo di libertà, di equilibrio e di possibilità.

Camilla cresce a Torino dove si laurea in giurisprudenza, frequenta un master in Sport e Business management, ma capisce ben presto che la sua strada la porta in montagna. Dopo anni di Sci club, diventa maestra ed allenatrice di sci alpino e comincia a frequentare sempre di più le montagne che oggi sono casa. Sci alpinismo, alpinismo, trail running ed arrampicata sono le attività in cui spende ogni singola energia e, grazie alle quali, l’ha portata a scrivere ed a collaborare con le diverse aziende del settore outdoor.