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Crippa, è lecito sognare Rio

di - 25/02/2016

La vittoria di domenica ai Tricolori di cross, soprattutto per come è arrivata e al cospetto di chi, ha proiettato ancora una volta Yeman Crippa sulle prime pagine dei giornali. Il campione trentino, due volte oro europeo junior nel cross, ora è atteso al battesimo di fuoco in pista, ma le sue ambizioni sono alte e si proiettano addirittura verso un futuro olimpico anticipato come spiega in questa esaustiva intervista rilasciata a Luca Perenzoni che ci presenta il ritratto di un campione proiettato nel futuro (G.G.).

Olimpiadi, basta la parola per accendere una luce diversa negli occhi di Yeman Crippa. All’indomani del trionfo tricolore di Gubbio, il primo vero sigillo da “grande”, il campione si è ritrovato sulla bocca di tutti, naturalmente tra gli addetti ai lavori,ma non solo. “Sono sceso sotto casa per prendere un caffè e fare colazione e la gente mi guardava un po’ strano, indicando il giornale”. E nel fare il classico tour del centro storico, sono tanti a fermarlo per complimentarsi per la grande prova che domenica gli ha regalato il titolo italiano assoluto di corsa campestre. Certo, aver vinto due volte gli Europei Under 20 (a Samokov nel dicembre 2014 e a Hyeres nel dicembre 2015) è credenziale più che sostanziosa, ma vincere da grande, è tutt’altra cosa. “Diciamo che non mi aspettavo di vincere, ma volevo assolutamente fare bella figura contro i vari La Rosa, Meucci e così via. Poi in gara mi sono sentito bene e ho giocato al meglio le mie carte. Grande vittoria, ma ad avermi emozionato è stato il calore che ho sentito attorno a me durante la gara: la maggior parte degli incitamenti e del tifo era proprio per me e questo mi  ha messo le ali ai piedi, letteralmente”.

Sogno olimpico. Olimpiadi, si diceva. “Sono un sogno, ma lo voglio realizzare”. Negli ultimi dieci giorni, Silvano Chesani prima e Francesca Dallapé poi hanno conquistato il loro posto a Rio de Janeiro. E se nei prossimi mesi dovesse toccare anche a Crippa? “Non chiudo la porta, anche se so benissimo che non sarà semplice, soprattutto per questa edizione; per il 2020 a Tokyo invece sarà tutt’altra storia, c’è tutto il tempo per arrivarci da protagonista”.

Un Crippa motivato punta al minimo sui 5000 per Rio 2016 (foto Giancarlo Colombo/Fidal) Un Crippa motivato punta al minimo sui 5000 per Rio 2016 (foto Giancarlo Colombo/Fidal)

Per meritare la convocazione servirà correre forte, attorno al 13’25”, quindi mezzo minuto al di sotto dell’attuale limite dell’allievo di Massimo Pegoretti. Non si rischia di precorrere troppo i tempi? “Difficile dirlo oggi: in pista credo di avere ancora margine, ma per capirlo con precisione servirà aspettare la primavera; ad aprile la Federazione sta progettando un lungo periodo di allenamento negli States in vista delle prime gare della stagione in modo da correre subito forte il primo maggio a Palo Alto. Diciamo che lì potrò capire meglio se il sogno di andare a Rio potrà diventare realtà. Sarebbe fantastico,ma non mi posso di certo caricare oggi di aspettative, intanto c’è molto da fare, da lavorare; con il mio tecnico Pegoretti abbiamo anche una mezza idea di gareggiare nei 3000 agli Italiani indoor di inizio marzo, vedremo”.

Il tutto mentre passeggia sotto casa, in pieno centro storico cittadino, nuovo nido di Yeman e del fratello maggiore Neka – purtroppo costretto ai box da problemi fisici – dallo scorso autunno, quando hanno deciso di lasciare la casa di Passo Daone.

