Pubblicità

Filliol, un guru per il triathlon italiano

di - 28/01/2017

E’ un colpo a sensazione quello realizzato dalla Federazione Italiana Triathlon che ha affidato la guida tecnica al canadese Joel Filliol, considerato il numero 1 nel mondo del triathlon fra gli allenatori. Stiamo parlando di colui che ha guidato in passato la nazionale canadese e quella britannica, che ha fatto crescere e portato al successo campioni olimpici come Simon Whitfield e soprattutto i fratelli Brownlee, che ha sviluppato il talento del vincitore delle ultime World Series, lo spagnolo Mario Mola. A Filliol il compito di far fare al movimento azzurro quell’ulteriore salto di qualità atto a portare atleti azzurri a competere perle medaglie nelle principali prove internazionali.

Joel Filliol, nuovo Ct azzurro (foto Fitri)

Un investimento importante, quello fatto dalla Fitri, che per molti versi ricorda identiche scelte effettuate da altre federazioni (tornando indietro nel tempo, ad esempio quella della federazione canottaggio quando dopo il disastro olimpico del 1976 affidò la completa ristrutturazione del settore al norvegese Torbjorn Nilsson), una mossa che non riguarda solo l’elite ma che deve portare tutta la scuola italiana a crescere e inserirsi ai vertici, tanto è vero che subito Filliol ha deciso di portare un folto gruppo di atleti, comprensivo di molti Under 23, in ritiro alle Canarie: “Mi presento come nuovo performance director della Federazione Italiana Triathlon e guiderò il team olimpico e quello Under 23 verso l’Olimpiade di Tokyo 2020 – esordisce Filliol durante la sua presentazione –. Per me è una sfida importante e stimolante che fa crescere la mia esperienza internazionale, ritorno a lavorare con una federazione che ha una buona base di atleti ed è dotata di un valido staff – ha dichiarato il tecnico canadese nel corso della presentazione – Voglio incrementare il cammino di crescita della squadra italiana creando un blocco di atleti di livello mondiale: il presidente Luigi Bianchi con cui mi sono confrontato intensamente negli ultimi mesi, ripone molta fiducia in me e ci tengo a lasciare un’impronta positiva nel complesso del triathlon italiano. In questa fase, la priorità riguarda il confronto con gli atleti: voglio capire a che punto sono, il loro passato, e soprattutto di che cosa hanno bisogno perché il mio ruolo consiste anche nel dare supporto all’attività quotidiana dei ragazzi in sinergia con i loro club, i loro allenatori e i loro compagni di lavoro, sostenendo anche i programmi individuali. In base alla mia esperienza, migliore è l’ambiente in cui si lavora e più facile risulta essere il raggiungimento del successo”. Modo migliore per iniziare il quadriennio olimpico non ci poteva essere…