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Bosnia-Erzegovina, una vittoria contro le dighe

di - 19/06/2018

Le coraggiose donne di Kruščica, dopo aver picchettato giorno  e notte per fermare fisicamente i lavori di costruzione, hanno vinto anche la battaglia legale che annulla il permesso ambientale per la costruzione di dighe sul fiume.

Le donne di Kruščica, un gruppo di attiviste che proteggono la loro comunità ed il fiume dalla minaccia della costruzione di nuove dighe, hanno vinto una battaglia importante. La corte cantonale di Novi Travnik, in Bosnia ed Erzegovina, questa settimana ha stabilito che il permesso ambientale per la costruzione di dighe sul fiume Kruščica deve essere annullato immediatamente, il che significa che eventuali ulteriori lavori di costruzione della diga sono illegali.

Il piccolo gruppo di donne del villaggio di Kruščica ha fatto la guardia al ponte di accesso, 24 ore al giorno, per oltre 300 giorni, al fine di evitare la costruzione, guadagnandosi così il soprannome di “Le donne coraggiose di Kruščica”. Il racconto della loro lotta fa parte di un documentario, Blue Heart, che racconta tre storie di persone che combattono per proteggere gli ultimi fiumi selvaggi d’Europa dalla minaccia di 3.000 dighe idroelettriche. Il documentario, prodotto da Patagonia, è stato presentato in anteprima a marzo 2018 e proiettato nelle sedi di tutta Europa, Giappone, Sud America e Australia.
Oltre al film, è stata lanciata una petizione globale che chiede alle banche internazionali di smettere di investire nella distruzione del Cuore Blu d’Europa, nella penisola balcanica. La petizione ha finora ottenuto oltre 110.000 firme.

La decisione del tribunale di annullare il permesso di costruzione della diga è stata presa sulla base del fatto che nessuna delle comunità interessate dalla proposta della diga fosse stata invitata all’udienza pubblica obbligatoria o che fosse addirittura a conoscenza dell’esito dell’udienza. Il prossimo passo nella lotta delle donne è chiedere al Ministro Salkan Merdazani di cancellare due concessioni per la costruzione di dighe sul fiume Kruščica. Fino a quando questo non accadrà, le donne hanno intenzione di continuare a presidiare il ponte 24h su 24, nel caso in cui si decida di svolgere lavori di costruzione illegali.

Tahira Mika Tibold, Presidente della comunità locale di Kruščica, commenta: “Siamo felici che il tribunale abbia deciso di annullare il permesso ambientale. L’attenzione internazionale ha sicuramente aumentato la pressione e dato un contributo a questa decisione. Tuttavia, mentre celebriamo questa vittoria, rimaniamo vigili e continueremo a difendere il ponte poiché sappiamo che c’è ancora molta strada da fare per proteggere il nostro fiume e la nostra comunità dagli investitori delle dighe”.

Jelena Ivanic del Centro  per l’Ambiente, Bosnia & Herzegovina, commenta: “Si tratta di  una vittoria molto importante per Kruščica e per tutti coloro che combattono per i corsi fluviali in Bosnia- Erzegovina, una  chiara  dimostrazione del fatto che il cambiamento è possibile e che il potere risiede nelle persone. Cresce la consapevolezza che questo tipo di progetti avvantaggino solo uno stretto gruppo di individui, causando  danni irreversibili alle comunità locali.
“Stiamo mandando un segnale molto chiaro al Ministro Salkan Merdžanić e agli investitori che progettano centrali idroelettriche sul fiume Kruščica per porre fine alle concessioni e rinunciare a questo progetto, perché non ci arrenderemo e ora anche la giustizia è dalla nostra parte“.

L’avvocato di Kruščica Bruno Božić commenta: “Questa decisione mi conforta, le cose stanno finalmente andando nella giusta direzione. Abbiamo chiesto il permesso di partecipare all’udienza pubblica e questo è un passo importante per qualsiasi decisione futura, che vedrà una partecipazione adeguata e solida dei cittadini e degli ambientalisti “.

Ryan Gellert, General Manager, EMEA, Patagonia, dichiara: “La sentenza dimostra che, in quanto cittadini interessati di tutto il mondo, possiamo far sentire la nostra voce a sostegno delle popolazioni locali che lottano per proteggere i loro fiumi e le loro comunità. Insieme, possiamo contribuire alla realizzazione di  decisioni fondamentali come questa. La più grande battaglia non è ancora stata vinta , perché c’è ancora uno tsunami di dighe con oltre 3.000 progetti distruttivi pianificati nei Balcani. Tuttavia, le vittorie locali come questa ci ricordano il potere dell’azione che parte dal basso e cresce grazie a un ampio sostegno pubblico “.

Eva è nata e cresciuta a Roma, dove ha studiato giurisprudenza per capire che è una persona migliore quando non indossa un tailleur. Ha lasciato la grande città per lasciare che il vento le scompigliasse i capelli sulle montagne delle Alpi e presto ha scoperto che la sua passione per l’outdoor e scrivere di questa, poteva diventare un lavoro. Caporedattrice di 4outdoor, collabora con diverse realtà del settore outdoor. Quando ha finito di lavorare, apre la porta della baita in cui vive per sciare, correre, scalare o per andare a fare altre gratificanti attività come tirare il bastone al suo cane, andare a funghi o entrambe le cose insieme.