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Fase 2: Come tornare in montagna

di - 07/05/2020

Tornare in montagna? E’ finalmente arrivata la tanto agognata Fase 2 delle misure prese per contrastare il Covid-19 che ha allentato un po’ la stretta, soprattutto riguardo all’attività fisica. In molti dal 4 maggio hanno ripreso le loro attività preferite in montagna: ma quale sarà veramente il futuro degli sport outdoor?

Nessuno lo sa. In parte è così e bisogna accettare cambiamenti repentini. Ma per il momento possiamo quantomeno interpretare il nuovo decreto e adattarci alle nuove disposizioni.

Il nuovo DPCM

Il DPCM del 26 aprile consente di svolgere attività sportiva o motoria, individualmente o con persona convivente, nel rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno due metri, e potendo raggiungere il luogo delegato a tale attività con mezzi pubblici o propri. Nonostante si attenda una chiarificazione riguardo se tra tali attività siano o meno compresi l’escursionismo e l’alpinismo, le nuove norme sembrano dare il via libera (con tutte le attenzioni del caso) all’attività in montagna. Ogni regione poi, ha emesso delle ordinanze con delle specificazioni riguardo all’area in cui gli spostamenti per queste attività sono ammesse: in alcune regioni non ci si può spostare dal comune di residenza, in altre invece ci si può spostare all’interno della propria regione.

Ecco le disposizione regionali

È chiaro però che per il momento il ritorno alla montagna deve essere graduale. Il Presidente del CAI Vincenzo Torti ha specificato: “attività motoria in montagna significa per molti escursionismo, ma attenzione: non andiamo a trascorrere una giornata in montagna, andiamo per il tempo necessario all’attività sportiva o motoria e poi torniamo a casa. Questa è la chiave di lettura corretta in questo momento relativamente a quello che è possibile fare sulle Terre alte nella cosiddetta Fase 2”.

Responsabilità e prudenza sono le parole chiavi per uscire dalla Fase 2

Responsabilità e prudenza sono quindi le parole chiave per uscire dalla Fase 2 con delle maggiori aperture e non con la chiusura dei posti che tanto amiamo. Sempre Torti ha affermato: “Molti sindaci  di località di montagna hanno fatto presente che questo primo periodo servirà innanzitutto per la manutenzione dei sentieri, altrimenti specialmente i meno avvezzi alla frequentazione dei sentieri andrebbero incontro a rischi e pericoli ulteriori”.

Insomma, questa Fase 2 deve servire a rodarci, con la speranza di ricevere maggiori libertà dal 18 maggio in poi.

I futuro dei rifugi

Ma non è un periodo di preparazione solo per gli appassionati, anche i rifugi si stanno preparando a una possibile apertura per la stagione estiva. A riguardo il Presidente del Cai ha affermato: “è indubitabile che i rifugi alpini e appenninici abbiano bisogno di avere adeguate manutenzioni in vista dell’estate.

Di conseguenza i rifugisti e i nostri volontari delle Sezioni hanno necessità di un periodo nel quale poter accedere in modo che, quando le disposizioni del Governo lo consentiranno, i nostri rifugi possano garantire un’accoglienza non subordinata solo al distanziamento e a tutte le regole di comportamento, ma anche alla sanificazione degli ambienti”.

Vi invitiamo inoltre a vedere il dialogo tra l’alpinista Hervè Barmasse e il Presidente Cai Vincenzo Torti, in cui si sono approfondite le norme del nuovo decreto riguardo cosa si potrà fare in montagna.

Stay Safe!

Eva è nata e cresciuta a Roma, dove ha studiato giurisprudenza per capire che è una persona migliore quando non indossa un tailleur. Ha lasciato la grande città per lasciare che il vento le scompigliasse i capelli sulle montagne delle Alpi e presto ha scoperto che la sua passione per l’outdoor e scrivere di questa, poteva diventare un lavoro. Caporedattrice di 4outdoor, collabora con diverse realtà del settore outdoor. Quando ha finito di lavorare, apre la porta della baita in cui vive per sciare, correre, scalare o per andare a fare altre gratificanti attività come tirare il bastone al suo cane, andare a funghi o entrambe le cose insieme.