CAMMINARE ovvero… qualsiasi attività moderata è un vantaggio per la salute, ma la passeggiata a ritmo sostenuto, in particolare, comporta diversi benefici: eccone otto, comprovati da esperimenti e studi scientifici.
A cura del dott. Antonio Robecchi Majnardi (Staff U.O. Riabilitazione Neuromotoria – Auxologico Capitanio) | foto reinhart-julian
Soren Kierkegaard
“I pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata.” Søren Kierkegaard
CAMMINARE FRENA I GENI DELL’OBESITÀ
Camminare è una sorta di freno ai chili di troppo, nel senso che contrasta gli effetti delle vie genetiche che promuovono l’aumento di peso. I ricercatori americani dell’Università di Harvard hanno esaminato 32 geni in oltre 12 mila persone, per determinare in che misura contribuissero all’obesità, e si sono imbattuti in una scoperta: l’azione di quei tratti di Dna era addirittura dimezzata nei partecipanti allo studio che facevano una camminata a passo svelto per circa un’ora al giorno. I geni si esprimevano meno e con il loro silenzio non favorivano l’accumulo di chili.
FA DIMINUIRE L’APPETITO E LA VOGLIA DI DOLCI
Due indagini dell’Università di Exeter, in Inghilterra, avevano già appurato che una passeggiata di un quarto d’ora può contenere il desiderio di comfort food e persino ridurre la quantità di cioccolato che si mangia in situazioni stressanti, come cibo consolatorio. Le ultime ricerche confermano che fare una camminata a passo svelto può far diminuire l’appetito e la voglia di dolcetti e merendine.
FA BRUCIARE CALORIE
Camminare aiuta anche a dimagrire, se però si sta attenti all’alimentazione. Camminando per un’ora, alla velocità di almeno 3,5 chilometri orari, si bruciano infatti all’incirca 255 calorie. Accelerando e arrivando a 5 chilometri all’ora, si consumano in media 391 calorie (l’equivalente di più di una porzione di pasta al pesto).
FA DIMINUIRE I DOLORI ARTICOLARI
Diversi studi hanno scoperto che la deambulazione riduce il dolore correlato all’artrite e che può perfino prevenire l’insorgere dell’infiammazione alle articolazioni.
“Le passeggiate proteggono in particolare le ginocchia e i fianchi, che sono più suscettibili all’osteoartrosi, lubrificando le giunture e rafforzando i muscoli che le sostengono.”
RINFORZA LE DIFESE IMMUNITARIE
Uno studio su oltre mille uomini e donne ha concluso che camminare rinforza le difese del nostro sistema immunitario allontanando l’influenza e i malanni di stagione. Chi si è dedicato per una ventina di minuti (almeno cinque giorni alla settimana) è stato provato che ha avuto il 43% in meno di giornate di malattia durante l’anno rispetto a quelli che si esercitavano una volta alla settimana o meno. Non solo: se si erano ammalati, era stato per un periodo più breve e con sintomi più lievi.
RIDUCE IL RISCHIO DI CANCRO AL SENO
È ormai acclarato come l’attività fisica sia correlata alla diminuzione della possibilità di ammalarsi di vari tipi di cancro. Ma uno studio dell’American Cancer Society, incentrato per la prima volta sulla camminata e condotto su 73.615 donne in menopausa tra i 50 e i 74 anni, ha quantificato la riduzione del rischio: era inferiore del 14% in chi la praticava sette o più ore alla settimana.
PREVIENE DIABETE E ALZHEIMER
“L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda trenta minuti di attività
aerobica moderata, come la camminata veloce, per cinque giorni alla settimana
(per un totale di 150 minuti) per prevenire patologie che vanno dal diabete all’Alzheimer.”
Un’attività viene definita aerobica quando il carburante energetico impiegato per compierla si forma attraverso reazioni che sfruttano l’ossigeno, il quale viene fornito ai muscoli dall’apparato cardiovascolare. Nei processi di ossidazione a essere bruciato è anche il grasso immagazzinato nel corpo: viene espulso nel sangue e portato ai muscoli. Si parla di esercizio aerobico solo quando lo sforzo si prolunga per più di tre-quattro minuti e raggiunge il suo scopo se raggiunge i dieci minuti almeno, mantenendo una media di 110-130 battiti cardiaci al minuto (variabile in base all’età e all’allenamento). Nell’esercizio anaerobico, invece, l’energia impiegata proviene dal glicogeno delle cellule muscolari: nel momento in cui i muscoli non riescono più a usare le scorte interne, il lavoro si trasforma progressivamente in aerobico.
E’ UN TOCCASANA PER L’UMORE
Quegli studi che mostrano un miglioramento dell’umore e un sollievo dalla depressione dovuti all’attività fisica prevedono in genere le camminate veloci. Bastano già dieci-venti minuti perché si producano un po’ di endorfine nel cervello, molecole imparentate con gli oppiacei, sostanze del buonumore.