Pubblicità

Corsica, questa volta le montagne le scaliamo

di - 04/07/2024

Il mio brief era: no falesie, no gradi alti, luoghi scenografici. E in due punti su tre (che poi intuirete) sono stato accontentato. E’ il terzo anno di fila che metto piede in Corsica e ogni volta riesce a stupirmi, tanto che ormai quel meraviglioso mare che lambisce le spiagge non lo associo nemmeno più meccanicamente all’isola. La prima volta ho camminato i suoi sentieri, la seconda ho lasciato una scia nella sua polvere bianca, questa volta… si trattava di alzare l’asticella e arrampicare.

Corsica Ferries, scrutando la Corsica – Foto: Pierre Lucianaz

Ci piacerebbe vedere un paio di posti differenti, dove la natura sappia dare il meglio di sé. Sai darci qualche suggerimento?” – “Volete scherzare” ci ha risposto Manù la nostra Guida locale. “C’è solo l’imbarazzo della scelta, ma posso suggerirvi Bavella e la valle di Restonica. Vi aspetto!”

Metà Aprile, si parte

Cosi con Pierre programmiamo la partenza e il 15 aprile puntiamo il muso dell’auto verso sud per imbarcarci a Livorno.

Avevo sempre pensato che ad accezione di luglio agosto questi traghetti viaggiassero mezzi vuoti ma le recenti esperienze mi hanno fatto ricredere. Sarà che l’isola non è solo un luogo di vacanza, sarà che i traghetti Corsica Ferries offrono un rapporto qualità prezzo superiore rispetto alle altra compagnie, fatto sta che di gente a bordo ne troviamo e fra una chiacchiera, un pranzo succulento e una dormitina in cabina, le cinque ore di viaggio fino a Bastia volano.

Sbarcati in città nel tardo pomeriggio ci dirigiamo ancora verso sud percorrendo la costa e svoltando verso l’interno all’altezza di Solenzara.

Marco e Manù – Foto: Pierre Lucianaz

La strada qui si fa tortuosa, come ovunque nell’interno della Corsica, ma ad ogni curva si apre una scenografia diversa: canyon, foreste di conifere, torrenti di acqua cristallina e quei pinnacoli di granito rossastro che prima del tramonto cominciamo a vedere all’orizzonte. Arriviamo al Colle di Bavella che le ultime luci, fermandoci ad ammirare il panorama e scattare qualche foto, ora capisco perché Manù ci disse che per decidere dove arrampicare c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Ancora qualche minuto ci separa dal primo pernottamento, il carinissimo Hotel U N’Antru Versu a San Gavino di Carbini, dove la dissetante birra Corsa, un’ottima cena e un’accogliente camera sapranno lenire le fatiche del viaggio.

La nostra Guida Alpina compare puntuale all’ora di colazione e lasciato l’hotel ci conduce nuovamente al Colle di Bavella, che con i suoi 1.200 m di altezza offre una splendida vista panoramica sulle Sette Guglie di Bavella:

  • Punta di l’Acellu, Guglia I (1.588 m)
  • Punta di l’Arghjetu, Guglia II (1.591 m)
  • Punta di a Vacca, Guglia III (1.611 m)
  • Punta di u Pargulu, Guglia IV (1.785)
  • Punta Longa, Guglia V (1.836 m)
  • Punta Alta, Guglia VI (1.855 m)
  • Puntaghjola, Guglia VII (1.
  • 848 m)
Manù su via N° 3 del Pilastru di l’Alba – Foto: Pierre Lucianaz
Manù su U Cumpulu”, per la via N° 4 – Foto: Pierre Lucianaz

Bavella, più che un massiccio un parco giochi dell’outdoor

Il massiccio di Bavella nella sua globalità culmina un poco più a nord con la Punta di u Furneddu e la Punta Muvrareccia, entrambe di 1.899 m di altezza. È dominato dal Monte Incudine (2.134 m) la cima principale della regione e si estende dalla foresta di Tova a nord (comune di Solaro) fino al Monte Calva (1.381 m) a sud, al limite del massiccio di L’Ospedale e in un certo senso fino a Conca ed al mare all’est.

Lasciata l’auto al parcheggio riempiamo i sacconi di attrezzatura e ci avviamo lungo il sentiero (400 m 15 min circa) verso il settore che per primo vogliamo scalare, il Pilastru di l’Alba.

Questa mattina la guglia di “U Cumpulu”, per la via N° 4, circa 150 m di altezza, terrà a battesimo i nostri avambracci. Manù scala da primo ma ha anche il faticoso compito di fissare una statica per consentire a Pierre di documentare l’arrampicata.

