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Amatrice-Configno, rotto il tabù azzurro femminile

di - 25/08/2014

La storia può attendere. Tutti si aspettavano il tris di Ezekiel Kemboi, già primo nel 2010 e nel 2013. E invece è spuntato il connazionale Wilson Too che, tra lo stupore generale e un temporale biblico, ha tolto lo scettro al 32enne kenyano di Matira e gli ha impedito di affiancare nell’albo d’oro della Amatrice-Configno il mitico Gelindo Bordin, l’unico ad aver lasciato la propria impronta sulla corsa per ben tre volte. Meglio del vicentino il solo Paul Kosgei, che di sigilli ne ha apposti addirittura quattro. A pensarci bene, per il giovanissimo Too, 23 anni appena, non si è trattato di un successo poi così sorprendente, Lui, che all’ultimo meeting di Valencia aveva fatto faville suo 10mila, ha aggredito gli otto chilometri e mezzo che da Amatrice portano a Configno, lavorando ai fianchi i suoi avversari più temibili già nelle falcate iniziali. Subito in difficoltà, invece, il favoritissimo Kemboi esce di scena prima ancora che la corsa entri nel vivo.

A dire il vero, l’esito della gara non è mai in discussione, con Too che se ne va al secondo chilometro e fa il vuoto: nonostante la pioggia battente, il vincitore sembra avere indosso una corazza e, incurante del maltempo, chiude in solitaria con il tempone di 23’50”, sesto di sempre. Alle sue spalle, staccato di ben 46”, l’ugandese Boniface Kiprop, al rientro dopo un lungo infortunio, che ha la meglio di un niente sull’altro kenyano Julius Rono. Podio tutto africano, dunque, a dimostrazione che, pur passando il tempo e cambiando gli interpreti, il risultato resta sempre lo stesso: da Kipkoech a Tergat, da Lagat a Kosgei, gli atleti di colore non hanno mai fallito un appuntamento e, in 37 anni di storia della Amatrice-Configno, hanno lasciato il segno ben 21 volte. L’ultimo sabato, al termine della solita cavalcata trionfale, firmata da un sensazionale Too, il 15esimo portacolori della sua nazione a iscrivere il proprio nome sull’albo d’oro di una manifestazione che, dal 2006 ad oggi, sembra essere diventato un vero e proprio campionato continentale (nelle ultime nove edizioni solo l’australiano Latherby e il nostro Meucci sono riusciti a centrare due terzi posti). Solo quarto un altro dei favoriti della vigilia, il kenyano Wlliam Kibor, primo nel 2012 e secondo un anno fa, proprio dietro al grande sconfitto di ieri, il campione olimpico e mondiale in carica delle siepi Kemboi, solo 17esimo al traguardo, staccato di oltre due minuti e mezzo dal vincitore.

Primo degli italiani, il tre volte tricolore di cross, il finanziere Gabriele De Nard, undicesimo. E se tra gli uomini il maggiore indiziato alla vittoria non è in grado nemmeno di salire sul podio, tra le donne la kenyana Gladys Kemboi riesce a salvarsi dal naufragio, chiudendo al terzo posto. Meglio di lei la coppia targata Esercito, Elena Romagnolo, prima in 28’24” e Federica Dal Ri, seconda a 40”. Una doppietta azzurra, che non si registrava dal 1995 con Maria Curatolo e Lucilla Andreucci. Lontano, anzi lontanissimo, anche l’ultimo successo italiano tutto al femminile, firmato da Maura Viceconte nel 2002. Arrvo da libro cuore per la Romagnolo, al rientro all’agonismo dopo uno stop di sei mesi e sposa fra una settimana esatta.

Tra gli amatori, acuto del romano Luca Tassarotti, 19esimo assoluto che precede nell’ordine il perugino Daniele Petrini e il tiburtino Roberto Di Gregorio. Primo dei reatini l’assoluto Luca Parisi, 18esimo in 26’55”, secondo Enrico Angelucci, 25esimo (28’27”). In campo femminile, la migliore delle atlete di casa è Giulia Campoli della Studentesca Cariri, 240esima e 27esima tra le concorrenti.

Andrea Sciasciafratte – Il Messaggero