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Alpe Adria Ultra Trail: correre viaggiando

di - 07/12/2021

alpe adria

Alpe Adria Ultra Trail: un buon motivo per scoprire un territorio

L’organizzazione di eventi sportivi è sempre più spesso un ottimo motivo per conoscere l’ambiente in cui viviamo. A Oliviero piace indossare il pettorale di una gara e allo stesso tempo scoprire nuovi luoghi come un “esploratore curioso”.

“L’Alpe Adria Ultra Trail mi ha fatto scoprire attraverso i 137 chilometri del suo percorso tanti luoghi e percorsi inediti. E possono scoprirli tutti attraversandoli con calma, in più giorni, magari con la famiglia. Da molti anni desideravo visitare questi luoghi e sicuramente l’Alpe Adria Ultra Trail è stato per me l’occasione migliore”.

 

Organizzatori D.O.C.

Questa prima edizione si è svolta dal 13 al 15 agosto, grazie all’intraprendenza dall’associazione S1, gli stessi organizzatori che animano la Corsa della Bora, appuntamento agonistico invernale ben noto agli amanti della corsa in montagna e delle lunghe distanze.

 

Tarvisio, la partenza dell’ Alpe Adria Ultra Trail

Si parte da Tarvisio, paese di montagna, luogo di confine tra Italia, Austria e Slovenia. La zona è stupenda perché nelle vicinanze possiamo trovare laghi di montagna, passeggiate, piste ciclabili sia d’estate che durante l’inverno lasciano il posto a quelle da sci. Insomma, se non si volesse percorrere tutto il sentiero, ma vivere l’atmosfera di questi luoghi, rimanendo in un posto abitato, ricco di servizi e opportunità, credo che Tarvisio sia un’ottima opzione.

 

Cibo, ospitalità e rispetto per l’ambiente 

La gara è un modo concreto per valorizzare questo itinerario e questo territorio, fatto non solo di natura e sentieri, ma anche cibi, grande ospitalità e attenzione verso l’ambiente. Lo capiamo fin dalla conferenza stampa. All’interno del pacco gara i concorrenti trovano materiale informativo che racconta questa regione: i sentieri, la possibilità di percorrerli in bici o camminando, i suoi migliori prodotti (biscotti, barrette energetiche, succhi di frutta) e nulla è lasciato al caso.

 

Alpe Adria Ultra Trail: 3 distanze 

L’ampia area interessata dalla gara mostra una grande capacità ricettiva, in grado di soddisfare turisti di tutti i gusti: campeggi, alberghi che accolgono le bici. Segnali stradali dedicati a chi viaggia a piedi con indicazioni precisissime, molti punti acqua e soprattutto paesi deliziosi da attraversare. Nell’organizzare questa gara viene utilizzata una formula per me vincente: tre distanze di 137, 60 e 25 km. Sì, perché in questo modo, sicuramente molto impegnativo per gli organizzatori, si dà la possibilità a tutti di trovare la prova giusta per la propria preparazione.

 

La mia Alpe Adria 

Decido di correre la 137k, con oltre 5.000 D+. Un viaggio bello lungo, che mi porta a riscoprire luoghi inediti e un po’ più di me stesso. Con questo spirito, alle 5 del mattino, mi presento sulla linea di partenza. È ancora buio. Accendo la frontale e, dopo il primo km lungo le vie del centro del paese, mi ritrovo direttamente su una pista da sci da percorrere, “ovviamente” in salita, tutta d’un fiato. Poi riprendo respiro lungo una piccola discesa, ma dura poco… un’ascesa infinita ci riporta in cima al Monte Lussari, a quasi 1.800 metri di quota, oltre che al primo e meritato ristoro! 

 

alpe adria

 

Il primo ristoro al monte Lussari 

Attorno a noi atleti una moltitudine di persone che ci dà un po’ di carica emotiva. Poco più in là, uno stupendo santuario, risalente al 1360, raggiungibile esclusivamente a piedi o in funivia. L’alba è magnifica, quasi magica, con una vista che si perde tutt’attorno, nella linea d’ombra delle montagne circostanti. 

