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Enda Lapatet: il Test

di - 09/03/2022

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“Prima di esprimermi su un prodotto, chiedo sempre di poterlo utilizzare per un periodo sufficientemente lungo. Non ho le capacità di usare una scarpa per 10k e farne una recensione credibile”. Abbiamo atteso 350km per lasciarvi il racconto di Fabio Scipioni. Finalmente ecco qui le sue impressioni su questo viaggio con le sue Enda Lapatet.

 

Premessa

Il modello di punta della collezione Enda, la Lapatet (che in lingua Kalenji, la più parlata dagli atleti kenioti, significa correre), è pensata per correre a lungo sia su sterrato sia su asfalto. Dotata di un’ottima capacità di ammortizzazione, ha una tomaia “booty knit” simile a un calzino che la rende estremamente comoda e confortevole. Mentre i rinforzi interni forniscono stabilità alla struttura e il supporto necessario al sistema di allacciatura. Per la maggior parte dei corridori è l’unica scarpa di cui avranno bisogno per le corse di tutti i giorni sia per i “lunghi” del fine settimana.

 

Esame visivo della Enda Lapatet

La Lapatet a test è in colorazione “white & pink” (Enda propone ben 8 varianti cromatiche). Al di là del gusto personale, la scarpa è assolutamente pulita, senza alcun fronzolo, essenziale. Non voglio farmi trascinare emotivamente dalla presentazione e dalla natura del progetto Enda, ma è sicuro che provare una calzatura nata con l’ausilio e i feedback dei più forti ed eleganti corridori al mondo mi affascina. 

 

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Slim Fit

La forma è slim per via della tomaia a calzino che la casa madre chiama “booty knit”. Lungo la struttura si possono vedere due cuciture più spesse e larghe circa 4 mm. Girando attorno alla tomaia, immagino che le conferiscano più stabilità e le permettano di non perdere elasticità dopo tanti km di utilizzo. 

 

L’ allacciatura della Lapatet Enda

L’occhio mi cade subito sul sistema di allacciatura: il passante è stato cucito sulla tomaia, un materiale leggerissimo e gommoso. Nella parte interna, per non rischiare lo sfregamento delle cuciture sul collo del piede, lo hanno leggermente imbottito.

Il dettaglio che maggiormente identifica la Lapatet resta il collarino attorno al tallone: è molto basso e tagliato diritto, morbido al tatto. Rispetto al resto della tomaia, è stato leggermente imbottito in tutta la parte che accoglie il tallone, piacevole perché non si avvertono le cuciture.

 

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Drop e Stack Height 

La scarpa non è “minimal” nell’intersuola, ha una buona altezza da terra (Stack Height) e un drop contenuto: la scheda dice 6 mm di differenziale (24 sul tallone, 18 sull’avampiede). La geometria è molto tradizionale, piatta, stretta ma non assolutamente estrema. Al tatto il materiale dell’intersuola è piuttosto duro, un’EVA con densità molto elevata. La suola è stata completamente tassellata dalla punta al tallone – credo che siano al massimo 2 mm di altezza – e questo ci fa capire che si tratta di un prodotto estremamente versatile nel fuoristrada secco e senza eccessive asperità, così come sull’asfalto. Il peso raggiunto nella taglia 42 (9 US) è di 252 g, valore confermato visto che il prodotto a test in misura 9,5 US pesa 14 g in più.

 

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Calzata della Enda Lapatet

La scarpa si indossa con estrema facilità, la tomaia avvolge molto bene il piede. Come immaginavo, il collarino basso (a cui non sono abituato) è uno dei punti più importanti per una corretta calzata. La tomaia va fatta aderire perfettamente al piede, tirando adeguatamente la parte di “linguetta”, e le dita devono trovare il corretto alloggiamento. Una volta eseguita l’operazione, la allacciamo e la Lapatet resta incollata al piede. Se non facciamo bene questa operazione, rischiamo di sentir scappare il tallone fuori dalla scarpa! 

