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Alagna Monte Rosa, 4.000 dove nacque lo Skyrunning

di - 10/08/2019

Guardando alla risonanza mediatica che la corsa in montagna ha negli ultimi anni, verrebbe da pensare che si tratti di una disciplina assolutamente nuova.

 

La realtà è ben diversa, forse oggi è solo più aggressivo il marketing e la comunicazione rispetto a quanto non lo fossero gli atleti stessi di un passato, tutto sommato, non troppo lontano.

Imprese come quelle del campione catalano Kilian Jornet Burgada sul Cervino nel 2013 o del Bormino Marco De Gasperi sul Monte Rosa nel 2018 hanno avuto un’eco che va ben oltre l’ambito specializzato, conquistando il grande pubblico attraverso media e social.

 

 

Da quando si corre in montagna?

Difficile dirlo, probabilmente da sempre, sicuramente una volta non era uno sport.

 

Se in un tempo antico salire e scendere le montagne era una necessità, via via è diventato un passatempo, un passatempo che possiamo chiamare esplorazione, trekking o con mille altri nomi. La competizione però è fortemente radicata nell’animo dell’uomo e così la velocità è diventata una componente sempre più presente in questo salire le montagne ed è stata la variabile che ha potuto trasformare il camminare in montagna in uno sport competitivo.

 

Un conto è raggiungere una vetta, un altro è raggiungerla per primi

 

 

Parlavamo di corsa in montagna e delle sue sfaccettature e lo Skyrunning è sicuramente una di queste. Una disciplina che subisce il fascino della velocità, dell’altitudine, del concetto di vetta e della difficoltà di muoversi su terreni difficili ed insidiosi.

I primi record che ricordiamo sono legati ai nomi italiani di Marino Giacometti, salito nel 1989 sul Monte Rosa da Alagna in 3 h, 53”, Valerio Bertoglio e la sua ascesa del Cervino nel 1990, battuto da Bruno Brunod nel 1995 in 3 h, 14’, 44”. O ancora il calabrese Alfredo Mammoliti che nel 1993 raggiunse la cima delle Grand Jorasses e ritorna a Courmayeur in 4 h, 3’, 26”.

E nomi italiani continuano ad essere presenti nelle recenti classifiche, con Fabio Meraldi per 24 anni recordman alla Monterosa Sky Marathon e Marco De Gasperi appunto che ha battuto il suo record di 4 minuti.

 

 

Monte Rosa, un luogo ricorrente e non solo per l’alpinismo quindi, luogo di record individuali e competizioni e che nel 1993 divenne sede della Monterosa Sky Marathon, tornata nel 2018 e ridiventata un classica.

 

Monterosa Sky Marathon

Si parte da Alagna, 1.192 m, alle 6.00 della mattina, si corre legati in coppia, per sicurezza. Obbligatorio l’imbrago, una corda dinamica da 10 m – 8 mm di diametro, longe con due moschettoni, microramponi e bastoni, giacca e sovra-pantaloni antivento, telo termico, borraccia da 1 L.

Si corre leggeri, si punta alla Capanna Regina Margherita, 4.554 m per poi ritornare in paese.

Un percorso che è una classica dell’alpinismo di Luglio, solo che gli alpinisti mediamente allenati la fanno un paio di giorni, salendo fino ad Indren in funivia e fermandosi a dormire al Rif. Città di Mantova 3.498 m o al Rif. Gnifetti 3.647 m, per mirare alla vetta la mattina seguente.

Mediamente da uno di questi rifugi si raggiunge la vetta in circa 4 ore, lo stesso tempo che gli atleti della Monterosa Sky Marathon impiegano per completare il percorso andata e ritorno.

 

 

Proprio così, Fabio Meraldi impiegò nel 1994 4 h, 24’, 25” a salire e scendere da quel rifugio, percorrendo 35 km e 7.000 m di dislivello, un record che è rimasto inviolato per 24 anni, fino al 2018. Così come ancora inviolato è il record femminile di Gisella Bendotti di 5 h, 34’, 40”.

Ora, dopo l’Exploit in solitaria di Marco de Gasperi, la competizione a coppie è ancora più accesa e dopo la vittoria della coppia Boffelli-Collé nel 2018 e il forfet di Collé all’ultimo minuto nel 2019, Boffelli legato a Jakob Herrmann ha vinto ancora, chiudendo con 27 minuti di ritardo rispetto al Meraldi del 1994.

 

Chilometri di sviluppo, metri di dislivello, ore, minuti, secondi, sudore e gloria.

 

Ci si gioca tutto sul Monte Rosa in quel giorno, si mette alla prova un allenamento che dura un anno intero, fra training e altre competizioni.

 

 

AMA VK2

Una seconda competizione non meno affascinante si affianca poi alla Monterosa Sky Marathon, la AMA VK2, Alagna-Monterosa-Alagna, gara individuale a doppio chilometro verticale. Da Alagna Valsesia a 1.192 m fino alla stazione di Indren a 3.260 m e ritorno

 

Da Alagna il Monte Rosa si offre a tutti

Anno dopo anno le classifiche possono essere aggiornate, i record abbattuti, una cosa resta uguale a se stessa, Il Monte Rosa.

Icona da 4.000 m delle alpi è meta di “pellegrinaggio” di escursionisti, alpinisti, biker e trail runner. Migliaia di chilometri di sentieri e vie che si snodano tra foreste, ghiaioni, ghiacciai e pareti rocciose, non importa quale sia la tua idea di montagna, se sposi la velocità o la calma, la vertigine dei pendii o la dolcezza dei colli, il Monte Rosa sa catturare il tuo cuore.

 

Sebbene l’alta montagna non vada sottovalutata, non bisogna per forza essere un atleta professionista per calcare i percorsi di questo comprensorio. Guide Escursionistiche e Guide Alpine ad Alagna sono a disposizione di chiunque intenda cimentarsi in itinerari impegnativi, ad esempio sui ghiacciai. Una buona occasione per poter assaggiare l’alta quota, imparare nuove tecniche di progressione sui ghiacci e le nevi perenni e divertirsi nella massima sicurezza, oppure per conoscere gli itinerari trekking meno battuti o i percorsi MTB più entusiasmanti.

 

 

Informazioni:

monterosaskymarathon.com

guidealagna.com