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Come comportarsi nei bivacchi

di - 31/03/2021

come comportarsi nei bivacchi

I bivacchi – che siano essi bivacchi di quota, malghe dei pastori lasciate aperte o baite dei cacciatori o del comune – sono quei ricoveri che ci offronono riparo in montagna. A differenza dei rifugi, che vengono gestiti da privati, i bivacchi sono “di tutti e di nessuno” e per questo ci sono alcune accortezze da avere quando si passa qualche ora o una notte in questi posti. Vediamo insieme quali sono.

L’arrivo nei bivacchi

Abbiamo fatto una gran fatica per arrivare al bivacco dove passeremo la notte e da lontano avvistiamo prima il tetto, poi le mura, infine, arriviamo al suo ingresso. Come prima cosa dobbiamo aprirlo, ma non è detto che sia così facile. Se è inverno, o primavera, potremmo ritrovare la porta coperta di neve: in questo caso bisogna rimboccarsi le maniche e scavare per riuscire ad aprire la porta. Oltre al passaggio, creeremo dei gradini per entrare ed uscire agevolemente dalla porta. Se non c’è neve, dobbiamo aprire il bivacco con delicatezza, evitando di rovinare il sistema di chiusura. Spesso i bivacchi hanno un sistema di chiusura che funziona sia all’interno che all’esterno, quindi è possibile che troviamo la porta chiusa ma che ci sia qualcuno dentro. Se arriviamo di mattina presto, non mettiamoci a strillare e sinceriamoci che il bivacco sia vuoto.

Una volta entrati cerchiamo di non portarci dietro la sporcizia degli scarponi. Apriamo le imposte e controlliamo se c’è tutto quello di cui abbiamo bisogno. Ci servono le coperte? diamogli una rinfrescata e verifichiamo che non ci sia qualche animaletto in letargo. Abbiamo bisogno di legna? verifichiamo che ce ne sia e se abbiamo tempo e gli attrezzi adatti andiamo a farne un po’ da lasciare a chi verrà dopo di noi.

Il soggiorno

I bivacchi sono ricoveri di emergenza, e non la nostra casa di montagna. Nonostante ci siano dei numeri di posti letto disponibili in caso di sovraffollamento ci sono delle precedenze da rispettare, che non riguardano solo l’essere arrivati prima in bivacco.

Le guide alpine, i soccorritori e in generale i professionisti di montagna hanno la precedenza sull’utilizzo del bivacco. Gli alpinisti in difficoltà hanno assolutamente diritto ad entrare in bivacco anche se i posti letto sono tutti occupati. Le persone che invece sono salite solo per “bivaccare” e far festa non hanno nessun tipo di precedenza. Hanno anche loro diritto di passare una notte al caldo e al sicuro, ma ricordiamoci che non si va in questi posti per scappare dalla monotonia della vita a fondo valle.

Di norma il bivacco può essere utilizzato solo per una notte, in modo da garantire un ricambio di posti liberi per chi ne può avere bisogno.

come comportarsi nei bivacchi

Se il bivacco è pieno e c’è possibilità di farlo, si alza la bandiera presente al suo esterno per segnalare che il bivacco è completo in modo che altre persone non vi si avvicinino inutilmente e si possano mettere in cammino per un altro bivacco.

In bivacco ci si comporta meglio che come se fosse casa nostra. Si sta attenti a ogni piccola cosa, perchè anche lo stato di una pentola (che è stata portata lì da qualcuno sulle sue spalle) può essere di fondamentale importanza.

Come si lasciano i bivacchi

Quando ci si sta per mettere in cammino, con lo zaino già pronto all’esterno, si pulisce il bivacco con la scopa, si chiudono le imposte e – ancor prima – si mettono a posto tutte le cose che si sono usate. Se si ha del cibo che si avanza si può lasciare per gli altri che verranno, ma bisogna sincerarsi che sia ben chiuso per evitare che i topi banchettino nel frattempo.

Ricordiamoci di portare con noi tutti i nostri rifiuti. Anche le pesanti bottiglie in vetro che abbiamo portato per passare la serata.

Alcuni bivacchi hanno un diario che si può firmare e una cassetta per lasciare un’offerta ai volontari che curano in bivacco.

Dopo che abbiamo lasciato il bivacco meglio di come lo abbiamo trovato possiamo chiudere la porta alle nostre spalle e metterci in cammino per nuove avventure!

come comportarsi nei bivacchi

 

Eva è nata e cresciuta a Roma, dove ha studiato giurisprudenza per capire che è una persona migliore quando non indossa un tailleur. Ha lasciato la grande città per lasciare che il vento le scompigliasse i capelli sulle montagne delle Alpi e presto ha scoperto che la sua passione per l’outdoor e scrivere di questa, poteva diventare un lavoro. Caporedattrice di 4outdoor, collabora con diverse realtà del settore outdoor. Quando ha finito di lavorare, apre la porta della baita in cui vive per sciare, correre, scalare o per andare a fare altre gratificanti attività come tirare il bastone al suo cane, andare a funghi o entrambe le cose insieme.