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Dormire in un igloo al The North Face Basecamp

di - 26/03/2024

Dormire in un igloo? Può sembrare una follia, soprattutto pensare di poterlo fare sulle Alpi, invece… Ho avuto la possibilità di fare questa Experience ad un The North Face Basecamp.

Dormire in un igloo, questa proprio mi mancava, e pensavo proprio non fosse possibile, a meno di non andare in Groenlandia o giù di lì. Perciò quando è arrivato l’invito a passare un weekend sulle montagne di Garmish Partenkirchen in Germania, nulla lasciava presagire quale avventura si stesse preparando.

David Goettler – Foto: Milos Jakobi

I Basecamp The North Face

Chiaro, The North Face è un brand leader fra i produttori di abbigliamento/attrezzature per la montagna e le attività outdoor ma non si limita a questo, la mission è avvicinare quanto più possibile le persone ad uno stile di vita più sano e a contatto con la natura, e nel rispetto di questa garantire un’esperienza piacevole e profonda.

Per questo qualche anno fa nacquero i Basecamp, un luogo dove confrontarsi, raccontarsi e prepararsi. La casa lontana da casa, di ogni explorer. L’inizio del viaggio. The North Face legò i Basecamp ad alcuni flagship store in località alpine strategiche, costruendo attorno ad essi esperienze aperte al pubblico.

Sorsero i Basecamp di Cortina d’Ampezzo, Chamonix e Garmish-Partenkirchen, luoghi iconici dove raggruppare community di appassionati e far vivere experience di sci freeride, ski touring, alpinismo, arrampicata, trekking, corsa… Tutte attività sono accompagnate da Guide Alpine, istruttori e talvolta ambassador The North Face e sono l’occasione per fare esperienza in ambiente alpino, apprendere e condividere con chi ha le nostre stesse passioni.

Il Basecamp di Garmish-Partenkirchen

E così ai primi di marzo parto alla volta di Garmish, con l’idea di partecipare al Basecamp germanico in cui sarebbe stato presente anche l’alpinista ambassador David Goettler.

Mentre al di qui delle alpi le perturbazioni stavano scaricando tonnellate di neve, oltre il Brennero la situazione purtroppo era un po’ diversa, non c’erano metri e metri di neve ma in compenso un po’ di sole e una quantità di polvere certo sufficiente per divertirsi.

Allo store The North Face di Garmish incontro parte degli organizzatori e David, che come avevo già avuto modo di scoprire a Chamonix in passato, si dimostra davvero simpatico e incredibilmente disponibile. Passiamo la serata in città, cenando ottimamente al 4Eck Restourant (ma la cucina di Master Chef è arrivata proprio dappertutto?) e poi dormendo al bellissimo Quartier Hotel.

The North Face Basecamp

Zugspitze, saliamo in quota – 2.962 m

Zugspitze non è solo la cima più alta di Garmish ma è proprio la cima più alta della Germania, con i suoi 2.962 m, e ad un ora di macchina da Monaco di Baviera, rappresenta la porta d’accesso al più selvaggio mondo della montagna nell’intera nazione.

Arrivare lì in cima con la funivia, con le dovute proporzioni, è un po’ come arrivare all’Aiguille du Midì a Chamonix, quei luoghi dove automaticamente senti l’adrenalina iniziare a scorrere nelle vene.

Per raggiungere le piste a questo punto bisogna scendere di quota tramite una seconda funivia, che consente di accedere ad una sorta di altopiano, un anfiteatro, racchiuso quasi a 360° da creste affilate.

Foto: Milos Jakobi

Con tutti gli iscritti al Basecamp ci ritroviamo nello spiazzo di fronte all’igloo, dove ci vengono presentate le Guide Alpine e veniamo divisi in gruppi a seconda delle attività scelte.

Io mi ero iscritto al Freeride e con due Guide Alpine e sei altre persone facciamo un piccolo breefing prima di cominciare a sciare.

