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Giappone, la migliore meta per sciare freeride

di - 15/12/2017

Nonostante il cartello non fosse direttamente dedicato a noi,dobbiamo sparire, se ci dovessero beccare sarebbero problemi seri.

Negli ultimi 15 anni i confini del mondo della powder si sono spostati molto oltre l’immaginario collettivo. Complici il web e i voli più accessibili, la globalizzazione della powder ha ormai oltrepassato ogni confine.

Tra le prime mete polverose che vengono in mente quando si parla di viaggio, sicuramente il Giappone è uno di quei posti che fanno venire l’acquolina in bocca agli appassionati. Boschi estesi, accessi semplici, pendenze ragionevoli, betulle giganti dalle sembianze di grandi bonsai e probabilmente la miglior polvere del mondo.

Pensando al Giappone, penso subito all’isola di Hokkaido, a nord. Anche se non è l’unica metà sciistica che offra il paese delle moto e del sushi. Io c’ero già stato anni fa, ed ero rimasto sorpreso della semplicità con la quale si presentava la montagna e la vita che si svolgeva attorno. Villaggi e paesi molto lontani dall’immaginario comune alpino, con alternanza di casette di locali a alberghi lussuosi per i turisti occidentali e australiani.

Nevicate copiose e continue, poca gente in giro e soprattutto possibilità di first track anche il pomeriggio. Il web e la globalizzazione da una parte avvicinano i popoli. Dall’altra, però, non è tutto oro quel che luccica. A distanza di anni, rieccomi qua. Questa volta con Luca Tribondeau e Richard Amaker del team Colmar e il team VisualWorking a filmare.

Atterriamo a Hokkaido e ci dirigiamo verso la zona di Niseko. La prima differenza che salta all’occhio, a distanza di qualche anno, è la differenza di precipitazioni. Non voglio innescare una discussione sul global warming, ma a primo impatto la neve sembra meno dell’ultima volta. Rispetto all’inverno arido delle Alpi sicuramente è tutto più bianco, ma in confronto a qualche anno fa la differenza si vede.

Colmar