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Brooks Cascadia 16: il Test

di - 17/09/2021

Brooks_Cascadia 16

 

Dal numero #04 di 4running a cura di Paolo Dellavesa  |  foto action: Cortina Skyrace

 

Brooks Cascadia 16: la nuova edizione di un modello unico

Il modello Cascadia è nato nel 2005 ed è la prima scarpa di Brooks pensata per il trail. Ormai giunta alla 16* edizione, non è un semplice aggiornamento, ma una vera e propria riprogettazione in chiave moderna. 

 

La parola di Brooks

Cascadia 16 offre stabilità su tutti i terreni e protezione duratura.

Con un’ ammortizzazione più morbida e leggera rispetto al passato garantisce una corsa fluida e continua. La nuova struttura di intersuola e suola permette al piede di adattarsi facilmente al suolo, migliorando la stabilità d’appoggio. Il rinnovato Ballistic Rock Shield protegge da ciottoli e detriti, adeguandosi meglio alle irregolarità del terreno.

 

Passiamo la parola a Paolo, il nostro tester

“Mi chiamo Paolo Dellavesa. Dopo anni di corsa su strada ed escursioni in montagna, ho deciso di unire le due cose. In montagna non ci sono scorciatoie, le variabili sono tante e non si parla solo di prestazione fisica, ma anche di interpretazione e ragionamento. Questi elementi, uniti a un approccio ‘fast and light’, mi fanno sentire in perfetta armonia con la natura. Brooks user su strada da sempre, ho scoperto la filosofia trail della casa di Seattle a Cortina d’Ampezzo, durante il lancio in anteprima mondiale della nuova Cascadia 16”.

 

Brooks Cascadia 16

 

Il test della Brooks Cascadia 16

Design e Finiture

La prima cosa che colpisce sono i suoi colori: una tomaia giallo brillante, stringhe e dettagli arancioni, logo e intersuola neri. Questo rende la Cascadia 16 esteticamente più moderna rispetto alle precedenti edizioni. Il motto “explore any trail” stampato sulla parte interna della conchiglia ribadisce la duttilità di questo modello, come anche i 4 piccoli loghi rotondi sull’esterno a indicare i suoli preferiti dalla Cascadia.

 

Tomaia

Realizzata in mesh ingegnerizzato a singolo strato antistrappo, risulta leggera, ma resistente (298 gr per il modello da uomo e 269 per quello femminile). Dopo i primi 250 km non ho ravvisato un’usura anomala. La protezione sulla parte anteriore è stata migliorata e ampliata, lateralmente si notano quattro intagli che migliorano il drenaggio, ma non compromettono la resistenza all’abrasione. Il collarino isola molto bene il tallone e ne limita il movimento eccessivo. La linguetta a soffietto risulta ben imbottita e confortevole, è integrata nella struttura generale, e questo evita l’ingresso della maggior parte dei detriti, oltre a migliorare la stabilità. Funzionale il velcro a scomparsa sul tallone per un fissaggio ottimale della ghetta.

 

Brooks Cascadia 16

 

Chiusura

I lacci piatti, in tessuto elasticizzato, si integrano perfettamente con gli occhielli. Grande nota di merito per la qualità dell’allacciatura, che risulta precisa e non si allenta con il passare delle ore. I lacci così realizzati mantengono la tensione desiderata e non mi hanno mai creato disagio sul collo del piede, anche quando ho cercato di stringere molto la scarpa, caratteristica che apprezzerà chi, come me, ricerca grande stabilità nella calzata. Se si desidera ancora più accuratezza, sono stati posti due occhielli extra nella zona superiore, così da poter personalizzare ancora di più la vestibilità. Infine, trovo comodo il piccolo elastico posto al centro, che consente di alloggiare i lacci senza che questi svolazzino durante le falcate.

 

Brooks Cascadia 16

 

Comfort

E’ uno dei suoi punti di forza. La scarpa è stata alzata di 2 mm rispetto alla precedente edizione e risulta più morbida, soprattutto sul tallone. La tomaia leggera e le protezioni ben sagomate la rendono comoda e molto piacevole da indossare. 

Lo spazio nella parte anteriore aiuta a muovere bene le dita. Ho notato un minore affaticamento del piede alla fine delle corse lunghe, anche se questo comporta una leggera perdita di precisione nei tratti molto tecnici. Caratteristica che si può limitare parzialmente con un’attenta allacciatura. 

 

Traspirabilità

La tomaia in mesh ingegnerizzato potrei definirla a media traspirabilità. In giornate molto calde il mio piede tende a sudare un po’ più del dovuto, a causa di alcuni punti della scarpa ben imbottiti, come la linguetta e il collarino. Tuttavia, in caso di guadi o pozze d’acqua, quest’ultima defluisce grazie ad alcune fessure appositamente progettate. Il piede torna asciutto in una ventina di minuti. 

