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Chepngetich, un poker da urlo

di - 09/05/2017

Una sola prova a fine aprile per lo Iaaf Road Label, normale dopo l’abbuffata di maratone e mezze dei due weekend precedenti. La Vodafone Istanbul Half Marathon ha pienamente mantenuto le attese riscrivendo in entrambi i sessi il record su suolo turco, con progressi decisamente sensibili. La gara femminile ha incoronato la kenyana Ruth Chepngetich, che dopo la vittoria di Istanbul si erge a protagonista del settore, pronta a dare battaglia alle sue connazionali Visiline Jepkirui, Peres Jepchirchir e Violah Jepchumba per la leadership della specialità. La Chepngetich d’altro canto ha un ruolino di marcia per il 2017 invidiabile, con vittorie ad Adana, Parigi e Milano andando sempre in progressione cronometrica fino all’exploit turco, con il tempo di 1h06’09”. Dopo i primi 5 km la kenyana era già in compagnia delle sue principali avversarie, la vicecampionessa olimpica Eunice Kirwa (Brn) e Worknesh Degefa (Eth), ma quest’ultima già dopo 10 km passati in 31’08” alzava bandiera bianca. Ai 15 km in 46’59” le due erano ancora insieme, ma nel finale la kenyana aveva ancora più energie dell’avversaria per batterla e chiudere con il 12° tempo di sempre. Per la Kirwa arrivava così la prima sconfitta sui 21,097 km dal 2014, curiosamente nel giorno della sua miglior prestazione in quanto il suo 1h06’46” le vale il record asiatico. Terza posizione per una delusa Degefa in 1h08’55”.

Quarta mezza conquistata dalla Chepngetich nel 2017 (foto organizzatori)

Di ottimo livello anche la prova maschile iniziata con un gruppo ancora numeroso ai 10 km passati in 28’32”. Il kenyano Vincent Yator provava l’azione solitaria, ma prima del 15° km era ripreso dal connazionale Edwin Kipsang Rotich, l’etiope Terefa Debela e il tanzaniano Ismail Juma che andava all’attacco transitando ai 20 km con un vantaggio di 7” su Debela. Il suo proposito di scendere sotto l’ora veniva mancato di soli 9”, ma il suo era comunque il nuovo record su suolo turco. Alle sue spalle secondo Debela in 1h00’22” e Rotich terzo in 1h00’37”.

LA KIPKIRUI SA ANCHE VINCERE…

Iaaf Road Label a parte, l’ultima domenica di aprile ha visto anche la tripletta kenyana tutta al femminile nella Great Birmingham Run di 10 km dove il successo è andato a Caroline Chepkoech Kipkirui che sette giorni prima aveva avuto un importante ruolo nella cavalcata londinese di Mary Keitany verso il record mondiale di maratona, pilotandola nella prima parte di gara. 30’45” il suo tempo finale che le vale oltre che il suo personale anche la miglior prestazione mondiale dell’anno, alle sue spalle Violah Jepchumba, staccata di 12” e Lucy Cheruiyot a 1’32”. Successo kenyano anche al maschile grazie a Franklin Keitany, primo in 28’41” in volata sull’ugandese Timothy Toroitich, terzo a 1’19” il britannico Matthew Cloves. A proposito di ugandesi, sorprende l’impresa di Robert Chemonges, neanche ventenne che si allena in Toscana e che è andato a conquistare la Dusseldorf Marathon in 2h10’32”, davanti all’etiope Weldu Negash a 44” e al vicecampione europeo, il polacco Jared Shegumo a 2’01”. Di livello inferiore la gara femminile vinta dalla portoghese Doroteia Peixoto in 2h32’00” sulla tanzaniana Sara Ramadhani a 1’08” e la paraguayana Carmen Patricia Martinez Aguilar a 3’17”. Nona piazza per l’italiana Lorenza Banchetti in 3h03’02”.

Il gruppo femminile di testa a Birmingham (foto organizzatori)