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Dove fare trekking in Veneto: Dolomiti Bellunesi

di - 12/08/2022

Se vi state chiedendo dove poter fare Trekking in Veneto, le Dolomiti Bellunesi rappresentano un’ottima risposta, e un luogo ideale dove camminare qualche giorno.

Dolomiti. Troppo spesso associamo queste montagne al Trentino Alto Adige, dimenticando che si estendono ben oltre questa regione, fino al Veneto, al Friuli Venezia Giulia, sconfinando persino in Austria con le Dolomiti di Lienz. Questo insieme di gruppi montuosi, caratterizzato prevalentemente da roccia Dolomia, dal 2009 è stato incluso fra i beni protetti dall’UNESCO, patrimonio dell’umanità. L’amore che ci lega a questi luoghi e il caldo di luglio ci ha spinti a dirigerci nelle Dolomiti Bellunesi, per passare qualche giorno immersi nell’intenso verde di quei magnifici boschi.

Foto: Marco Melloni

Conservo tutte le mappe dei sentieri in una scatola di tela gialla nel ripostiglio. Ce ne saranno una trentina. Certo ora sul web si trovano mappe di ogni tipo, semplici jpg o mappe GPX scaricabili su appositi device. Ogni volta che inizio un’escursione io stesso traccio il percorso con il mio sport watch, ma vuoi mettere avere una bella mappa colorata da poter dispiegare durante una pausa sul sentiero o in rifugio? O già a casa la sera prima della partenza. Ecco, per me l’avventura inizia proprio in quel momento.

Foto: Marco Melloni

Prendo la mappa, lo zaino del litraggio giusto (che per uno di Milano deve sempre abbondare di una decina di litri almeno), gli scarponi, che hanno conservato quell’odore di terra delle gite passate, e poi l’abbigliamento (che per uno di Milano deve anche avere i colori abbinati).

Dolomiti Bellunesi dicevo. Si, conservavo il ricordo di un bel rifugio, seconda tappa del Dolomiti Park 2 Trek che avevo percorso circa 4 anni prima, da Feltre ad oltre San Martino di Castrozza. Fu un’avventura meravigliosa e avevo vivo il piacevole ricordo di ogni singola giornata passata zaino in spalla.

Foto: Donatella Munerol

Obiettivo: Rifugio Boz

L’obiettivo era quindi definito: Rifigio Bruno Boz, quota 1.718 m, nella conca di Neva.

La mattina della partenza Roger (il cane di Donatella e mio) è tutto un fremito, ha dormito con noi nella casa di Feltre ma ha capito che bolle ancora qualcosa in pentola. Mentre ci prepariamo non ci perde di vista un secondo e piazzatosi davanti l’uscio esce come un razzo non appena lasciamo casa.

Rifugio Boz, 1.718 m – Foto: Marco Melloni

Diversi sentieri raggiungono il Rifugio Boz, noi abbiamo deciso di partire dalla Val Canzoi, passando per il Passo Finestra. Da Soranzen la strada si fa più stretta e i cartelli cominciano ad indicare la prossimità con il confine del Parco delle Dolomiti Bellunesi. Ogni curva nel bosco intravediamo qualche nuova cima e dal finestrino abbassato entra l’aria fresca come non sentivamo da tempo e il rumore del torrente vicino. Prima di arrivare al Lago della Stua parcheggiamo in una piccola piazzola, un segnavia indica la direzione del Passo Finestra, sentiero 805.

Foto: Marco Melloni

Inizia il Trekking

Zaino in spalla, si parte! Dopo una quindicina di minuti di bosco il sentiero attraversa un falsopiano erboso con qualche malga. Da qui vediamo il Passo che dovremo raggiungere, e Roger, ignaro dei 1.100 m di dislivello che dovremo superare, corre come un matto a destra e a manca, rotolandosi nei prati fioriti.

Splende il sole in questo cielo senza nemmeno una nuvola ma il sentiero prosegue molto regolare in una foresta di faggi e abeti, riparandoci per quasi 1.000 m di salita. Penso a come potrebbe essere questo bosco in inverno, chissà se la neve ricopre il sottobosco, sarebbe un terreno meraviglioso per farci freeride, con un’inclinazione di circa 30° e gli alberi alla giusta distanza per curvare veloci.

Il Sass de Mura visto dal Sentiero dopo il Passo Finestra, si intravede il rifugio appena sotto la parte in ombra

La tempesta Vaia anche qui ha lasciato qualche segno, qua e là notiamo piccole aree di alberi secolari abbattuti, per fortuna la maggior parte della foresta però è stata risparmiata. In prossimità del passo il sentiero esce dal bosco e si inerpica con più decisione, ma non ci sono mai strappi e ciò consente di godersi appieno il panorama che spazia fino a Feltre.

Foto: Donatella Munerol

Ricordavo bene, il Passo Finestra a 1.776 m è un ottimo punto dove godersi una sosta e scattare qualche foto panoramica, poi il sentiero comincia a scendere immergendosi letteralmente in prati fioriti che accompagnano per la successiva mezz’ora. Si vede il rifugio al centro di una radura erbosa, il Sass de Mura alle sue spalle è una cornice magnifica. Ci siamo quasi!

Puro caso o naso fino? Roger in prossimità del Rifugio aumenta l’andatura, in qualche modo deve aver capito che tra poco pranzeremo e riuscirà a scroccare qualche boccone. Il peso degli zaini svanisce in un’istante con un buon boccale di birra in mano e un tagliere di salumi sul tavolo.

Foto: Marco Melloni

Ci aspettano più di 3 ore di discesa per tornare al parcheggio, ma chi ci pensa? Ci godiamo la pace di queste splendide montagne, pianificando la prossima volta che riusciremo a tornarci.

 

Info: rifugioboz.itsanmartino.com/IT/park-2-trek

 

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Diplomato in Arti Grafiche, Laureato in Architettura con specializzazione in Design al Politecnico di Milano, un Master in Digital Marketing. Giornalista dal 2005 è direttore di 4Actionmedia dal 2015. Grande appassionato di sport e attività Outdoor, ha all'attivo alcune discese di sci ripido (50°) sul Monte Bianco e Monte Rosa, mezze maratone, alcune vie di alpinismo sulle alpi e surf in Indonesia.