 

Brooks Cascadia 16

 

Grip migliore nella Brooks Cascadia 16

Uno dei punti chiave per valutare una scapa perchè in mancanza di feeling e condizioni difficili può compromettere una gara. 

Sono stato piacevolmente colpito dall’affidabilità della mescola TrailTrack di Brooks: ottima su molte superfici, occorre un po’ di attenzione in più solo sulla roccia bagnata. Il battistrada è stato aggiornato rispetto alla Cascadia 15, con un disegno multidirezionale più marcato: i tasselli ora sono alti 6 mm e il maggiore spazio tra loro fa sì che il fango non si attacchi. 

La mancanza dei tacchetti nella parte centrale della suola non compromette il grip, che si è confermato davvero soddisfacente. Non ho subito particolari perdite di trazione, potendo così contare su una spinta sempre sicura in salita e su un appoggio stabile in discesa. Altro aspetto che valuto decisivo nella qualità di una suola è la sua durata: sulla Cascadia dopo 250 km si nota solo una lieve usura, discese asfaltate incluse. 

 

 

Stabilità

I tecnici di Brooks hanno ideato Accordion Sidewall Grooves, una particolare struttura composta da intagli che corrono lungo suola e intersuola. Questa dona alla scarpa la capacità di adattare l’ammortizzazione in base al tipo di asperità del terreno. 

Nonostante io sia abituato a correre con modelli minimalisti, lanciandomi lungo le velocissime discese della Cortina Skyrace non ho avvertito perdite di controllo, l’appoggio è sempre stato preciso e la caviglia sicura. Anche grazie all’introduzione della prima pianta completamente dedicata al trail di Brooks, ora più larga e proporzionata all’utilizzo sui sentieri. 

 

Protezione

Complessivamente la Cascadia 16 è una scarpa protettiva. Gli inserti sulla tomaia mi hanno isolato bene il piede in particolare la protezione maggiorata sull’alluce.

La conchiglia posteriore risulta rigida e ben imbottita. A protezione della pianta del piede, oltre al comfort offerto dall’intersuola, è stata rivista la classica piastra chiamata Ballistic Rock Shield, non più un pezzo unico, ma suddiviso in quattro rami, che si allungano parallelamente verso la punta. Questo, oltre a garantire la schermatura da oggetti appuntiti e radici, mi ha dato grande sensibilità nei traversi in pendenza e negli appoggi laterali. La scarpa risulta quindi protettiva ma anche molto flessibile, lasciando il piede libero di assecondare gli ostacoli.

 

Brooks Cascadia 16

 

Capacità di ammortizzare della Brooks Cascadia 16

Brooks ha dotato la Cascadia 16 della nuova tecnologia di ammortizzazione, DNA Loft V2. Questa riformulazione della schiuma risulta più morbida del 5% e più leggera del 20% rispetto a quella del modello precedente. Già dai primi minuti di corsa ho potuto notare come l’ammortizzazione sia molto ben distribuita, anche grazie al Ballistic Rock Shield non risulta eccessivamente morbida dal mesopiede in avanti, garantendo poca dissipazione di potenza in fase di spinta e un buon controllo in discesa. Il tallone è invece più morbido, molto confortevole quando chiamato in causa. 

Questo aspetto mi piace molto, perché si ha la sensazione di calzare una scarpa ammortizzata, ma abbastanza reattiva e precisa, caratteristiche che spesso sono in contrasto, ampliando l’adattabilità della calzatura stessa.

 

Consigliata per… 

La prima impressione che si ha sulla Cascadia 16 è quella di una scarpa comoda e ammortizzata perfetta per lunghe distanze e terreni scorrevoli. Una riflessione superficiale, smentita all’aumentare del ritmo: il feeling rimane lo stesso. Abbiamo quindi un modello versatile perfetta per runner che cercano comfort, ottima su lunghe distanze anche oltre i 50km. 

Trovo che il suo utilizzo ideale sia in itinerari collinari e fino alla media montagna. La si può spingere pure a forte velocità in terreni mediamente tecnici, a patto di andare d’accordo con la parte anteriore spaziosa e le dita libere. Anche chi apprezza scarpe minimali e più basse da terra potrà trovare nella Cascadia 16 un’ottima compagna durante le corse meno esasperate, dando un po’ di sollievo extra a muscoli e articolazioni.

 

Un ultimo suggerimento

Vista la nuova pianta più larga e il toe box spazioso, consiglio a chi sa che affronterà tratti accidentati a forte velocità di spendere qualche secondo in più nel regolare bene l’allacciatura, aumentando la precisione d’appoggio.

 

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Corro quanto basta, pedalo a giorni alterni, parlo troppo. Nelle pause mangio. Instancabile sostenitrice di quanto lo sport ti salvi. Sempre. Le mie giornate iniziano sempre così: un caffè al volo e il suono del GPS che segna l'inizio di un allenamento. Che corra, pedali o alzi della ghisa poco importa: l'importante è ritagliarmi un momento per me che mi faccia affrontare la giornata nel modo migliore.