Marco Melloni su U Cumpulu”, via N° 4 – Foto: Pierre Lucianaz

Quando è il mio turno alterno una grande concentrazione alla distrazione di guardarmi attorno, verso est, oltre questo tappeto di larici e granito si scorge il blu del mare.

La roccia è parecchio lavorata a Tafoni (profonde cavità) e con un grip insuperabile, sarà che amo molto più il granito che il calcare. L’unico neo è che scalo con i bermuda e… diciamo che su vie di questo tipo e se si è tecnicamente scarsi come me, sarebbe meglio indossare un pantalone lungo, onde evitare di scorticarsi le ginocchia. La via, che presenta difficoltà fra il 6° e il 6b è parzialmente chiodata, per il resto Manù pensa a proteggerla con dei friends.

Ci ritroviamo sulla cima, una terrazzina di granito di circa 6 m2 su cui chissà come è cresciuto un alberello. Attrezzando lì la calata, dopo un cinque alla mia Guida, mi appresto a calarmi in doppia.

Dopo aver raccolto il materiale ci spostiamo di poco (200 m, 9 min circa) per provare la via N° 3 del Pilastru di l’Alba.

Manù su U Cumpulu”, per la via N° 4 – Foto: Pierre Lucianaz

Abbiamo ancora buona parte del pomeriggio a disposizione e dopo un panino veloce ci spostiamo ancora, stavolta più a ovest del parcheggio, verso la via N°2 “Oxitaniste”, dove però non arrivo in cima, i miei avambracci sono disintegrati. Quando i raggi del sole cominciano a colpire più orizzontali torniamo al parcheggio e da lì all’Auberge du Col de Bavella, una locanda storica, tappa obbligatoria di tutti i climber di passaggio, come di chi vuole fare hiking nella zona, anche in considerazione che di qui passa il GR 20.

Manù su “Oxitaniste” – Foto: Pierre Lucianaz

Non risaliamo in auto senza prima rifocillarci con un piatto di salumi locali e una media alla spina, cosa può esserci di meglio di una merenda, parlando delle ore appena trascorse.

A Bavella di sono più di 100 vie da scalare su granito: mono tiro, multi pitch, in fessura, chiodate, trad. C’è davvero l’imbarazzo della scelta e la vicinanza al mare con il conseguente clima mite, consente di scalare tutto l’anno, approfittando delle varie esposizioni.

Marco e manù – Foto: Pierre Lucianaz

Terzo giorno, seconda destinazione. Andiamo verso Nord

E’ tempo di partire, la nostra seconda destinazione è più a nord, nel bel mezzo della Corsica, più precisamente a Corte. Principale centro abitato dell’entroterra dell’isola, Corte è la capitale storica e culturale della Corsica. Fu infatti scelta come capitale della Repubblica Corsa da Pasquale Paoli e dal 1981 è attiva anche l’Università della Corsica.

Purtroppo non abbiamo tempo per addentrarci nei vicoli di questa città, dopo la notte in hotel e una colazione seguiamo Manù.

Sapevo che ci saremmo diretti nella Valle di Restonica ma ignoravo che l’accesso fosse in pieno centro abitato: svolti in Avenue du Président Pierucci e il mondo cambia completamente. La strada costeggia il fiume e si addentra nel fitto di una lussureggiante foresta ma arrivati all’altezza del ristorante Chez César (chiuso temporaneamente), si interrompe. Le abbondanti piogge degli ultimi mesi hanno provocato una grande frana, che ha bloccato la strada e fatto crollare il ponte sul fiume.

Non possiamo fare altro che lasciare l’auto, ma la nostra Guida era al corrente del problema e aveva già in programma di visitare un settore di vie qui vicino. Come da previsione oggi tira un gran vento e non è certo che riusciremo ad arrampicare. Manù studia la situazione e decide che apriremo le danze su una via un po’ protetta, poi tempo permettendo saliremo più su di quota.

Manù su via N°4; “Eternité” Valle di Restonica – Foto: Pierre Lucianaz

La via “Bella Ciao” si trova nel settore A Tomba ed è un 6°, 6°+. Manù comincia a portare su una statica per Pierre avvertendomi che qui per me non sarà per nulla facile.

