Comfort zone, la maggior parte di noi ne ha sentito parlare almeno una volta nella vita, sportiva e non, abbiamo chiesto alla running coach Carlotta Montanera di fare un po’ di chiarezza.
A cura di Carlotta Montanera (runningcharlotte.org | IG: @runningcharlotte
…appunto, facciamo un po’ di chiarezza!
“Uscire dalla zona di comfort”. Quante volte abbiamo sentito o letto questa frase? Qualsiasi esperto di mental coaching consiglia questo metodo per migliorare, per affrontare diversamente i problemi, per essere “proattivo”. Vediamo cosa significa innanzitutto uscire dalla comfort zone.
“Si intende con questa locuzione la capacità di porsi delle sfide a cui non si è abituati. Per indole siamo portati a ripetere ciò che ci riesce bene, soprattutto quando siamo in situazioni potenzialmente difficili.”
I cavalli di battaglia
Se invitiamo una persona a cena, facilmente cucineremo il nostro “cavallo di battaglia”. Ci viene a trovare un parente? Lo porteremo nel ristorante del cuore. Se dobbiamo cercare un nuovo lavoro, ci orientiamo su ciò che abbiamo sempre fatto, dando per scontato che lo sappiamo fare. Questo atteggiamento conservativo ci permette di avere delle certezze e ci rende tranquilli. Se però continuiamo a fare sempre le stesse cose, facilmente commetteremo anche gli stessi errori e difficilmente potremo scoprire qualcosa di nuovo, che magari saprebbe sorprenderci. Ovviamente questa è una semplificazione e porta a pensare che chi rimane nella zona di comfort sia tendenzialmente insicuro, o pigro, mentre chi spazia sia attivo, brillante, sicuro di sé e non è sempre così.
… ma torniamo alla corsa
Ma non dovevamo parlare di corsa – non di psicologia – “for dummies”? Allora facciamo un passo indietro e chiediamoci perché è importante provare a fare qualcosa di diverso e nuovo, che magari ci incute timore. La verità è molto semplice: se escludiamo certe attività, se continuiamo a fare e rifare ciò che ci riesce bene, saremo sereni, ma non potremo mai sapere se esiste qualcosa che ci riesce ancora meglio. O che ci dia più soddisfazione. In parole povere, se sappiamo di essere forti sui 42 km e continuiamo a preparare maratone escludendo le altre specialità, quasi sicuramente acquisiamo molta confidenza con la distanza regina, scordando un po’ tutto il resto… “It’s my cup of tea” direbbero gli inglesi. Se invece mettiamo da parte per una volta tutte le nostre ansie e paure, provando a correre una gara di mezzofondo in pista, cambiando quindi totalmente contesto e tipo di sforzo a cui siamo abituati, potremo scoprire che siamo forti anche lì e che pure sua maestà la pista può regalarci divertimento e soddisfazioni. Ragion per cui escludere a priori qualcosa non è mai corretto!
5 buone ragioni x convincervi a uscire dalla Comfort zone
1)
Come dicevamo, potreste scoprire che qualcosa che pensavate essere fuori dal vostro orizzonte in realtà vi diverte. Magari ancora di più della “solita minestra”. Lasciatevi stupire dalle vostre capacità, potreste sorprendervi di saper cucinare perfettamente un piatto esotico, come di vincere la vostra batteria sui 1500 in pista. Mai dire mai!
2)
Fare qualcosa di nuovo di cui avete timore vi insegnerà con ogni probabilità aspetti di voi stessi che vi erano sconosciuti. Provare un nuovo allenamento che vi pare al limite, cambiare percorso, mettervi in gioco con persone che non conoscete non può che fornirvi nuove prospettive, non necessariamente positive, ma nuove. E pertanto utili.
3)
Se siamo forti in qualcosa, la ripetiamo perché ci fa piacere quella sensazione di “vittoria” che ci regala. Va benissimo, ma nella vita è utile anche la sconfitta, il “fallimento”. Fallire ci dà l’opportunità preziosissima di usare con noi stessi indulgenza e ci aiuta a ripartire con il piede giusto. Nella nostra cultura si teme il fallimento come qualcosa di stigmatizzante, invece non è altro che una tappa della crescita personale di ognuno di noi. Vi siete iscritti a una gara in salita e siete arrivati ultimi? Bene, perché ora sapete dove potete migliorare. E se ne avete voglia potete farne un’altra e misurare il vostro progresso.
4)
Fare qualcosa che non ci piace può essere sgradevole, ovviamente, ma nella vita quante volte dobbiamo fare qualcosa che non amiamo? Uscire dalla comfort zone nella corsa è un’inezia rispetto al resto dei problemi quotidiani, ma ci può insegnare un metodo corretto per affrontare al meglio anche quelli. Quando si dice che la corsa è maestra, è vero, almeno in parte…
5)
Il gioco. Correre è un gioco, darsi delle sfide che pensiamo impossibili è motivante. Non dovete vedere il “discomfort” come una punizione, ma come un’occasione per giocare senza troppe controindicazioni. Tornare bambini, provare a fare qualcosa di nuovo, come quando abbiamo imparato a camminare. E magari cadere, ma con la consapevolezza che ha un bambino di poter riprovare. Questa leggerezza nell’approccio alla corsa è fondamentale, ci dà equilibrio e mette le giuste gerarchie alle cose. Un atleta olimpico non può giocare, non si presenta ai 100 m se deve correre la maratona, ma noi sì, possiamo farlo. E allora facciamolo!