Avvio esaltante per l’Italia ai Campionati Europei di cross a Borovets in Bulgaria. Subito due azzurri sul podio nella prova junior (6.085m): tra fango e ghiaccio, Yeman Crippa (20:07) affronta la gara da autentico protagonista ed è oro davanti allo spagnolo Carlos Mayo (20:22) e all’altro azzurrino Said Ettaqy (20:28). Quinto Yohanes Chiappinelli (20:33), nono Alessandro Giacobazzi (20:41), quarantunesimo Yassin Bouih (21:22), mentre Pietro Riva non ha portato a termine la competizione a causa di un infortunio. Per l’Italia è trionfo anche a squadre con gli azzurrini in cima al podio seguiti da Spagna e Turchia. Era da 8 anni che uno junior italiano non andava a medaglia nella rassegna continentale di corsa campestre. Prima di Crippa, l’unico a mettersi al collo il metallo più prezioso era stato Andrea Lalli vincitore nel 2006 a San Giorgio su Legnano; anche in quell’occasione gli azzurrini conquistarono l’oro a squadre. Tornando al presente, oggi nella prova junior femminile (3.857m) l’Italia si ferma all’ottavo posto nella classifica per team dominata dalla Gran Bretagna. La migliore delle nostre under 20 è l’allieva Nicole Reina, diciottesima (15:08). Titolo continentale alla turca Emine Hatun Tuna (14:13) sulle britanniche Jessica Judd (14:18) e Lydia Turner (14:25).
IL RACCONTO DELLE GARE
JUNIOR uomini (6.085m) – Pochi minuti di gara e Yeman Crippa si installa in cima all’ancora compatto gruppo di testa. L’azzurrino, alla sua terza partecipazione alla rassegna continentale (32° nel 2012 e 7° nel 2013), a metà gara tiene saldamente il comando delle operazioni seguito a ruota dallo spagnolo Mayo, dal russo Novikov e da una pattuglia turca composta da Elktamis, Bozkurt e Bekmezci. Alle loro spalle viaggia in dodicesima posizione l’allievo Yohanes Chiappinelli, staccato di una manciata di secondi non lontano dall’altro azzurrino Said Ettaqy. All’ultimo giro il colpo di scena: il russo Novikov che aveva tentato l’allungo su Crippa fa male i conti e maldestramente si avvia in anticipo verso il corridoio del traguardo. L’azzurrino – a luglio decimo nei 1500 ai Mondiali Juniores di Eugene – che era comunque sulla sua scia non lascia scampo a questa fatale distrazione dell’avversario e ritorna prepotentemente davanti a tutti in solitaria. Ora niente e nessuno lo separano dalla vittoria. E’ lui il campione europeo junior di cross (20:07), come Andrea Lalli nel 2006 a San Giorgio su Legnano. Ma sul podio non sarà da solo.
Ettaqy, infatti, nell’ultimo giro è protagonista di una strepitosa rimonta che lo porta fino alle medaglia di bronzo (20:28) dietro allo spagnolo Carlos Mayo (20:22). Con il quinto posto di Yohanes Chiappinelli (20:33) e il nono di Alessandro Giacobazzi (20:41), l’Italia surclassa tutti anche nella classifica a squadre (18 punti). E così dopo il bronzo della passata edizione stavolta arriva la più preziosa delle medaglie. Battute nell’ordine Spagna (41 punti) e Turchia (70). Sul gradino più alto del podio salgono Crippa (18enne nato in Etiopia, ma che da tempo ha trovato una nuova casa sulle montagne del Trentino), Ettaqi (18enne marocchino trasferito in Toscana), Chiappinelli (17enne etiope adottato da una famiglia di Siena), il modenese Giacobazzi, Yassin Bouih (nato 18 anni fa a Reggio Emilia da genitori marocchini e oggi 41°) e il cuneese Pietro Riva (ritirato per infortunio). Sei ragazzi, sei storie diverse con il comune denominatore dell’atletica ed un unico grande abbraccio azzurro che si fa ancora più stretto quando a Borovets – oggi per la seconda volta – risuona l’inno nazionale. Fratelli d’Italia.
JUNIOR donne (3.857m) – Parte subito all’attacco la tedesca, argento olimpico giovanile dei 3000m a Nanchino, Alina Reh. A tallonarla due delle favorite della vigilia: la turca Emine Tuna e la britannica Jessica Judd. Alla campana dell’ultimo giro è proprio la Tuna a presentarsi al comando con la Judd che le resta alle costole. All’arrivo la giovane turca fa suo l’oro con 5 secondi di vantaggio (14:13 a 14:18) sulla rivale britannica che in compenso viene raggiunta sul podio dalla connazionale Lydia Turner (14:25), bronzo a spese della tedesca Reh (quarta, 14:34). La pluriprimatista italiana under 18 del mezzofondo Nicole Reina, malgrado un percorso a lei non particolarmente congeniale, riesce a risalire fino alla diciottesima posizione (15:08). Tutte le altre finiscono tutte oltre la trentesima posizione: 31esima Camilla Matese (15:25), 44esima Alice Cocco (15:41), 51esima con la zavorra di due cadute Anna Stefani (15:52), 58esima la triatleta Angelica Olmo (16:04) e 59esima Costanza Martinetti (16:16).
