Speranze vanificate per i padroni di casa alla 50esima edizione del Chiba Cross Country, gara valida per lo Iaaf Cross Country Permit tornata in calendario dopo un anno di stop per neve. Le condizioni climatiche nella stazione turistica giapponese anche quest’anno non erano delle migliori vista la pioggia battente en il fango che hanno contraddistinto la gara, ma i giapponesi, che avevano questa gara come tappa fondamentale per la costruzione della squadra che a fine marzo sarà ai Mondiali, volevano fortemente tornare a iscrivere un locale nell’albo d’oro della manifestazione, invece la prova di Chiba ha ripreso esattamente da dove si era chiusa nel 2013, ossia con la vittoria del kenyano Charles Ndirangu, bravo a seguire lo strappo dato dal connazionale Paul Kamathi, come lui di stanza in Giappone e precisamente a Hiroshima, per poi staccarsi dopo 7 dei 12 km previsti, complice anche il cedimento di Kamathi alla fine solo quarto, e chiudere in 36’14” con 17” sul messicano Juan Luis Barrios, mentre terzo è giunto l’altro kenyano Daniel Muiva Kitonyi a 37”. La gara ha confermato le precarie condizioni di forma del vicecampione mondiale di mezza maratona,l’eritreo Samuel Tsegay, solo quinto a 1’29” dopo essere stato in gara solo nelle primissime battute. Sesto il primo giapponese, Hiroki Matsueda a 1’42”.
Non è andata meglio alle ragazze giapponesi nella prova femminile, dove si attendevano un successo raro nella storia della corsa (solo cinque volte c’è stata una vittoria nipponica fra le donne) ma a rompere le uova nel paniere è arrivata l’australiana Zoe Buckman, non precisamente una sconosciuta visto il suo solido curriculum internazionale sui 1500 metri. Sugli 8 km di gara l’australiana ha corso per tre quarti del cross in assoluta solitudine andando a vincere in 28’37” con Maki Izumida a 32”, terza Yui Fukuda a 50”.