Pubblicità

Articolo Orange Bowl 2013 by Gianluca Gafforio

di - 27/01/2013

Articolo Orange Bowl 2013

Articolo e foto a cura di Gianluca Gafforio

Correzione editoriale a cura di Lucia Stipo

In molti lo considerano il secondo evento più importante al mondo per il Sup. Sta di fatto che l’Orange Bowl è la prima gara di rilievo della stagione. Un classico, insomma, che ogni anno si svolge a ridosso del surf expo di Orlando e quindi riesce a far convergere su Miami molti paddler professionisti. Per il 2013 sono giunti da tutto il mondo oltre 240 atleti che si sono confrontati su un circuito di boe tracciato tra i canali di Bayside, nel porto turistico di MIA.

orange bowl 2013 hard rock cafè foto gianluca gafforio

Quest’anno si è svolta un’ edizione particolare. Il circuito di 7 miglia (e non km) a causa del vento fortissimo è stato per tutti una vera prova di forza. Gli americani le hanno definite brutal conditions, e non avevano tutti i torti. Dopo il primo turn riparato dal porto e dai mega yacht, appena usciti fuori dalla marina, si veniva investiti da rafficoni di vento fino a 25 nodi. La distanza dalla prima boa era interminabile, con un doppio bordo totalmente esposto di quasi tre chilometri. Il peggior inconveniente era che il vento veniva sempre di lato. All’andata e al ritorno da ogni boa. Nei channels. Sempre. Mai un momento di tregua. Un martirio fisico a cui si dovevano aggiungere corrente, mega chop e onde boomerang che rimbalzavano dai moli della terra ferma.

orange bowl 2013 un pò di traffico il acqua foto gianluca gafforio

Una roba per alieni e supertecnici del sup. Perché rimanere in piedi sulla tavola era veramente un’ impresa, almeno per i comuni mortali. Nella élite race Danny Ching è stato veramente un mostro. Vederlo in acqua mentre pagaiava con quel vento in totale scioltezza e velocità ti fa capire quanto ci sia da imparare da un fuoriclasse del suo calibro.  Alla nave della Guardia Costiera che passava Danny ha urlato di dare più gas per creare un’ onda da sfruttare in surfata, e la nave lo ha fatto. Dietro al fenomeno Ching c’è la scuola messicana con l’eccezionale Ryan Helm, seguito dal fortissimo Brannon Rose. Tra i primi anche Antony Vela, Slater Trout primo dei quattordici, e Fernando Stalla reduce da un infortunio al braccio. Helm e Stalla hanno messo a punto una tecnica di paddling molto particolare fatta di piccole pagaiate in avanti, spesso in choking, cioè senza prendere la pagaia per l’ogiva ma per il manico… molto efficace. Stalla ha vinto la Sprint race, laddove di solito ha la meglio Jim Terrell.

orange bowl 2013 tabellone di gara foto gianluca gafforio

Chi però ha stupito veramente tutti è stato Paolo Marconi, giunto settimo al traguardo della Elite race. Questo ragazzo toscano sta seguendo specifici modelli di training in acqua e a terra, e la differenza si vede. Chapeau anche a Daniele Guidi, tredicesimo al traguardo e secondo tra i quattordici. Questa è la prova che il livello in Italia si sta alzando molto, e in futuro ne vedremo delle belle. Per le donne ha dominato la solita super Candice Appleby, tallonata dalla super fisicata Kristina Zur e dalla piccola ma indomita Bailey Rosen. Sarà lei la nuova stella femminile del sup? Sicuramente!

orange bowl 2013 Jimmy Lewis e il suo team Italiano foto gianluca gafforio

orange bowl 2013 Candice Appleby foto gianluca gafforio

Tra i master ha vinto Jim Terrell, che ha fatto la gara con un prototipo futuribile tutto in carbonio, con un shape a freccia con i tip laterali che in caso di oscillazione si appoggiano sull’acqua. A parte la Ferrari che ha sotto i piedi, Jim è 100% tecnica. Vederlo mentre pagaia ti fa capire cosa significhi spendere tutta un’ esistenza per trovare la perfezione nel paddling. Jim Terrell è anche un’ ottima persona che vuole condividere i suoi progressi con tutti. Per questo il giorno prima, grazie al surf shop TKS di Miami, si era concesso a tutti i partecipanti con un clinic gratuito. Tirando le somme di questa gara, ancora una volta Danny Ching si è rivelato una spanna sopra tutti.

orange bowl 2013 jim terrel foto gianluca gafforio

Un talento impressionante che anche in queste condizioni limite, dove sembrava di pagaiare con l’ancora, ha percorso 7 miglia in 1 ora e 12 minuti. Fate i calcoli e considerate  che passo e che media!!  Dopo la gara ho provato la tavola di Danny, un custom bellissimo, abbastanza narrow e con una larghezza di 26 al centro. Bellissima e veloce, ok, ma è il manico quella che conta.

orange bowl 2013 Premiazione Candice Appleby foto gianluca gafforio

orange bowl 2013 daniele guidi foto gianluca gafforio

orange bowl 2013 il pubblico foto gianluca gafforio

orange bowl 2013 foto gianluca gafforio