SENIOR uomini (10.010m) – Come avvenuto poco prima per le donne, anche in campo maschile la conquista per il titolo è un duello tra connazionali. I protagonisti sono i due keniani con passaporto turco Polat Kenmboi Arikan e Ali Kaya, rispettivamente argento assoluto e oro junior a Belgrado 2013. Arikan, però, stavolta sembra puntare decisamente al metallo più prezioso. E così all’ultimo giro, scrollatosi di dosso lo spagnolo campione uscente Alemayehu Bezabeh (stavolta bronzo in 32:30), prosegue la sua corsa all’oro affiancato dal giovane Kaya. Anche qui si assiste ad uno sprint spalla contro spalla, ma è Arikan (32:19) ad avere la meglio con la Turchia che festeggia anche l’oro a squadre (33 punti) sulla Spagna (36). Il bronzo va all’Italia e premia un quartetto tenace che ha saputo lottare con orgoglio fino all’ultimo metro per questo risultato. Il migliore della pattuglia azzurra è Stefano La Rosa, ottavo (33:17) al termine di una gara in rimonta. Per il 29enne grossetano questo è il miglior piazzamento di sempre in cinque partecipazioni nel team senior alla rassegna continentale di campestre e fa il paio con quello centrato in agosto sui 10.000 metri agli Europei di Zurigo. Quattordicesimo, alla sua seconda uscita in azzurro, Marouan Razine (33:26), diciassettesimo il siepista Patrick Nasti (33:29) e ventesimo Ahmed El Mazoury (33:43).
SENIOR donne (7.782m) – Dopo un bronzo (2011) e un argento (2013) Gemma Steel completa finalmente la sua collezione di medaglie agli Europei di cross. La 29enne britannica non molla mai il fronte della competizione e nel finale vince l’oro in volata spalla a spalla con la connazionale Kate Avery. Le due atlete piombano sulla linea d’arrivo quasi appaiate (28:27 per entrambe il crono finale) con la Gran Bretagna che aggiunge al suo bottino l’ennesimo titolo a squadre (21 punti) davanti a Spagna (70) e Irlanda (87). Terza, staccata di 25 secondi, la svedese campionessa europea in carica dei 5000 metri Meraf Bahta (28:52). Fuori dal podio le vincitrici delle ultime due edizioni della rassegna continentale ovvero la francese Sophie Duarte (quinta, 28:58) e l’irlandese Fionnuala Britton (sesta, 28:59). L’Italia è quinta nella classifica per team (112 punti) con la capitana Elena Romagnolo che lotta per un posto nella top-10, ma nel finale soffre un po’ e cede qualche posizione alle avversarie. La primatista nazionale dei 3000 siepi chiude sedicesima (29:33), mentre la siepista Valeria Roffino è ventunesima (30:01). Trentacinquesima Fatna Maraoui (30:37), quarantesima Jessica Pulina (31:01) e quarantaquattresima Federica Dal Ri (31:13).
UNDER 23 uomini (7.782m) – Un, due, tre: Russia. La tripletta russa diventa realtà nell’ultimo giro quando Ilgizar Safiulin (oro, 25:31), Igor Maksimov (argento, 25:33) e Vladimir Nikitin (bronzo, 25:37) mettono definitivamente a tacere le ambizioni dei britannici Johnathan Hay (quarto, 25:46) e Callum Hawkins (quinto, 25:49). Un ordine d’arrivo che si riflette specularmente nella classifica a squadre che recita così: Russia (16 punti), Gran Bretagna (31) e Svezia (62). L’Italia rimane purtroppo in tre a metà gara a causa dell’infortunio di Neka Crippa (fratello maggiore del campione europeo junior Yeman) e la squadra resta inevitabilmente fuori dai giochi. Il primo dei nostri varcare la soglia del traguardo è Abdelmjid Ed Derraz, ventottesimo (26:30) dopo che nelle prime tornate aveva tentato l’avventura del gruppo di testa. Quarantunesimo Italo Quazzola (26:55) e quarantaquattresimo Daniele D’Onofrio (27:02).
UNDER 23 donne: L’unica categoria che non vedeva al via concorrenti italiani ha premiato ancora la Gran Bretagna grazie a Rhona Auckland, che in 22:23 ha preceduto la padrona di casa Militsa Mircheva di 2” e la russa Gulshat Fazlitdinova di 5”.
Ufficio stampa Fidal