Il livello dei partecipanti è molto variegato, qualcuno dimostra di praticare frequentemente mentre altri sono evidentemente ad una delle prime uscite in fuoripista, tuttavia le Guide sono molto attente e prodighe di consigli e nel corso della giornata si assiste ad una generale crescita del livello complessivo.

Fatta salvo una pausa per pranzo, ci dedichiamo allo sci fuoripista per tutto il giorno, chiudendo il pomeriggio con un campo ARTVA. Poi dopo un breefing in baita con i gestori dell’igloo, ci è finalmente permesso di accervi.

Foto: Milos Jakobi

Igloo o villaggio di ghiaccio?

Entrare nell’Igloo-Dorf è entrare in un mondo magico, quello che dall’esterno sembrava un semplice ammasso di neve, ora si rivela in tutta la sua bellezza.

Quindici stanze da 2 e 4 posti, una suite, tre bagni comuni, due stanze con wc, due idromassaggi interni, una sala ristorante, un idromassaggio e due saune esterne. Se pensavi ad una capanna di ghiaccio, pensavi ad un’altra cosa.

Igloo-Dorf (Villaggio-Igloo) è uno spazio enorme interamente scolpito nel ghiaccio, in funzione tre mesi all’anno, fino ad aprile, quando viene chiuso ed inizia a sciogliersi. Ma no è semplicemente un insieme di ambienti scavati nel ghiaccio, è una vera e propria opera d’arte, perché ogni camera ed ogni ambiente è decorato in modo diverso con disegni scolpiti, con soggetti geometrici o naturalistici. Assolutamente incredibile!

Divido la camera con un giornalista francese e abbiamo il privilegio di avere anche il bagno privato. Il letto è un parallelepipedo di ghiaccio su cui è posato un materasso spesso 20 cm di gomma e un paio di pelli di pecora, ancora sopra un sacco a pelo da alta quota.

Certo non viene voglia di spogliarsi e cambiarsi, la temperatura qui è stabile a zero gradi centigradi. Non ci pensiamo, prima ci ritroveremo in sala ristornate dove assisteremo ad una Speaker Series con David Goettler, per poi cenare con una fantastica fonduta di formaggio.

Day two, alpinismo

Avevano ragione, vestiti con l’intimo da sci, cappello, guanti e calze e dentro il sacco a pelo, la notte passa in pieno comfort (e mai udito un silenzio del genere). La mattina mi cambio stabilendo un vero record di velocità, beviamo un té caldo, portatoci direttamente in camera e poi usciamo a fare attività.

Marco Melloni – Foto: Milos Jakobi

Oggi ho in programma di scalare lo Zugspitze con David. In realtà è una breve salita sull’ultimo tratto della ferrata che in estate sale da Garmish fino alla cima.

Le Guide hanno allestito delle corde fisse e in un piccolo gruppo ci arrampichiamo fino alla croce di vetta.

Che spettacolo, ammiriamo verso sud le montagne del Tirolo e verso nord la pianura che arriva fino a Monaco di Baviera. Batto il 5 a David e vedendolo immerso nel cappuccio del piumino giallo The North Face per un attimo mi sembra di aver conquistato un 8.000 m.

Non è certo quella la conquista ma è stata un’esperienza incredibile questo Basecamp, posso solo consigliarvi di dare un’occhiata al calendario delle attività e iscrivervi, seguendo il motto

David Goettler e Marco Melloni – Foto: Milos Jakobi

Diplomato in Arti Grafiche, Laureato in Architettura con specializzazione in Design al Politecnico di Milano, un Master in Digital Marketing. Giornalista dal 2005 è direttore di 4Actionmedia dal 2015. Grande appassionato di sport e attività Outdoor, ha all'attivo alcune discese di sci ripido (50°) sul Monte Bianco e Monte Rosa, mezze maratone, alcune vie di alpinismo sulle alpi e surf in Indonesia.