 

Discesa, si va in Austria! 

Inizia la lunga discesa che ci porta velocemente a sconfinare in Austria, a seguire quasi 40 km di pianura lungo la ciclabile dell’Alpe Adria, una bella prova muscolare. Per chi è abituato a correre solo sui sentieri di montagna è molto particolare trovarsi ad affrontare tanti km in pianura e del tutto corribili. Attraversiamo molti paesi, tutti particolari e molto curati. La strada per raggiungerli si snoda tra boschi, laghi, torrenti. Il caldo la fa da padrone, essendo agosto, e la voglia di tuffarsi in questi meravigliosi corsi d’acqua è davvero molta: in gara non si può, ma resta così un motivo in più per tornare.

 

La mia Alpe Adria prosegue bene

I mesi invernali passati a correre prove in circuito mi permettono qui di procedere senza fatica. Tengo un passo molto lento per non affaticare il mio corpo visto il caldo incredibile, bevo e mangio molto perché questo è l’unico modo che ho per poter stare bene. Arriviamo a Villach-Austria: il ristoro è stato allestito proprio alla stazione termale. Dopo qualche litro di acqua gelida bevuta e rovesciata addosso per provare a dimenticare il caldo, e qualche chilo di anguria, proseguiamo senza esitazioni lungo il percorso.

 

Si torna a salire… 

Ricomincia la salita, arrivo in cima alla cresta che separa Austria e Slovenia ed è il tramonto: il paesaggio è mozzafiato! C’è un’erta nel bosco, a circondarmi abeti e faggi fino ad arrivare a 1.800 metri. Da qui alcuni km di creste, incantevoli! E la fatica sembra scomparire. Così decido di sedermi su una panchina in cima e di godermi lo spettacolo. Il tempo si interrompe, ma poi arriva il buio della notte e accendo la frontale.

 

E poi di nuovo discesa 

Da qui inizio a scendere, nel percorso intravedo qualche camoscio, la discesa è molto bella, molto lunga, di quelle in cui io vado ancora troppo piano. Decido di non pensare alla performance, ma di godermi le sensazioni. Siamo in Slovenia, di nuovo sulla pista ciclabile che collega tutti questi luoghi. Ovunque cartelli dedicati ai ciclisti con i nomi degli hotel e dei servizi che offrono.

 

Rifugio Zacchi, è l’ultima salita 

Ci aspetta l’ultima salita verso il Rifugio Zacchi, poi l’ultima discesa, quindi il bosco che costeggia il lago, e poi solo più che un lungo sentiero a scendere veloce verso la pianura. Infine, di sorpresa, ancora una salita che ci porta a un ponte sospeso su un torrente, magnifico. Da qui pochi km e siamo all’arrivo.

 

L’emozione dell’arrivo 

L’emozione è sempre la stessa, quando vedi l’arco d’arrivo pensi già alla prossima avventura e alla prossima volta che tornerai a vivere queste montagne, magari con un po’ più di tempo da dedicare a ogni sosta, e gustando qualche piatto in qualche rifugio.

 

Programmare un viaggio da queste parti è facile. Esistono un sito dedicato (qui) e diverse app che ti guidano lungo il tragitto, indicando dove fermarti a mangiare o a dormire.

 

Testo e foto a cura di Oliviero Alotto

Corro quanto basta, pedalo a giorni alterni, parlo troppo. Nelle pause mangio. Instancabile sostenitrice di quanto lo sport ti salvi. Sempre. Le mie giornate iniziano sempre così: un caffè al volo e il suono del GPS che segna l'inizio di un allenamento. Che corra, pedali o alzi della ghisa poco importa: l'importante è ritagliarmi un momento per me che mi faccia affrontare la giornata nel modo migliore.