 

Tomaia

La tomaia è piuttosto spessa e non eccessivamente traspirante, l’ho pienamente goduta in questo periodo più freddo. Dopo un allenamento, risulta sempre piuttosto umida, va perciò fatta asciugare bene. Questo apparente limite ne esalta però la resistenza agli urti e la resistenza elastica. Vi assicuro che la tomaia, dopo un naturale adattamento, ha mantenuto nel tempo le stesse proprietà, contenendo il piede in modo impeccabile. L’appoggio è pieno dalla punta al tallone, non essendo assolutamente rockerata, la volta plantare non ha eccessive pressioni, altresì, per via della sua geometria, avvertiamo di essere ben piantati al terreno con l’avampiede. 

Il cushioning non si sente, perché non è il prodotto così accomodante o eccessivamente morbido a cui spesso i runner si avvicinano. Per quanto sia presentato come modello “tout-terrain”, è piena, robusta, sentiamo bene il piede, percepiamo ogni piccolo movimento delle dita.

 

In azione!

La scarpa, per via della sua geometria e del materiale dell’intersuola, ti obbliga ad appoggi corretti. Per chi non ha una buona tecnica, e soprattutto non è capace di frequenze elevate, la Lapatet non è tanto clemente. Via via che si prende confidenza e le frequenze salgono, la scarpa risponde in maniera impeccabile e veloce. I 2 cm di intersuola non si percepiscono e la sensibilità del piede ne è esaltata. Possiamo passare dalla strada allo sterrato senza alcun disagio, possiamo correre forte, molto forte, su tutte le superfici. Non ho alcun dubbio che “stradisti” da 3’ al km le potranno usare per i loro allenamenti, così come i puristi della corsa in montagna sui loro sentieri (con qualche limite legato al bagnato). 

Come tutti i prodotti sportivi legati a un determinato target, va capita, provata e assecondata. Non è una calzatura per il jogging, nasce da atleti con caratteristiche bio-meccaniche uniche ed è destinata a ottimi runner. Bastano pochi chilometri con atterraggi sbagliati sul tallone per avvertire un senso di disagio sulle articolazioni (ginocchia, bacino). 

L’aspetto che a mio avviso la rende un prodotto incredibile è la resistenza dei materiali nel tempo. Il consumo dei tacchetti è impercettibile, la scarpa è rimasta assolutamente piatta. L’EVA risponde in maniera impeccabile e, come già accennato, anche dopo un buon uso, mi avvolge in maniera precisa. 

 

Considerazione finali

Ammiro pienamente lo sforzo di Enda e il coraggio di lanciarsi in un mercato in continua evoluzione e dominato dai noti brand. Enda non ha presentato il prodotto miracoloso, ha progettato una scarpa attorno a piedi che si muovono perfettamente. È molto semplice strutturalmente, non vi sono ritrovati particolari per migliorare la densità della suola, per esaltare il ritorno elastico (carbonio). In parole povere, Enda ha vestito e protetto in maniera essenziale i piedi! Probabilmente un peso leggero potrà godere appieno delle caratteristiche della Lapatet, ma non mi sento di scoraggiare atleti con strutture più importanti, dotati comunque di capacità tecniche evolute.

 

Caratteristiche Tecniche

  • Peso: 266 G (US 9,5 UOMO)
  • Drop: 6 MM
  • Stack Height: 24/18 MM

Per scoprire il mondo Enda clicca qui

Test e foto di Fabio Scipioni

Corro quanto basta, pedalo a giorni alterni, parlo troppo. Nelle pause mangio. Instancabile sostenitrice di quanto lo sport ti salvi. Sempre. Le mie giornate iniziano sempre così: un caffè al volo e il suono del GPS che segna l'inizio di un allenamento. Che corra, pedali o alzi della ghisa poco importa: l'importante è ritagliarmi un momento per me che mi faccia affrontare la giornata nel modo migliore.