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Calcaterra, altro podio iridato sui 100 Km

di - 13/09/2015

Giorgio Calcaterra ha aggiunto oggi altre due medaglie alla sua enorme collezione di successi nell’ultramaratona. A Winschoten (Paesi Bassi) il romano ha conquistato infatti il bronzo ai Campionati del Mondo della 100km, trascinando il team azzurro all’argento nella massima rassegna globale della distanza con 20h32:29 alle spalle della Svezia (19h59:40). Già iridato per tre volte, Calcaterra porta a casa il secondo bronzo in carriera nei 100 chilometri mondiali. La gara valeva anche come campionato europeo, per cui al bottino azzurro vanno aggiunti anche un bronzo (di Calcaterra) e un argento (degli uomini) continentali.

A vincere, dopo una lunga rincorsa al titolo, oggi è lo svedese Jonas Buud. Il 41enne si mette intesta fina da subito, costruendo un vantaggio che risulterà essere inattaccabile dagli avversari fino al crono finale di 6h22:44. L’argento va allo spagnolo Asier Cuevasin 6h35:49, solo un minuto più veloce di Calcaterra che nel finale recupera posizioni e sembra quasi poter ambire al secondo gradino del podio: sul traguardo fa segnare 6h36:49.

Il grande Giorgio Calcaterra durante la gara olandese, per lui un bronzo dove aveva vinto l'oro nel 2011 (foto FB) Il grande Giorgio Calcaterra durante la gara olandese, per lui un bronzo dove aveva vinto l’oro nel 2011 (foto FB)

“Il bronzo? Ieri ci avrei messo la firma! Considerati i problemi che ho affrontato nell’ultimo periodo, questo terzo posto mi fa davvero felice” racconta a caldo Giorgio Calcaterra. “Mi rammarica un po’ il tempo finale, visto che ho un primato personale decisamente migliore. La prima parte – 3h12 un passaggio che in altre condizioni sarebbe stato perfetto – è stata più veloce della seconda, e questo è un errore da non fare. Ma ho voluto provarci fin dall’inizio e sono felice di averlo fatto. Non ho rimpianti”.

Le medaglie ai Mondiali della 100km arrivano in un giorno che vede tutta l’Italia correre i 200 metri per il Mennea Day: “Pietro Mennea per me è stato un mito e un’ispirazione. Ci ha riempiti di orgoglio, me come tutti gli italiani che hanno assistito alle sue imprese”. Continua il pluri iridato: “Ricordo che quando ho cominciato a correre, nel 1982, venivo visto un po’ come un matto. E che per strada mi gridavano ‘Ma chi credi di essere, Mennea?!’. Tanto per dire quanto il nome di Pietro Mennea sia parte della nostra cultura, di quello che siamo. Il Mennea Day è una manifestazione bellissima, che porta avanti i valori di un grande campione e di un grande uomo”.

In una gara che vede una ventina di atleti arrivare al di sotto delle 7 ore, gli azzurri danno prova di compattezza: l’altoatesino Hermann Achmuller è quattordicesimo in 6h54:50, seguito da Andrea Zambelli 23° in 7h00:51. A poca distanza arrivano Silvano Beatrici (27°, 7h03:19), Marco Ferrari (34°, 7h11:31), Paolo Bravi (37°, 7h15:30). Nel complesso si contano ben quattro primati personali (Achmuller, Zambeli, Beatrici e Ferrari) su sei partenti, mentre sono due i PB ottenuti dalla squadra femminile.

Barbara Cimmarusti, che arriva quattordicesima, corre infatti i 100 chilometri in 8h05:48 mentre chiude in 8h14:28 Francesca Canepa (18esima). La gara è vinta dalla statunitense Camille Herron, che in 7h08:35 fa sfumare la doppietta svedese. Seconda è infatti Kajsa Berg in 7h20:48 davanti alla croata Marija Vrajic, vecchia conoscenza delle ultramaratone italiane (7:27:11) e alla britannica Joasia Zakrzewski (7h31:33). Per i colori azzurri vanno registrati anche l’8h15:27 di Elisabetta Albertini e l’8:52:42 di Cristina Pitonzo. Le italiane possono così festeggiare il bronzo a squadre.

Ufficio stampa Fidal