Dall’Etiopia a Passo Daone. Yemaneberhan (letteralmente “il braccio destro di Dio”) è nato nell’ottobre 1996 nel nord est dell’Etiopia, ma la guerra civile ne ha condizionato subito la vita e l’ha condotto ad Addis Abeba dove all’età di sei anni è stato adottato insieme ai fratelli da Roberto Crippa, lombardo trapiantato nell’isolamento di Passo Daone, tra Giudicarie e Rendena, in una casa che ha visto crescere in una sorta di famiglia allargata ben 14 persone, tra genitori, fratelli e un paio di amici di famiglia. E proprio a Tione è iniziata la carriera da atleta di Yeman. “in Etiopia pascolavamo gli animali e si correva per gioco, non certo per sport; sapevamo poco o nulla di quello che avveniva nel mondo. Arrivato in Italia mi sono avvicinato al calcio, mi piaceva un sacco, poi un giorno il compianto Marco Borsari ha visto me e i miei fratelli e ci ha avvicinato progressivamente al mondo dell’atletica, iniziando dalla corsa in montagna”. Proprio sui sentieri della montagna hanno iniziato a mettersi in luce i fratelli Crippa: il maggiore, Kelemu, ha aperto la via, poi calcata con forza anche da Neka, laureatosi campione del mondo juniores. Nell’agosto del 2011, Borsari è venuto a mancare sconfitto dal cancro, ma la carriera di Yeman è proseguita. “Già da qualche mese mi ero orientato maggiormente verso la pista con il supporto di Massimo Pegoretti. E’ quindi iniziata la seconda fase della carriera, quella che mi ha portato alle vittorie in Italia e soprattutto ai due titoli europei di cross”. E la vita a Passo Daone? “E’ stata particolare. Finché siamo andati a scuola eravamo di fatto i beniamini di tutta la valle, chiunque se poteva ci dava una mano; ora che siamo cresciuti la lontananza iniziava a pesare e il solo allenarci a Trento ci faceva perdere più di mezza giornata. Allora in autunno abbiamo deciso di scendere a Trento, in affitto, ma in verità mi sto guardando intorno per fare un ulteriore passo e compare casa”. Un cambio deciso, non c’è che dire. “Davvero: avere vita intorno è tutt’altra cosa. Certo, la tranquillità di casa a Passo Daone qui a Trento è introvabile, ma poter andar a fare un giro in centro alla sera non ha prezzo; senza considerare il tempo risparmiato negli spostamenti. Comunque ogni settimana cerchiamo di organizzare una serata tutti insieme con papà e i fratelli rimasti in Trentino, per raccontarci tutte le nostre vicende come succedeva quando eravamo insieme a casa”. Negli anni la famiglia Crippa ha preso strade diverse, una sorella è a Londra, un’altra a Milano, Kelemu lavora e vive a Tione, la stessa mamma adottiva un paio di anni fa ha deciso di tornare alla “vecchia” vita milanese.

Da Passo Daone alla ribalta. Anno dopo anno i successi di Yeman hanno fatto breccia ed ormai è un big assoluto del movimento italiano. A fine gennaio gli organizzatori della Cinque Mulini gli hanno organizzato un tour nelle scuole lombarde per portare la propria esperienza di vita ai giovani studenti, la settimana scorsa è stato ospite di Radio DeeJay nella trasmissione “DeeJay Training Center” al fianco del direttore Linus e di Stefano Baldini, sabato proprio a Gubbio ha avuto l’onore di inaugurare la Festa del Cross Tricolore accendendo il tripode. “Sento tanto calore accanto a me, mi fa molto piacere: le Fiamme Oro stravedono per me, mi coccolano davvero e non posso che ringraziarle. Ma devo ancora dimostrare tutto: ora penso al definitivo salto di qualità in vista degli Europei di Amsterdam in luglio” Anticamera verso Rio? “Non voglio precludermi alcuna strada: gareggiare a Rio è il mio sogno sin da quando ho iniziato a correre, ma non vorrei anticipare troppo i tempi. Le possibilità  potrebbero esserci,ma un sogno simile va costruito giorno dopo giorno, con il lavoro”.

Luca Perenzoni – L’Adige