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Black Box First Prototype

di - 29/12/2012

BLACK BOX PROJECT
Durante il PWA di Klitmoller non può esservi passata inosservata una tavola grigia che sembrava una porta, nel vero senso della parola, sotto i piedi di Dani Bruch. Peccato che quella “porta” ha permesso a Dani di ottenere uno dei punteggi più alti mai ottenuti in gara nel waveriding. Quella cosa grigia ha quindi iniziato a incuriosire un po’ tutto il mondo del windsurf e Funboard vi propone ora un approfondimento su questo progetto grazie alla collaborazione di Dani Bruch in persona e Sacha Albarda di Starboard.

Ciao Dani, spiegaci un po’ come ti è venuta in mente un’idea come la Black Box, qual era l’obiettivo che volevi raggiungere?
L’idea alla base della Black Box deriva dal surf da onda. Una mattinata ho usato la tavola di un mio amico ed era davvero piccola, una 5.8″ JS chiamata Black Box. Non avevo mai provato una tavola da surf così piccola in quanto, per la mia altezza e il mio peso, sono abituato ad avere un po’ più di polistirolo sotto ai piedi per galleggiare bene… mi aveva però incuriosito, in quanto aveva una forma davvero singolare… corta ma molto larga al centro, con pochissimo volume a poppa. Mi ha davvero invogliato a provare come fosse. La sorpresa ancora più grande, poi, è stata realizzare quanto fosse manovrabile e performante! Avevo già visto il mio amico usarla con onde molli e sembrava decollarci sopra, ma essendo un ottimo surfista pensavo fosse quasi esclusivamente una questione di tecnica e invece… ha fatto la stessa identica cosa con me, permettendomi di volare down the line per fare delle belle curve strette e divertirmi al massimo in onde che prima non avrei nemmeno considerato… mi stavo davvero divertendo un sacco!
Questa session, quindi, mi ha fatto riflettere parecchio. Ho pensato a quanti giorni sia uscito in condizioni marginali con vento leggero e onda moscia, in giro per i vari spot del mondo… quelle condizioni in cui, quando la disperazione si fa sentire, esci ancora più frustrato di quando sei entrato, abbandonando ogni speranza di fare qualcosa di decente con quelle condizioni di vento ed onda marginali… condizioni, vento a parte, uguali alla mia session di surf da onda… perchè quindi dovrebbe esserci così tanta differenza nel surf e non anche nel windsurf? Secondo me vale la pena di fare un tentativo!
Mentre tornavo verso casa dalla WA, dopo aver lavorato affianco a Scotty sui nuovi Kode, nel dicembre 2011, ho fatto una breve fermata in Tailandia, per finire il mio lavoro col team di sviluppo Starboard. Ho fatto una chiacchierata veloce con Tiesda e Svein, ed entrambi sembravano entusiasti del concetto inziale e mi hanno dato la conferma che avrebbero creato il primo prototipo per me. Ero davvero eccitato!
Dopo aver fatto qualche ricerca, online, nei cataloghi, ecc, sapevo più o meno cosa volevo. Ho cominciato disegnando il profilo, basandomi inizialmente su un vecchio design dello Starboard Fish del 2001, scegliendo poi la poppa appropriata, la prua, i rails, la linea di rocker, la forma della chiglia e il tipo di finiture e soprattutto le scasse per le pinne. Inizialmente ce n’erano un sacco… un sacco davvero! Avevo il sentore che sarei riuscito a far funzionare la mia idea, ma non sapevo minimamente se sarebbe risultata una tavola twin, thruster, single o quad… io mi sono trovato più a mio agio col quad, pensando che con una poppa così larga e due pinne così vicine ai rails, avrebbe avuto maggiore possibilità di curvare combinando anche due pinne arretrate per generare potenza ed inerzia… sembrava perfetto in teoria… ma in pratica non funzionava proprio. Sinceramente devo confessare che dopo 3 mesi di test e regolazioni, soprattutto della poppa… stavo quasi per abbandonare il tutto. L’ho testata in così tante condizioni diverse… vento forte, leggero, side, onshore, con onda formata, choppata, molle… e ogni volta con una sacca contenente una trentina di pinne da testare… I miei amici in spiaggia se la ridevano e mi prendevano in giro quando mi vedevano passare con la mia “porta” sotto il braccio… ma alla fine ho deciso di continuare fino a trovare la regolazione perfetta. Ho utilizzato il setup twin fin più distanziato ed avanzato possibile, in modo che la tavola fosse estremamente manovrabile e giocosa, per poi piazzare una pinna più piccola, centrale ed arretrata (trailer fin) che evitasse che la tavola andasse in spin-out troppo facilmente e generando la portanza e proiezione necessarie. Appena ho avuto quest’illuminazione non riuscivo a credere quanto fosse eccezionale questa tavola. Ora volevo che tutti quanti la provassero e mi dicessero le loro opinioni. Un sacco di miei amici, tutti di peso e livello diversi, l’hanno provata con entusiasmo ed ora ero io a ridermela in spiaggia quando vedevo le loro facce esterrefatte! Quella tavola ha qualcosa di magico, e sono davvero contento di aver continuato fino in fondo.
Dopo un lungo periodo di test anche da parte di altra gente, per avere anche dei pareri esterni al mio così profondamente coinvolto ed eccitato, ho detto a Tiesda quanto avessimo fatto centro con questa tavola. Era passato così poco tempo da quando avevo iniziato a lavorarci su, e inizialmente, logicamente, loro non erano convinti quanto me. Ho quindi deciso di fare qualche video in condizioni marginali con la 5.6 Severne S.1, planando a malapena ma disintegrando le onde… Si sa, una foto vale mille parole e… 3 giorni dopo ero seduto su un aereo verso la Tailandia per realizzare nuovi prototipi!

Chi pensi tragga maggior vantaggio da questa tavola, i rider neofiti o gli esperti?
Secondo me entrambi. I rider intermedi impareranno più velocemente e con meno fatica a far curvare la tavola, facendo waveriding anche con vento leggero, che è la cosa più difficile in assoluto. I rider più esperti, invece, potranno essere in grado di sfruttarne la vera magia, distruggendo qualsiasi onda anche in condizioni assolutamente ridicole.

L’intervista completa su FUNBOARD MAGAZINE di dicembre-gennaio!

Ciao a tutti, sono Fabio Calò (ITA-720), ho iniziato a fare windsurf all’età di 13 anni e da quel momento è diventata la mia più grande passione, poi la mia vita e il mio lavoro. Campione Italiano Wave nel 2013 e 2015. Vivo a Torbole sul Garda e respiro l’aria del windsurf 365 giorni all’anno.