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Andrea Lanfri punta al tetto del mondo

di - 23/03/2022

andrea lanfri

Andrea Lanfri, atleta paralimpico del team Ferrino, è in partenza per il Nepal. Qui tenterà l’ascensione dell’Everest: sarà il primo italiano con pluri-amputazioni a lanciarsi in questa sfida.

Lucchese classe 1986, Andrea Lanfri ha subito l’amputazione di entrambe le gambe e di sette dita di mani e piedi a causa della meningite. Ma è una persona pratica e piena di energia, un entusiasta che non ha smesso di credere in se stesso e nei propri sogni.

Dopo la malattia si dedica totalmente alla montagna, creando il progetto ” from 0 to 0″. Questo consiste nello scalare una vetta partendo da quota 0 sul livello del mare e concludendo l’impresa alla stessa quota. Sale inoltre il Chimborazo, la cima più alta delle Ande ecuadoriane, e il Monte Bianco.

Adesso, Lanfri punta al tetto del mondo. L’atleta è in partenza oggi per Kathmandu, da qui volerà fino a Lukla e poi zaino in spalla lungo la valle del Khumbu, fino ai piedi dell’Everest.

Lo accompagnerà in questa impresa Luca Montanari, amico e guida alpina. Insieme si acclimateranno per tentare la salita senza ossigeno.

Andrea Lanfri ha risposto a qualche domanda sulla salita all’Everest:

Amici, genitori e fidanzata come hanno preso questa tua sfida?

Tutti bene, a parte mia mamma, che dice sempre ” ma che ci vai a fare?” La montagna è molto lontana dal suo mondo. Una volta, in ospedale, mi ha detto che sarei tornato a casa e che avrei dovuto affrontare un percorso difficile, ma che non sarei riuscito a tornare in montagna. Lo diceva per proteggermi, ma la mia risposta fu subito secca: “Chi te l’ha detto?”

Alla provocazione hai già risposto con il Chimborazo, con il Monte Bianco e con i progetti “from 0 to 0”. Ora “che ci vai a fare” sull’Everest?

Penso che sia possibile, per me, e mi sento in grado di realizzare questa salita. E’ un sogno che coltivo da molti anni e che finalmente va a concretizzarsi. E’ una sfida personale nata poco dopo la malattia, quando ho ripreso ad andare in montagna. Prima non ci avevo mai pensato.

Non hai mai pensato che qualcosa fosse impossibile per un atleta nelle tue condizioni?

Non penso mai all’impossibile, al massimo penso di non essere pronto per qualcosa. Questo vale per tutti gli atleti. Non mi è mai passato per la mente di dire “quello non lo faccio perchè ho le protesi”. Al massimo penso che mi devo preparare meglio di un normodotato, che devo fare attenzione anche ad altre cose. Ma tutto è possibile se si lavora e ci si impegna.

andrea lanfri

A proposito, salirai con le protesi?

Si, ho scalato con le protesi fin da subito. E quando avrò la tuta d’alta quota addosso sfido tutti a capire se ho le gambe oppure no. Al massimo qualcuno potrebbe rimanere stupito nel vedere che ho le scarpe da trail a 8000 metri.

Per un normodotato 8000 metri significa rischio di congelamenti. Vale anche per te?

Ovviamente sì, ma a questo si aggiungono problemi che potrebbero insorgere ai monconi. Dovrò fare attenzione a bolle, calli, infiammazioni e lividi. E’ più facile che succeda perchè la pelle è costantemente sfregata dal movimento. Dovrò tenere sotto controllo la sudorazione in bassa quota e la secchezza della pelle in alta quota. Negli anni ho imparato qualche trucco per contenere questi fattori, ma sicuramente ci sarà qualche problemino.

Ti sei mai immaginato in cima all’Everest?

No, preferisco procedere per gradi. Il mio step adesso è Kathmandu, poi sarà il campo base. Da lì vedrò quando sarò laggiù e potrò dedicarmi solo alla salita.

lanfri

Livornese di nascita ma montanara d’adozione, studia Geologia e sogna di fare la scrittrice. Adora raccontare storie e qualsiasi tipo di avventura, inoltre non sa stare ferma: è facile trovarla su qualche treno diretto verso le Alpi con uno zaino fuori misura da cui penzolano scarpette o piccozze (a seconda della stagione).