“Esordisco dicendo che pista o strada… sempre di corsa parliamo. È importante puntualizzarlo, perché molte volte si pensa quasi a due attività completamente diverse, ma non lo sono!” Per Luca Fulgaro, preparatore atletico, personal coach e atleta, invece l’allenamento in pista è un ottimo alleato per migliorare la nostra prestazione su strada. Ma vediamo insieme, in questo primo appuntamento, i suoi consigli.
Allenamento in pista
Entriamo nel vivo della questione analizzando la valenza dell’allenamento su pista per l’attività di corsa su strada. L’allenamento in pista permette un controllo sulla corsa più dettagliato. L’assenza di dislivelli, la regolarità del tracciato, il terreno più performante e molti riferimenti lungo il giro, ovvero l’anello di 400 metri, sono gli ingredienti fondamentali per raggiungere questo scopo. Proprio tale maggior controllo dà la possibilità al runner di crescere e aumentare la propria percezione del ritmo in modo efficace. Quest’ultimo, il ritmo, è l’artefice principale di prestazioni positive o negative. Quante volte, infatti, capita di partire troppo forte o essere eccessivamente conservativi?
Una monotonia efficace
L’allenamento in pista è monotono, ma è proprio nella sua monotonia che enfatizza i suoni e quel benedetto ritmo che ci resta impresso: diventa nostro e non lo perdiamo più! Per usare una metafora, si diventa quasi come dei criceti in gabbia, ma non in senso negativo. La gabbia che abbiamo a disposizione ci fa diventare come gazzelle che sperimentano un senso concreto di libertà in un recinto chiuso. Continuando con le metafore, pensiamo anche a un ballerino che prova in una sala da ballo la sua coreografia e poi si esibisce durante uno spettacolo. Cambia lo spazio che da intimo e ridotto diventa caotico e ampio, così il runner può sfruttare la pista. Metafora ardita? Probabilmente sì, dato che nell’arte del ballare non c’è una monotonia di movimenti, cosa che invece avviene nella corsa in quanto sport ciclico. L’affinità tra le due discipline va ricercata nel flusso che si può raggiungere in entrambe e che bisognerebbe perseguire per ogni cosa.
La pista non fa miracoli, ma…
In ogni caso, come detto in apertura, la corsa è una, quindi meglio evitare di pensare che la pista sia miracolosa. Sicuramente uno dei principali benefici dell’allenamento in pista è la velocità di percorrenza, che sarà sempre leggermente più alta o comunque, a parità di velocità su strada e pista, su quest’ultima si percepirà una maggiore facilità di corsa.
L’importanza di avere un coach
Un altro vantaggio dell’allenamento in pista è la presenza di un coach che può seguire il training in maniera più dettagliata e aiutare l’atleta nello svolgimento del suo compito. Io lo vivo da atleta, trovando un grande vantaggio nell’essere aiutato, giro dopo giro, ricevendo consigli utili al miglioramento della mia performance. Allo stesso tempo anche da coach riuscire a vedere l’atleta mentre corre mi permette di aiutarlo e correggerlo passo dopo passo.
Le ripetute: un caposaldo dell’allenamento in pista
Le ripetute sono tra gli allenamenti in pista che possono aiutare maggiormente chi corre abitualmente su strada. In questa sessione viene ripetuta, appunto, una certa distanza con l’obiettivo di frammentare la distanza più lunga e arrivare progressivamente all’acquisizione del ritmo e della resistenza alla distanza stessa. Per intenderci, voglio preparare una 10 km, il lavoro potrebbe essere 10×1000 m.
Vantaggio di questo allenamento in pista è dar modo all’atleta di familiarizzare con lo sforzo che si troverà a vivere in gara, in modo progressivo, ripetuta dopo ripetuta. Personalmente lo trovo utile, soprattutto tra i neofiti, perché alla fine della seduta di allenamento riusciamo effettivamente a renderci conto del ritmo reale che potremmo mantenere sulla distanza che ci interessa. Inoltre, utilizzando un recupero statico, ho la possibilità di entrare in contatto diretto con l’atleta, parlargli e aiutarlo a gestire sia la fatica, sia le proprie emozioni.
Variazioni di ritmo
Per esempio, correre una ripetuta su 3000 metri, alternando 1 km spinto, 1 km facile e un altro km spinto. La variazione di ritmo permette di correre a un ritmo leggermente più veloce rispetto a quanto previsto per un 3000 classico le parti spinte, avendo come recupero la variazione facile/piano, concludendo la prova in linea con i nostri tempi. Sicuramente questa modalità è da preferire soltanto quando siamo diventati più abili nel gestire le ripetute “classiche”.
Le ripetute con un recupero attivo
Altra modalità di correre le ripetute è utilizzando un recupero attivo, dove alla fine della prova, invece di aspettare staticamente la conclusione del “riposo”, continuo a muovermi, facendo la classica “corsetta”. Per chi prepara distanze lunghe è molto funzionale allenarsi così. Ci si abitua a rimanere sempre in movimento e si arriva a coprire chilometraggi più elevati. Per capirci, se io corro 10×1000 m, correrò 10 km totali, ma se io correrò 10×1000 m con recupero 400 m “corsetta”, arriverò a fare 14 km totali, una differenza notevole! Anche in questo caso, però, è utile capire che come punto di partenza è meglio preferire le ripetute con recupero da fermo: avere basi solide aiuterà a costruire una prestazione migliore.
La metafora della poesia
Tornando sul piano metaforico, immaginiamoci di dover imparare una poesia a memoria. Sarà bene memorizzare un capitolo per volta, e solo dopo averlo memorizzato passeremo a quello successivo. Con le ripetute è lo stesso, soltanto che a essere memorizzate sono le sensazioni che proviamo su quella frazione di corsa. Ho utilizzato spesso la parola emozioni, parola che forse sembra poco adatta in un contesto così, ma dico soltanto che sono fondamentali per conoscerci e aiutarci durante lo sforzo.
Allenamento in pista: la conclusione
Voglio però ricordarvi che, se ne abbiamo la possibilità, correre su pista è sicuramente di aiuto per correre meglio su strada, ma evitiamo di pensare che se non avessimo la possibilità di allenarci su pista avremmo un risultato scadente nell’attività su strada!
Chi è Luca Fulgaro
“Sono un preparatore atletico ma anche un personal coach che guida persone – adulti, bambini, ragazzi – che semplicemente vogliono migliorare il loro benessere fisico, che hanno poca pratica sportiva o che non fanno sport da molto tempo. Inoltre sono anch’io un atleta (1500 m, 5000 m e 1000 m), e un neo papà. Nel mio lavoro, sapendo che ogni sport richiede una preparazione fisica adeguata, strutturo un piano di allenamento specifico e personalizzato per ogni atleta soprattutto attraverso una preparazione fisica generale. Per me questa è alla base per raggiungere risultati in qualsiasi disciplina sportiva. Svolgo le mie lezioni in posti fantastici: STADIO DEI MARMI, VILLA GORDIANI e VILLA TORLONIA. Ho pubblicato da poco un libro su fiabe motorie, “Virus in fabula”, perché mi piace mantenere un approccio multidisciplinare sul benessere psicofisico.
A cura di Luca Fulgaro (preparatore atletico, personal coach e atleta) | Foto: archivio personale