Dopo la giornata di ieri mi sento come fossi passato sotto ad un tir ma decido comunque di provare (sono qui per questo) e sorprendentemente riesco anche a scalare la fessura off-width. Galvanizzato dall’esperienza gioisco alla notizia che il vento è calato e possiamo esplorare un altro settore. Dopo circa 20 min di cammino arriviamo alla base del Settore Camille, che volendo è collegato al primo, o più precisamente a quello appena alla sua sinistra (Amandulina).

Manù affronta la via N°4; “Eternité”, un 6° con uno sviluppo di un centinaio di metri, io mi accontento di “Balade pour Camille”, un 4a, 5°, non molto intuitivo da interpretare. Le ore trascorrono rapide su questo bastione di granito rosso e il panorama sulla valle è mozzafiato. Incrociamo solo una Guida con il suo cliente, per il resto questo paradiso è tutto per noi.

Manù mi racconta che la Valle di Restonica, oltre ad essere famosa per il Restonica Trail e per i numerosissimi tracciati da hiking è anche un paradiso dell’arrampicata, di cui oggi abbiamo solo visto un assaggio.

Manù su via N°4; “Eternité” Valle di Restonica – Foto: Pierre Lucianaz
Manù su “Balade pour Camille” Valle di Restonica – Foto: Pierre Lucianaz

All’ora di rientrare sono talmente cotto che non mi accorgo nemmeno che il rotolo di corda che porto sulle spalle cade a terra restando nel bosco. Sarà solo quando arriviamo alla macchina che maledicendomi sono costretto a fare dietro-front ed andare a recuperarlo. Ma che importa, un inconveniente come questo, seppur antipatico, non mi toglierà certo il buon umore di due giorni passati alla scoperta di luoghi meravigliosi.

Con una certezza, torneremo, c’è ancora troppo da scoprire in Corsica.

MAPPE PER ORIENTARSI

Marco sul ponte di comando della Corsica Ferries – Foto: Pierre Lucianaz

INFO PRATICHE

Agence du Tourisme de la Corse

Agenzia del Turismo di Corsica

Corsica – We did it With

Discover Shell Jkt è il guscio essenziale dal design minimal da portare sempre con te nello zaino. Il tessuto leggero, completamente riciclato e riciclabile rende il capo facilmente comprimibile. Con regolazione del polsino e del bordo inferiore, cappuccio articolato con visore, regolabile con una mano, 2 ampie tasche compatibili con l’uso dello zaino, dettagli riflettenti.

Foto: Pierre Lucianaz

Felpa girocollo calda e confortevole sviluppata pensando alle sessioni di arrampicata. Con fit regolare e cotone organico 100%. Cerniere laterali per accedere all’imbrago e manovrare in fase di sicura.

Foto: Pierre Lucianaz

Pensata per un uso attivo in falesia e per il post arrampicata, garantisce comfort e una piacevole sensazione sulla pelle grazie al tessuto in cotone organico soft touch. L’iconica canotta è rifinita nel dettaglio e il design ben concepito e strutturato le dona il tocco finale. In cotone organico.

Foto: Pierre Lucianaz

Sierra Rock Shorts sono dedicati ai climber appassionati che desiderano trascorrere intere giornate in falesia nel comfort più totale. Il mix di tessuti garantisce estrema morbidezza, leggerezza e funzionalità. Tessuto con una percentuale di canapa per resistere all’abrasione e asciugare in fretta, inserto tassello perforato per maggior libertà di movimento, 2 tasche anteriori aperte, vita elastica con sistema di micro-regolazione della cintura.

L’equilibrio perfetto tra sensibilità, precisione e sostegno del peso. La scarpetta polivalente per eccellenza con allacciatura a doppio strap contrapposto. Intersuola aggiornata con implementazione del sistema brevettato P3™ per esaltarne le performance e mantenere inalterata la forma della scarpetta nel tempo. Con eccezionale precisione sui micro-appoggi, linguetta studiata per facilitare la calzata, Struttura mediale dell’ allacciatura superiore aggiornata per ottimizzare il supporto dell’arco plantare e fasciare il piede, nuova costruzione del tallone per una migliore precisione nei tallonnaggi.

Foto: Pierre Lucianaz

Diplomato in Arti Grafiche, Laureato in Architettura con specializzazione in Design al Politecnico di Milano, un Master in Digital Marketing. Giornalista dal 2005 è direttore di 4Actionmedia dal 2015. Grande appassionato di sport e attività Outdoor, ha all'attivo alcune discese di sci ripido (50°) sul Monte Bianco e Monte Rosa, mezze maratone, alcune vie di alpinismo sulle alpi e surf in Indonesia.