Attese 25 nazioni per un totale di 130 atleti in lizza per il Mondiale lunghe distanze. Saranno invece 400 i partecipanti al Giir di Mont tradizionale, senza concorrere all’assegnazione del titolo iridato (le due competizioni inizieranno a distanza di 30 minuti). Alla manifestazione organizzata dall’As Premana del presidente Massimo Sanelli è atteso un altro bagno di folla con 5000 spettatori distribuiti lungo il percorso, che potranno fruire di un servizio navette e anche del trasporto in elicottero per chi volesse raggiungere i punti più spettacolari in quota. “Il percorso è molto duro, le condizioni meteo lo renderanno ancora più impegnativo: sarà una gara ricca di capovolgimenti di fronte in vetta, in cui potrà realmente accadere di tutto. È il fascino di una competizione come il Giir di Mont”, il commento del responsabile tecnico azzurro Paolo Germanetto.
LA GARA MASCHILE – Per l’Italia saranno in gara due quintetti decisamente competitivi. Al maschile correranno sicuramente il campione del mondo in carica Alessandro Rambaldini (Atl. Valli Bergamasche Leffe), il bronzo iridato 2015 Francesco Puppi (Atl. Valle Brembana) dato in ottime condizioni di forma, Luca Cagnati (Atl. Valli Bergamasche Leffe) e Nicola Spada (Atl. Valli Bergamasche Leffe). Come quinto uomo Gil Pintarelli (Gs Valsugana Trentino) potrebbe sostituire Marco De Gasperi (Atl. Alta Valtellina). “Non ho mai corso il Giir di Mont – dichiara l’iridato in carica Rambaldini, alla terza presenza in un Mondiale long distance (a Zermatt 2015 fu 12esimo) – ma ho provato il percorso due settimane fa. E’ un tracciato decisamente “tosto”, con una salita lunga in mezzo e un finale molto impegnativo. L’anno scorso vinsi un po’ a sorpresa dopo l’errore di percorso di Marco De Gasperi nel finale, ma per l’Italia fu una giornata indimenticabile: anche a Premana abbiamo una squadra molto buona che può provare a ripetersi”. Tra i favoriti della sfida, sul percorso del Giir di Mont (prima edizione nel 1961), c’è ancora l’eritreo Petro Mamu: il “folletto” africano vinse la corsa nel 2015 (con il record del percorso a 3h06:00 togliendo oltre sei minuti al primato di Kilian Jornet) ma al Mondiale distanze classiche non è apparso al top della forma (quinto). In una gara con l’Africa decisamente meno presente rispetto alla rassegna delle distanze classiche, occorrerà fare attenzione anche allo statunitense Andy Wacker, arrivato due volte a podio senza mai vincere, al britannico Tom Owens (quarto nel 2016), allo svizzero Pascal Egli e a due veterani come il francese Julien Rancon e lo statunitense Anton Krupicka, oltre agli azzurri Rambaldini e Puppi. Per il titolo a squadre in lizza soprattutto Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti.
LA GARA FEMMINILE – Tra le donne il responsabile tecnico nazionale della corsa in montagna Paolo Germanetto ha invece selezionato l’iridata 2013 e argento uscente Antonella Confortola (tesserata per il Marathon Club Imperia ma in passato anche bronzo olimpico nella staffetta 4×5 km dello sci di fondo a Torino 2006 e preziosa donna-squadra nella Nazionale degli sci stretti nell’epoca del triumvirato Belmondo-Di Centa-Paruzzi), il bronzo iridato 2017 del trail Silvia Rampazzo (Tornado), Barbara Bani (tesserata per la Free Zone e già in Nazionale nelle lunghe distanze 2016 e nel trail 2017) e le debuttanti Lisa Buzzoni (Altitude Race) e Stephanie Christel Jimenez (As Premana). L’atleta più blasonata è sicuramente Confortola, le azzurre più attese alla luce delle attuali condizioni di forma sono invece Rampazzo e Jimenez: quest’ultima, due volte vincitrice del Giir di Mont (2008 e 2009) da francese e poi italiana per matrimonio, è diventata mamma lo scorso anno e avrà il tifo di tutta la famiglia al seguito. Nel 2012 il Giir di Mont venne vinto a suon di primato della corsa (3h45:50) da Kasie Enman: la statunitense può essere considerata la favorita della corsa davanti alla campionessa uscente Annie Conway (Gran Bretagna) e alle romene Denisa Dragomir (due volte campionessa europea Juniores) e Ingrid Mutter (vincitrice del Giir di Mont 2016). L’Italia presenta nel complesso un quintetto piuttosto compatto, a sfidare gli Usa (forti anche di una seconda punta come Addie Bracy, ottava nelle distanze classiche domenica scorsa a Premana) per il titolo a squadre.
IL PERCORSO – Si parte dal centro di Premana in Piazza della Chiesa, si scende verso il fondovalle lungo la mulattiera che porta in località Lavinol quindi, oltrepassando il torrente Varrone, si inizia la prima delle tre salite, che conduce al primo passaggio intermedio all’Alpe Chiarino a quota 1558 metri dopo 5 km di corsa. La salita porta attraverso un sentiero sopra le baite dell’Alpe Barconcelli per poi raggiungerle affrontando una discesa di 2 km che tocca gli Alpeggi di Casarsa e dei Forni e riporta a quota 1180 metri prima di imboccare la seconda salita. Dopo un breve strappo si giunge all’Alpe Vegessa dove è posto il secondo intermedio. Da qui si imbocca la Valvarrone seguendo la strada militare per 4 km fino in prossimità del rifugio Varrone dove inizia la salita più impegnativa del percorso (poco più di 3 km per 800 metri di dislivello) verso la Bocchetta di Larecc (2063 metri di quota). La gara prosegue con una discesa altrettanto impegnativa, attraverso pietraie e un ripido sentiero: in meno di 2 km e con un dislivello di 700 metri porta all’Alpe Fraina, dove le pendenze si addolciscono fino all’Alpe Caprecolo, per poi tornare a scendere imboccando la strada militare della Valle fino all’Alpe Rasga (km 19), dov’è posto il quarto intermedio e dove inizia l’ultima e più lunga salita. La prima parte è la più dura, dalle baite di Domant fino alle case di Pianch: si raggiunge poi l’Alpe Premaniga (1403 metri). Da qui la salita si fa meno ripida verso l’Alpe Solino (km 25) e conduce all’ultimo alpeggio e ultimo intermedio: l’Alpe Deleguaggio (1690 metri), da dove inizia l’ultima e tecnica picchiata verso il traguardo nel centro abitato di Premana.
Cesare Rizzi (Ufficio stampa Fidal)