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Chicago promette grandi tempi

di - 08/10/2016

Un solo appuntamento per lo Iaaf Road Label, ma è uno dei massimi eventi mondiali sui 42,195 km. Parliamo della Bank of America Chicago Marathon, in passato teatro di numerosi record mondiali e che è valida anche per il World Marathon Majors con molti big africani al via, a cominciare dai campioni uscenti. Dickson Chumba si dice sicuro di poter confermare il titolo e vuole un tempo decisamente migliore di quello dello scorso anno, 2h09’05”, il più alto dell’ultimo decennio. L’ultima sua uscita agonistica è però risalente solo ad aprile, il 10° posto alla mezza di Yangzhou in 1h02’12”, prima aveva colto il 3° posto a Tokyo in 2h07’34”. A sfidarlo è innanzitutto Tsegaye Kebede, grande nome etiope che ha già vinto nel 2012 con il suo PB di 2h04’38”. Anche per lui l’ultima uscita è ad aprile, quinto a Rotterdam in 2h10’56”. Molta curiosità c’è intorno al due volte iridato Abel Kirui (Ken) quinto quest’anno a Tokyo e in cerca di rilancio, come anche Micah Kogo, quarto nel 2013, quest’anno autore di 2h08’03” a Parigi. L’Etiopia schiera anche Abayneh Ayele, sesto a Dubai in 2h06’45” ma soprattutto quarto ai Mondiali di mezza a Cardiff in marzo. Gli americani puntano su Luke Pudreska, quinto lo scorso anno e con un PB di 2h10’24”.

Il vincitore del 2015 Dickson Chumba (foto organizzatori) Il vincitore del 2015 Dickson Chumba (foto organizzatori)

Torna anche la vincitrice 2015, la primatista mondiale di mezza maratona Florence Kiplagat (Ken) che vuole emulare l’etiope Berhane Adere prima nel 2006 e 2007. Contro di lei la sua omonima Edna Kiplagat, due volte iridata, alla sua prima volta a Chicago e terza quest’anno a Tokyo. In gara anche l’etiope Atsede Baysa, già vincitrice nel 2010 e 2012 e che cerca l’accoppiata con la vittoria di Boston in aprile per dare la caccia al premio del World Marathon Mayors. Torna in cerca di rivincita l’altra etiope Yebrqual Melese, seconda lo scorso anno, accompagnata da Gulume Chala prima lo scorso anno a Francoforte. Il Kenya si affida anche a Visiline Jepkesho, vincitrice a Parigi e poco appariscente nella maratona olimpica di Rio, e a Purity Rionoripo.