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adidas Adizero Boston 13, il test

di - 18/04/2025

adidas Adizero Boston 13
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Se parliamo di rotazione, le adidas Adizero Boston nel corso degli anni sono mancate raramente dal mio armadio. Una scarpa con cui ho sempre corso volentieri, mai su lunghe distanze, ottima compagna per allenamenti un po’ intensi, fatti a ritmi mediamente elevati. Della 12 avevo apprezzato la secchezza dell’avampiede, caratteristica che invece altri runner avevano criticato. La 13 posso tranquillamente dire che ha rimesso un po’ di ordine, con un comfort su tutta la lunghezza del piede e un feeling con il terreno decisamente più soft. A me è piaciuta molto, decisamente più della 12 e adesso vi spiego il perché

Di Daniele Milano Pession

adidas Adizero Boston 13

Categoria
Daily Trainer
Peso
264 g (US 9 uomo)
Drop
6 mm
Stack height
36/30mm

Storia di un mito

La Boston è una tra le calzature più longeve di adidas, presentata ufficialmente nel lontano 1982, è una vera e propria icona running dei giorni nostri, che ha saputo rinnovarsi anno dopo anno, grazie all’implementazione di nuove tecnologie all’avanguardia, la versione attuale ne è un esempio.
Gli Energyrods 2.0 ben in vista, la duplice anima dell’intersuola con foam Lightstrike e Lightstrike Pro, la tomaia in mesh ingegnerizzato sono frutto di continui confronti con gli atleti élite, diretti protagonisti dello sviluppo di questa calzatura.

La parola al brand

Charlotte Heidmann, Global Category Director Running Footwear
“Nel progettare la nuova Boston 13, volevamo creare la scarpa da allenamento veloce per eccellenza. Abbiamo ascoltato attentamente i feedback di atleti e appassionati sulla Boston 12: tutti chiedevano più comfort e un ritorno alle origini di questo modello iconico. Proprio partendo da queste indicazioni, abbiamo ripensato il design e lo sviluppo della nuova scarpa, migliorando l’ammortizzazione nell’intersuola e nella tomaia per offrire una sensazione di morbidezza superiore, anche alle velocità più elevate.”

Design

Boston 13 mantiene a grandi linee gli ingombri della versione precedente, pur nascondendo un cuore totalmente rinnovato. Uno stack 36/30 rispetta pienamente e con grande equilibrio visivo il rapporto tra i volumi dei comparti suola/intersuola e tomaia. Il mesh ingegnerizzato dell’upper è leggermente traslucido e visivamente convince. Le “3 stripes” del brand, applicate a caldo, sono ben in evidenza su entrambi i lati della tomaia e conferiscono struttura ai fianchi della scarpa.

Chiusura e alloggiamento

Assieme a SL2 e Evo SL, la Boston 13 fa parte della famiglia Adizero “Train to race”, ovvero calzature da allenamento e gara, con tanta tecnologia delle scarpe da competizione vere e proprie, ma meno esasperate. Si tratta di calzature meno performanti, ma sempre di altissimo livello, che replicano le sensazioni delle sorelle maggiori, con un occhio di riguardo verso il comfort. Chiusura e alloggiamento sono quindi sempre molto precisi, ma più confortevoli, per non far mai perdere al piede la sensazione di una scarpa race anche in allenamento. Voto 8.

adidas Adizero Boston 13

Comfort

Confortevole il giusto, miglior cushioning soprattutto nell’avampiede grazie a un maggiore utilizzo del foam Lightstrike Pro, 13,8% in più rispetto alla versione precedente. Una differenza netta che si percepisce e si apprezza sin dai primi appoggi, senza per questo far perdere alla Boston la reattività che già conoscevo.

Rullata

Il rocker dell’avampiede della 12 mi aveva convinto molto, non esagerato, ma sufficiente per assicurare una rullata rotonda e un buon finale in spinta. La Boston 13 è praticamente identica, ma il foam più morbido del LightStrike Pro cambia completamente il feeling del piede, che in spinta affonda di più, senza comunque perdere energia, grazie anche alla struttura degli elastomeri interni, gli Energyrods 2, che danno struttura, stabilità ed elasticità supplementare.

Traspirabilità

La trama del mesh ingegnerizzato è molto ampia, come già nella 12, e assicura un’ottima traspirabilità, senza compromettere la tenuta del piede.

Trazione

Dopo aver decretato come miglior grip in assoluto in un modello da strada quello di Adizero Adios Pro 4, scarpa fantastica, ecco la lieta novella da parte del brand: “Una novità per i modelli Adizero Boston, la suola Lighttraxion già testata sulla scarpa da maratona Adizero Adios Pro 4”. Quindi… grip pazzesco grazie anche all’inserto by Continental Tyres sotto all’alluce, che in fase di spinta finale è davvero tanta roba!

Stabilità

Molto stabile, sicuramente più stabile della 12, soprattutto nella parte posteriore – interno tallone – in cui si percepisce un buon sostegno, utilissimo agli “heelstriker”.

Protezione

Il 13,8% in più di Lightstrike Pro foam fa la differenza non solo per quanto riguarda il comfort, proteggendo di più il piede. La 12 dava questa sensazione di “appoggio duro” sotto alle dita che non a tutti era piaciuto. La 13, oltre a essere più performante, secondo me riesce ad attirare l’attenzione di una porzione di pubblico maggiore, che ne apprezzerà questa caratteristica.

Consigliata per…

Distanza maggiore percorsa con i piedi nelle Boston 13 è stata di poco superiore ai 16 chilometri. Provare per credere, STRAVA non mente mai… Daniele Milano Pession, seguitemi! La Boston secondo me può tranquillamente essere utilizzata per lavori veloci, in cui il piede deve spingere bene, senza affaticarsi troppo perché la stabilità della 13, come già nella 12, è una garanzia. Il cushioning completamente rivisto non mi fa dubitare sulla possibilità di utilizzarla anche per distanze fino alla mezza maratona, mentre per chilometraggi maggiori opterei per qualcos’altro, ma de gustibus… Mi è piaciuta molto a ritmi intorno ai 4:50 al km, sebbene mantenga buon carattere persino a ritmi più blandi. Non è troppo “rimbalzosa”, permettendo al piede di lavorare bene, sia in appoggio, sia in spinta, vera carta vincente di questa versione, rispetto alla precedente.





Daniele Milano: spirito di montagna, anima sportiva. Nato in Valle d’Aosta circa cinquant’anni fa, Daniele cresce immerso nella natura e nello sport. Prima lo sci alpino, poi l’atletica leggera: il movimento è da sempre il suo linguaggio. Negli anni ’90, la svolta. Lo snowboard lo conquista completamente — non solo come rider, ma come narratore del mondo snow. Coordina Snowboarder Magazine, collabora con testate specializzate e guida la direzione di Onboard Magazine. Dal 2003 è anche una presenza fissa nell’evoluzione dell’Indianprk snowpark di Breuil-Cervinia. Tra penna, neve e sentieri. Maestro di snowboard e telemark, dal 2015 è il cuore editoriale di 4running magazine, dove racconta il trail, l’anima del running, il gesto sportivo come espressione di equilibrio. Correre è il suo modo di essere. Dai campi di atletica vicino casa ai boschi della Valle, per poi trasferirsi a Milano. Oggi vive tra città e montagna, ma è sempre fedele al suo credo: “La corsa è il mio benessere interiore per stare meglio con gli altri.”